I “deboli” e le proprie montagne russe emotive

È stato messo in scena nello Spazio Fava di Fabbricateatro il dramma inedito di Nino Martoglio, ritrovato recentemente da Elio Gimbo, regista e fondatore della compagnia etnea

Sofia Bordieri (foto di Fabbricateatro)

Lo Spazio Fava di Fabbricateatro, un piccolo cortile en plein air abbracciato da alberi e palazzi, è la cornice della storia di una famiglia di “deboli” e delle proprie montagne russe emotive.

Ersilia, Dina e Manlio sono i figli di Bianca, una modesta signora vedova incapace di gestire da sola la grande gioia e il profondo dolore che percorrono lo spettacolo. I sessanta minuti della vicenda si sviluppano in un piccolo palcoscenico che poggia su una fontana in muratura. Una scena, quindi, proiettata verso il pubblico, che gli attori e le attrici attraversano ripetutamente.

Ersilia è una professoressa di italiano in un istituto tecnico femminile. Sorella maggiore, è la naturale sostituta del defunto padre nella gestione economica e affettiva della famiglia.

L’unica ad essere libera e indipendente, Ersilia è costretta, per affetto prima e sempre più per dovere morale dopo, a far fronte alle debolezze della madre protettiva e melodrammatica, del fratello egoista e inconcludente, della sorella passiva che, insieme al marito, sono due spudorati irresponsabili.

Nel continuo proteggere e salvare la famiglia, sin dall’inizio, la giovane è innamorata del dottor Craio, esilarante personaggio dalla dizione volutamente scanditissima, troppo timido per dichiararsi e troppo ingenuo per fronteggiare insieme all’amata i suoi familiari, tanto da fuggire a Barcellona e tornare molti anni dopo.

Al quadretto familiare si aggiungono il consulente finanziario – figura che testimonia le assurde richieste di sussidio della famiglia – e la governante – l’unica presenza, seppur quasi latente, capace di salvare letteralmente la vita a Ersilia.

I deboli, un momento dello spettacolo

I deboli, un momento dello spettacolo

I personaggi abitano un ambiente domestico in stile anni Sessanta, in cui si sviluppano i tre atti scanditi dal cambio della tovaglia da tavola e da tracce musicali commerciali. Con il trascorrere del tempo aumentano gli attriti tra i membri della famiglia, sempre più divisi da scontri relazionali dal sapore tragicomico.

Una costellazione di deboli, insomma, capace, nell’assurdità verosimile del dramma, di offrire sorrisi leggeri e riflessioni profonde attraverso un testo fitto e l’interpretazione di attrici e attori di grande bravura, ben accompagnati da giovani studenti e studentesse dell’Università di Catania selezionati in collaborazione con il Centro Universitario Teatrale.

Il dramma è un inedito di Nino Martoglio, ritrovato recentemente dal regista e fondatore di Fabbricateatro Elio Gimbo, il quale lo ha portato in scena dopo oltre un secolo dalla sua stesura, databile tra il 1906 e il 1907.

La messa in scena dello spettacolo (che sarà in replica a Genova l’11 ottobre prossimo) segna la conclusione del terzo anno delle attività del Comitato Nino Martoglio, organizzate in occasione del centenario della morte del regista belpassese.

Il segretario Gaetano Strano ha considerato l’allestimento de I deboli il grande evento conclusivo di una fitta collaborazione con il Museo-Biblioteca dell’Attore di Genova e con il “Fondo Martoglio” custodito a Belpasso.

I deboli, un momento dello spettacolo

I deboli, un momento dello spettacolo

Secondo Gimbo tra le tre pièces inedite dell’autore questa è la più affascinante e attuale, capace di affrontare temi importanti come le differenze di genere mescolando toni drammatici e comici, e ispirandosi alle opere di Ibsen. Per il fondatore di Fabbricateatro la figura di Martoglio è accostabile ai grandi maestri del teatro di inizio Novecento, quali Stanislavskij, Antoine, Mejerchol’d.

Non è un caso, infatti, che gli studenti dell’Università di Catania coinvolti nello spettacolo abbiano svolto un laboratorio tecnico-pedagogico al Centro Teatrale Fabbricateatro basando il training su due livelli: la costruzione dei personaggi tramite il sistema delle azioni fisiche elaborato da Stanislavski, e il parallelo tematico tra il testo martogliano e Casa di bambola di Ibsen.

Insieme a I deboli sono state ritrovate anche L’ultimo degli Alagona e Il divo, opere di cui si erano perse le tracce dopo l’esordio in palcoscenico. Oggi questi testi possono finalmente ri-entrare nel repertorio martogliano, al fianco delle più note commedie dialettali quali L’aria del continente, San Giovanni decollato e Civitoti in pretura recitate da attori storici come Angelo Musco, Giovanni Grasso e Tommaso Marcellini.

I deboli, un momento dello spettacolo

Il cast de "I deboli" mentre riceve l'applauso del pubblico

I deboli di Nino Martoglio

regia di Elio Gimbo, scene di Bernardo Perrone, assistente di scena Noemi Consoli, costumi di Fabbricateatro, interpreti Sabrina Tellico, Savì Manna, Maria Barbagallo, Alice Balsamo, Leonardo Monaco, Francesco Di Bella, Nicoletta Basile, Samuele Ballarino, Chiara Quartarone e Mirella Sotera