L’intervento di Ersilia Francesca, docente dell’Università di Napoli “L’Orientale”, al ciclo di seminari “Conoscere il mondo islamico” al Dipartimento di Scienze umanistiche
I diritti delle donne nell'area del Medio Oriente e del Nord Africa sono stati al centro del sesto incontro del ciclo “Conoscere il mondo islamico” promosso dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.
Ad intervenire su questo tema, di fondamentale importanza per il futuro dell'area, è stata la prof.ssa Ersilia Francesca dell’Università di Napoli “L’Orientale”.
“Il progresso in questa direzione è ancora parziale e vari indicatori, come gli indici di sviluppo umano, ci aiutano a comprendere le disparità che persistono”, ha spiegato la docente intervenendo sul tema dei diritti delle donne che non può essere separato dall'idea di uguaglianza di genere, ovvero la parità di opportunità tra uomini e donne in tutti gli ambiti della vita sociale, economica e politica.
Per valutare il progresso dei diritti delle donne nell'area Mena risulta essenziale osservare vari aspetti della vita sociale, tra cui la salute, l'istruzione, l'accesso nell’ambito lavorativo e le aspettative di vita. In ambito sanitario emerge un problema principale ovvero la mutilazione genitale femminile. Nonostante gli sforzi per ridurre queste pratiche, esse continuano a rappresentare una violazione dei diritti delle donne in molti paesi della regione, mettendo in evidenza l'urgenza di interventi più incisivi.

I diritti delle donne
Un altro aspetto fondamentale da analizzare sono le costituzioni dei vari paesi della regione. Mentre in alcune costituzioni i diritti delle donne sono esplicitamente riconosciuti, in altre la parità di genere è solo implicita o addirittura assente.
Un cambiamento importante è avvenuto dopo le rivoluzioni del 2011, quando molti paesi dell'area Mena hanno revisionato le proprie costituzioni per includere la parità di genere. Un esempio significativo è il Marocco, dove la nuova costituzione stabilisce chiaramente che uomini e donne hanno pari diritti e libertà. “Il Marocco è uno dei paesi dell’area Mena che ha fatto di più per la parità di genere”, ha sottolineato la docente.
“Il matrimonio e la famiglia rappresentano un altro ambito in cui la disparità di genere è evidente – ha aggiunto -. In molti paesi Mena, il diritto di famiglia è strettamente legato alla religione, con norme che spesso discriminano le donne”.
“Ad esempio – ha continuato la relatrice - in molti paesi musulmani una donna può sposarsi solo con un uomo musulmano, e la sua sottomissione al marito è sancita da diverse norme sociali e legali. Il ruolo del wali (curatore matrimoniale) è un altro elemento discriminante, in quanto implica che il consenso alle nozze debba essere espresso attraverso una figura maschile come il padre o il fratello. Inoltre, la patria potestà e il diritto di custodia dei figli in caso di divorzio sono ancora molto limitati per le madri”.

La prof.ssa Ersilia Francesca
Anche il diritto ereditario delle donne risulta molto limitato in quanto lo stato attribuisce quote differenti agli eredi maschi e femmine di pari grado, una discriminazione che colpisce gravemente l'autonomia economica delle donne.
Per quanto riguarda l'istruzione, la situazione varia molto tra i paesi dell'area Mena. Sebbene ci sia un numero crescente di donne che accedono alle università, in molti paesi i tassi di analfabetismo rimangono elevati e colpiscono principalmente le donne. Questo divario educativo influisce direttamente sulle loro opportunità professionali. La disoccupazione femminile è una delle sfide più grandi nella regione, con molte donne che si trovano ad affrontare un mercato del lavoro che spesso le discrimina.
“Nonostante le difficoltà, le istituzioni locali e internazionali promuovono campagne per migliorare la situazione, con un focus crescente sull'istruzione, e sulla consapevolezza delle donne sui propri diritti e libertà. I cambiamenti legislativi, le campagne di sensibilizzazione e l'impegno delle istituzioni internazionali sono fattori chiave per promuovere la parità di opportunità tra uomini e donne”, ha sottolineato la docente.
Tuttavia, è necessario che i progressi siano accompagnati da un cambiamento culturale profondo che riconosca e valorizzi il ruolo delle donne nella società. La lotta per i diritti delle donne in questa regione richiede un impegno continuo per combattere le discriminazioni, garantire l'accesso a un'educazione di qualità, promuovere l'inclusione nel mondo del lavoro e migliorare la partecipazione politica delle donne. Solo così si potrà sperare in una vera e propria uguaglianza di genere nell'area Mena.

Un momento dell'intervento della prof.ssa Ersilia Francesca
Conoscere il mondo islamico
“Conoscere il mondo islamico” è il titolo dei seminari didattici interdipartimentali promossi dal Dipartimento di Scienze umanistiche e che quest’anno è giunto alla decima edizione.
Quest’anno il ciclo è dedicato al tema Mondo islamico: guerre, diritti e manifestazioni artistiche. Per celebrare questa ricorrenza le docenti organizzatrici, Laura Bottini (Storia dei Paesi islamici), Mirella Cassarino (Lingua e letteratura araba), Alba Rosa Suriano (Lingua e letteratura araba) e Cristina La Rosa (Lingua e letteratura araba, coordinatrice) hanno pensato di riproporre tre delle tematiche che, nei laboratori precedentemente svolti, hanno riscosso un particolare successo fra il pubblico degli studenti e la società civile.
Si tratta delle riflessioni sulle guerre in area vicino e medio-orientale, sulle donne e sui processi di emancipazione femminile e su peculiari aspetti della produzione letteraria e artistica.