I lunedì del classico

Al via il terzo ciclo di seminari al Monastero dei Benedettini. Orazio Licandro: “Nella nostra società è utile e fondamentale sviluppare il senso critico e la consapevolezza dello studio delle discipline storiche per capire il presente”

Alfio Russo

«Nella nostra società è fondamentale e utile sviluppare il senso critico e la consapevolezza dello studio delle discipline storiche per capire il presente. Possiamo avere dei buoni tecnici, ma non dei buoni governanti o una classe dirigente non del tutto all’altezza nella comprensione dei problemi della società senza conoscere il passato. La storia ci aiuta a capire i problemi del presente e a costruire e rafforzare il senso della cultura e dell’identità, di ciò che siamo».

Orazio Licandro presenta così I lunedì del classico. Seminari catanesi di scienze antiche, il ciclo di seminari e convegni al Dipartimento di Scienze umanistiche promosso insieme con i docenti Monica Centanni, Paolo B. Cipolla, Giovanna R. Giardina e Daniele Malfitana.

Incontri – tutti in programma al Monastero del Benedettini – che hanno carattere interdisciplinare e che costituiscono l’occasione per dialogare sul valore dei classici come risorsa di un presente che interroga il passato.

«L’iniziativa, già alla terza edizione, ha preso il via come sperimentazione e adesso è ormai un appuntamento entrato in pieno nel nostro ateneo a testimonianza di quanto sia importante e fondamentale la preservazione della memoria – ha spiegato Orazio Licandro, ordinario di Diritto romano e diritti dell'antichità al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania -. Senza storia non costruisci niente. Il valore di un ateneo importante come il nostro si vede anche in questo campo, nello studio e nella formazione delle discipline antichistiche del territorio».

«C’è una riscoperta degli studi umanistici che si mescolano con le scienze dure, non a caso nel ciclo di seminari di quest’anno, si discuterà ad esempio di malattie e del rapporto col potere, di archeologia che si avvale di metodologie e tecniche scientifiche – aggiunge il docente -. Iscriversi in un corso di laurea di un dipartimento umanistico non vuol dire finire in un luogo polveroso senza futuro, anzi non è proprio così. I saperi umanistici sono davvero vivi. È vero che esiste una contesa delle risorse nel campo della ricerca e oggi appare sempre più chiaro che non va finanziata solo la ricerca applicata, ma anche quella libera, quella di base».

«E i finanziamenti del Pnrr lo dimostrano perchè ha riequilibrato un po’ questo contesto e l’Università di Catania, non a caso, è riuscita ad inserirsi in diversi progetti di ricerca umanistici importanti – ha aggiunto il docente nel corso del primo appuntamento de “I lunedì del classico” nell’aula A2 del Monastero dei Benedettini -. I seminari quindi danno una risposta chiara a queste esigenze e non a caso sono gestiti dall’Area Terza missione di Unict perché vi è sempre più un’apertura verso il territorio».

I lunedì del classico (vai al programma) nascono dalla volontà del Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Scuola Superiore di Catania, della Scuola di Specializzazione in Beni archeologici, con il patrocinio dell’Associazione Internazionale di Studi Tardoantichi e dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, per favorire un maggior coinvolgimento degli studenti e un’apertura all’esterno, oltre il perimetro accademico, delle scienze antiche.

«Un dipartimento come il Disum, che ha come nume tutelare Santo Mazzarino, si merita anche altro e i numeri degli iscritti lo testimoniano – spiega Orazio Licandro -. Le immatricolazioni sono in crescita invertendo quel trend di qualche anno fa. Penso al corso di laurea magistrale di Filologia classica, in continua crescita. Il campo di azione ormai è decisamente più ampio come opportunità lavorative. Ci sono nuove figure che prendono spunto dalla storia antica e finiscono nei videogiochi, documentari, nella didattica museale. E non a caso abbiamo attivato anche un corso di laurea in Digital Humanities al Disum. Occorre sempre ripensarsi».

Orazio Licandro

Il prof. Orazio Licandro