Gli ultimi maestri d'ascia di Acitrezza

Nell’ultima fatica di Clemente Cipresso gli aneddoti e le storie su un antico mestiere, un tempo motore socio-economico del borgo dei Malavoglia

Alfio Russo (foto di Massimo Vittorio)

«Il libro nasce dall'idea di voler dare voce allo sguardo molto spesso nostalgico di una famiglia che vede ormai tramontata un'epoca di sogni e ambizioni personali». Clemente Cipresso presenta così la sua ultima fatica, Gli ultimi maestri d’ascia di Acitrezza, un romanzo con cui racconta la storia della famiglia Rodolico, da cinque generazioni protagonista della vecchia tradizione dell’arte marinara.

Una tradizione mantenuta ancora in vita da Salvatore Martino Rodolico – 86 anni, di cui 65 in cantiere – che ha ereditato il mestiere dal padre, quella tradizione secolare di costruire pescherecci e piccole barche da pesca, come le sardare, nello storico cantiere navale nel ‘cuore’ del porto trezzoto con vista sull’Isola Lachea. 

Un cantiere che ha visto realizzare imponenti imbarcazioni che arrivavano fino in Grecia e in Tunisia per la pesca del pesce spada. Imbarcazioni "nate" dalle sapienti mani di Salvatore Rodolico che ha portato avanti il mestiere tramandandola da alcuni decenni ai propri figli, Nuccio e Gianni. A loro il compito di raccogliere e proseguire questa eredità, un’autentica arte. 

Non a caso, grazie alla sua attività, il mastro d'ascia Salvatore Rodolico è stato inserito nel registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana come Tesoro Umano Vivente.

Salvatore Rodolico

Salvatore Martino Rodolico 

«I maestri d'ascia per quattro anni mi hanno raccontato aneddoti, vicende, storie belle, ma, molto spesso, anche brutte – aggiunge l’autore del libro, perfusionista dell’Università di Catania –. Mi hanno accolto nelle loro case, aprendomi il loro cuore, il loro passato e la loro vita. Ho registrato, trascritto e ancora trascritto centinaia di pagine. Le persone che hanno preso parte alla storia cantiere erano davvero tante e tutte meritavano un ruolo importante nel libro». 

«Nuccio, Gianni e soprattutto lo zio Turi Rodolico con la loro semplicità, i loro silenzi e il loro coraggio mi hanno accompagnato per mano e trasmesso tanta saggezza, raccontandomi fino in fondo il legame profondo che lega il maestro d'ascia all'intera comunità» aggiunge lo scrittore e giornalista che ha deciso di devolvere l’intero ricavato del libro (Transeuropa Edizioni di Massa Carrara) all’associazione Maestri d’Ascia di Aci Trezza.

La famiglia Rodolico con Clemente Cipresso

In foto Salvatore Martino Rodolico con i figli Nuccio e Gianni e lo scrittore Clemente Cipresso

Un’opera incentrata su un antico mestiere, ormai in via di estinzione, quello della famiglia Rodolico che ha rappresentato il motore economico e sociale dell'intera comunità di Acitrezza, così indissolubilmente legata al mare e alle sue storie, da Polifemo ai Malavoglia. Un mestiere – citato da Verga ne “I Malavoglia” e poi ripreso da Luchino Visconti ne “La terra trema” – che si tramanda da oltre 200 anni da una generazione all’altra.

Un’attività, quella del cantiere storico del borgo marinaro, ormai quasi del tutto sospesa: la famiglia, infatti, si dedica quasi esclusivamente al rimessaggio di piccole imbarcazioni in legno e alla costruzione di piccoli modelli in scala e altri oggetti d’artigianato.

Il nuovo libro di Clemente Cipresso sarà presentato domenica 23 luglio proprio all’interno dello storico cantiere navale “Rodolico” grazie all’iniziativa promossa e sostenuta dal Comune di Acicastello e dal Centro Studi Acitrezza per promuovere la cultura dell'antico mestiere del maestro d'ascia.