I “nuovi” musei dei Saperi e Mirabilia siciliane e della Città della Scienza

Inaugurati gli innovativi allestimenti delle strutture del Palazzo centrale e di via Simeto in occasione della due giorni del convegno “Musei universitari in evoluzione”

Alfio Russo
Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane
Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane
Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane
Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane
Città della Scienza
Città della Scienza
Città della Scienza
Città della Scienza
Città della Scienza
Visitatori alla Città della Scienza
Visitatori alla Città della Scienza
Visitatori alla Città della Scienza
Visitatori alla Città della Scienza
Visitatori alla Città della Scienza
Visitatori alla Città della Scienza

Un sistema museale più inclusivo e accessibile, maggiormente innovativo e appetibile per i giovani, più radicato nel territorio grazie alla valorizzazione e migliore conservazione delle collezioni e del patrimonio culturale e scientifico dell’ateneo.

Si presentano così i “nuovi” Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane e Città della Scienza a seguito delle azioni di rinnovamento degli allestimenti delle due strutture museali dell’ateneo catanese grazie ai fondi Pnrr.

Strutture che adesso – dopo la procedura di accreditamento da parte del Ministero della Cultura – sono stati inseriti nel Sistema Museale Nazionale che conta oltre cinquemila musei, pubblici e privati, su tutto il territorio italiano che rispondono ai particolari requisiti e standard minimi di qualità stabiliti dal decreto ministeriale 113/2018.

Entrando nel Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane, infatti, si viene immediatamente rapiti dal gioco di luci sull’antico gonfalone e sull’arazzo del Siculorum Gymnasium posizionati proprio all’ingresso della struttura museale. E ancora sui personaggi più di spicco dell’ateneo e della città catanese accessibili anche con le scritte in Braille per poi ammirare quel susseguirsi di collezioni di preziosi beni museali.

Una testimonianza e espressione del grande valore storico-artistico, scientifico e documentale del patrimonio universitario catanese espresso dalle varie collezioni scientifiche, archeologiche, botaniche, minerali e naturalistiche.

L'ingresso al Museo dei Saperi e delle Mirabilie Siciliane

L'ingresso al Museo dei Saperi e delle Mirabilie Siciliane

Il museo, infatti, offre una panoramica delle numerose esposizioni collocate nelle diverse strutture museali universitarie già esistenti (Monastero dei Benedettini, Orto Botanico, Museo di Zoologia e Casa delle farfalle, Villa Zingali Tetto, Torre Biologica, Città della Scienza) come collezioni, raccolte, patrimonio storico-artistico, tradizioni della ricerca. 

E ancora ceramiche e reperti archeologici, antichi testi e documenti, come le pergamene di laurea settecentesche, crani, scheletri e reperti anatomici, antichi microscopi e strumenti di misurazione, tavole e progetti di illustri architetti siciliani, minerali, insetti, sementi rappresentative delle biodiversità siciliane, animali impagliati.

Fino ad arrivare allo scheletro dell’elefante nano, l’esemplare di Paleoloxodon falconeri, una specie endemica vissuta in Sicilia fino a 400mila anni fa e alla sezione dedicata all’Etna.

“Il nuovo allestimento segue le linee guida del Ministero della Cultura e, grazie ai fondi Pnrr sull’accessibilità museale, abbiamo realizzato attività mirate al superamento delle barriere fisiche come ad esempio l’elevatore all’ingresso o il percorso tattile multisensoriale per il superamento delle barriere sensoriali e cognitive come ad esempio il quadro di Bellini con le scritte in Braille che permettono a soggetti ipovedenti di poter toccare l’opera”, spiega la prof.ssa Germana Barone, delegata al Sistema museale d’ateneo e direttrice del Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane.

Visitatori al museo

Visitatori che ammirano l’esemplare di Paleoloxodon falconeri

“Siamo intervenuti anche sulla sicurezza del museo con un sistema di illuminazione, con nuove vetrine per la conservazione delle opere esposte in condizioni di ambientali e di temperatura controllata, un sistema di allarme idoneo – ha aggiunto -. Abbiamo realizzato una nuova idea progettuale espositiva che parte dal racconto della storia dell’Università di Catania e poi dell’archeologia, con i personaggi più importanti di Unict e il racconto dell’architettura etnea passando per le diverse branchie della scienza come l’anatomia, la flora e la fauna e, infine, la nuova sezione dedicata alla gemmologia di particolare interesse scientifico a livello nazionale”.

In questi anni, inoltre, grazie al progetto DReAMIn - Digital REmote Access to Museums and research Infrastructures sono stati recentemente digitalizzati alcuni beni del patrimonio museale d'ateneo oltre alla realizzazione di tour virtuali del museo e delle mostre temporanee, modelli 3D, attività ludico didattiche e simulatore di analisi scientifiche.

Ma non solo. “Abbiamo realizzato una sala multifunzionale di accoglienza per ospitare diverse attività laboratoriali e una per la genitorialità con una zona nursery completa di fasciatoio e con una poltrona reclinabile per allattamento – ha aggiunto -. Abbiamo reso il percorso più accessibile per i soggetti con difficoltà motorie mettendo a disposizione anche le sedie a rotelle e poi, per chi ha difficoltà visive nella lettura, anche degli ingranditori grazie a pannelli nuovi ad alta leggibilità, braccialetti vibranti per evitare urti durante il percorso”.

E non mancano i “tesori” per i più piccoli “con i nuovi libri tattili sul racconto dell’elefantino e sul Museo dell’Isola Lachea e dei Faraglioni dei Ciclopi oltre al kit sul museo per attività in esterno per l’ospedale pediatrico e anche per il Polo penitenziario con un impatto sul sociale importante”.

Germana Barone, Francesco Priolo e Corrado Fortuna

In foto da sinistra Germana Barone, Francesco Priolo e Corrado Spinella

Nei locali della Città della Scienza di via Simeto, lo science center progettato e realizzato dall’Università di Catania per la diffusione della cultura scientifica e tecnologica oltre che luogo di incontro e di svago con giochi ed esperimenti che accendono curiosità verso i mille "perché" della natura e della tecnologia, all’insegna del “vietato non toccare”, sono stati introdotti due nuovi elementi: il planetario e l’aula Miri.

Un contributo importante è stato fornito dal Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia (CSFNSM).

“Il planetario permetterà di viaggiare nel cosmo, di scoprire le galassie e il nostro sistema solare e anche di andare oltre con un pizzico di fantasia in una dimensione totalmente immersiva in quanto all’interno sarà possibile svolgere una serie di esperienze, in particolar modo di astrofisica e non solo”, spiega la prof.ssa Alessia Tricomi, delegata al coordinamento della Terza missione e direttrice della Città della Scienza.

“L’altro elemento innovativo è l’aula Miri – aggiunge la docente -, uno spazio immersivo con contenuti adatti a tutte le età, dai bambini della scuola primaria fino agli adulti, per conoscere la scienza a 360 gradi non solo astrofisica, ma tantissima biologia, chimica, tematiche come la sostenibilità e l’ambiente trattate in maniera immersiva”.

Una delle proiezioni del planetario

Una proiezione visibile all'interno del Planetario

La Città della Scienza, nata all’interno di una raffineria di zolfo non più in attività, testimonianza di quell’architettura industriale di tardo Ottocento generata dalla fiorente economia legata all’attività estrattiva di questo minerale, è dotata di una galleria sopraelevata dove sono esposti alcuni pezzi delle collezioni storico-scientifiche dell’università. 

Tra queste spicca la mostra Forze della Natura: Io e...Sulla scia di Donne che hanno lasciato un segno nella Scienza dedicata alle scienziate che hanno vinto il Nobel o che pur facendo grandi scoperte non lo hanno vinto, a coloro che per prime hanno vinto pregiudizi di genere e di razza e che hanno segnato la storia della scienza.

Scienziate di ieri, ma anche di oggi come Ada Lovelace, Emmy Noether, Marie Curie, Maria Goeppert Mayer, Chien Wu, Katherine Johnson, Vera Rubin, Vivienne Malone-Mayes, Joycelyn Bell Burners, Cecilia Payne-Gaposchkin, Annie Jump Cannon Claudia Alexander e Donna Strickland.

Un'altra area espositiva si trova all’interno della sala lettura ed è dedicata alle tecnologie della parola e della scrittura. E ancora uno spazio dedicato alle attività interattive, composto da isole tematiche sulla biologia (Vita), giocare e imparare con la robotica (Robot), le applicazioni delle tecnologie informatiche (Bit), la Palestra della Scienza, dove indagare i misteri della fisica (Eureka).

Aula Miri

La prof.ssa Alessia Tricomi mentre illustra i contenuti all'interno dell'aula Miri

Musei universitari in evoluzione

I nuovi allestimenti del Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane e della Città della Scienza sono stati inaugurati nell’ambito della due giorni del convegno Musei universitari in evoluzione: il ruolo del Sistema Museale Nazionale tra sfide e opportunità che si è tenuto nell’aula magna del Palazzo centrale e successivamente nell'auditorium della Città della Scienza.

Il convegno è stato promosso dall’ateneo catanese insieme con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e con la Direzione generale Musei del Ministero della Cultura coinvolgendo i principali esperti del settore appartenenti agli atenei, enti di ricerca e istituzioni.

Un’occasione per riflettere sul ruolo dei musei universitari nel contesto nazionale e sulle prospettive future offerte dal Sistema Museale Nazionale.

Ad aprire i lavori il rettore Francesco Priolo dell’Università di Catania. “La giornata di oggi non è soltanto l’inaugurazione di strutture museali, ma consente di mettere in evidenza il lavoro dei singoli atenei in una sinergia con i ministeri dell’Università e della Cultura e con la Crui – ha detto il rettore -. Ed è la testimonianza di un lavoro cominciato dieci anni fa con l’istituzione del Sistema museale d’ateneo e che oggi comprende ben 21 siti tra museiarchivi e collezioni in cui ritrovare i beni e i saperi dei principali settori entro i quali operano i dipartimenti della nostra Università”.

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

“Un’azione sinergica portata avanti dall’Area della Terza missione che rende l’ateneo sempre più baluardo della cultura sul territorio – ha aggiunto -. Adesso, grazie all’accreditamento al Sistema museale nazionale, coordinato dalla Direzione generale Musei del Ministero della cultura, siamo presenti in una rete di cinquemila musei che presentano livelli uniformi di qualità”.

A seguire, con un video messaggio, la prof.ssa Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui, ha evidenziato che la “valorizzazione del patrimonio culturale dei nostri territorio è un tema importante al centro delle azioni della Crui che non a caso, nell’ultima Festa dell’Università, ha promosso il dialogo e la sinergia tra gli atenei e le città in cui insistono promuovendo l’apporto multidisciplinare dei ricercatori. Si tratta di azioni mirate a favorire l’impatto sul territorio dei nostri atenei”.

Per Massimo Osanna, direttore generale Musei del Ministero della Cultura, “discutere insieme sul Sistema museale nazionale è fondamentale perché al suo interno sono racchiuse oltre cinquemila strutture pubbliche e private che presentano collezioni e un patrimonio culturale di pregio che necessitano di una maggiore comunicazione e accessibilità in quanto veri e propri laboratori scientifici e culturali aperti a tutti”.

I presenti nell'aula magna del Palazzo centrale

I presenti nell'aula magna del Palazzo centrale

“Il Smn nasce con l'obiettivo di improntare la governance del patrimonio culturale alla sostenibilità, all'innovazione e alla partecipazione – ha aggiunto -. L’adesione al Sistema si basa sul riconoscimento della qualità e sulla propensione al miglioramento continuo e progressivo, attraverso l’applicazione di livelli uniformi di qualità a tutti i musei e luoghi della cultura italiani, sia pubblici che privati, indipendentemente dalla proprietà, dimensione, regione di appartenenza”.

“Oggi contiamo al suo interno anche 71 strutture museali di 19 atenei che sono dei presidi culturali con una forte identità territoriale – ha precisato -. Basti pensare al museo dell’ateneo catanese ospitato in un palazzo storico al centro della città. E per rafforzare questo sistema abbiamo puntato sui fondi Pnrr per implementare con nuove tecnologie i musei stessi ed essere più attrattivi per i giovani”.

“I musei oggi sono luoghi di cittadinanza culturale, luoghi museali avanzati grazie alla valorizzazione scientifica e al collegamento tra la città e gli atenei, sono nodi strategici del Smn – ha detto in chiusura di intervento -. Abbiamo avviato questo percorso di crescita comune e dobbiamo sempre ricordarci che non può esserci accessibilità senza conoscenza, né innovazione senza ricerca”.

Il taglio del nastro

Un momento dell'inaugurazione del Museo dei Saperi e delle Mirabilie siciliane

E sui fondi Pnrr è intervenuto Marco Mancini, presidente della Fondazione Changes, con un messaggio letto da Daniele Malfitana, responsabile scientifico del progetto per Unict insieme con Pietro Militello.

“Il tema affrontato è di primissimo piano anche per la Fondazione Changes che coinvolge 25 soggetti tra università, enti pubblici di ricerca, imprese e enti del terzo settore – si legge sul messaggio del prof. Mancini -. Grazie a questo progetto si vuole costruire una grande rete di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico nel campo della cultura umanistica e del patrimonio culturale". 

"In questo contesto il museo, inteso come oggetto e soggetto di progettualità innovative e sostenibili, è fortemente rappresentato in numerose aree tematiche del partenariato che spaziano dalla gestione partecipata del patrimonio culturale alla diagnostica avanzata per il monitoraggio delle condizioni di conservazione del patrimonio”, conclude il messaggio.

Visitatori al museo

Visitatori al Museo dei Saperi e delle Mirabilie Siciliane

“Al tempo stesso ci occupiamo di ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per i musei e le collezioni italiane attraverso lo sviluppo di processi e algoritmi il più possibile aperti per la digitalizzazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio – ha aggiunto -. I musei, infatti, con le loro collezioni di varia natura, forniscono diversi casi di studio per lo sviluppo della ricerca. Entro il prossimo anno forniremo ai musei stessi e alla comunità scientifica un pacchetto di strumenti e processi aperti che ci auspichiamo possano sostenere in modo efficace il processo di innovazione, digitale e non, in cui il sistema dei musei italiani è ormai pienamente impegnato”.

A chiudere i saluti il direttore generale dell’ateneo catanese, Corrado Spinella: “I risultati che presentiamo oggi sono il frutto del lavoro di diverse aree dell’amministrazione centrale di questo ateneo. Un notevole lavoro di squadra svolto anche grazie ai fondi del Pnrr e che consente al nostro ateneo di poter svolgere un ruolo fondamentale nel territorio promuovendo e valorizzando il nostro patrimonio culturale e scientifico”.

I lavori sono poi proseguiti con diversi interventi degli esperti del settore. Il prof. Elio Franzini, delegato della Crui per i Musei, ha evidenziato, in video collegamento, che “le strutture museali sono un punto di incontro tra gli atenei e il territorio stesso in cui si mettono a disposizione dei cittadini, con azioni di terza missione, la storia e il patrimonio culturale e scientifico dell’intero sito rafforzandone l’identità”.

Il dg Corrado Spinella

Un momento dell'intervento del direttore generale di Unict, Corrado Spinella

“C’è ancora molto da fare e in particolar modo collegare e inserire i siti museali degli atenei nei percorsi e nella rete del Sistema museale nazionale del Ministero della Cultura tramite l’accreditamento, incentivare tutti gli atenei a entrare a far parte del Smn, avviare questo percorso che ad oggi conta solo 19 atenei e aggiornare costantemente le attività museali per rendere viva la memoria storica del territorio – ha aggiunto -. I musei sono un patrimonio materiale e immateriale e gli atenei devono attivarsi per creare strutture amministrative capaci di valorizzarli e incentivare la comunicazione delle strutture museali”.

Ad intervenire, raccontando le esperienze dei musei dei propri atenei, anche Pierluigi Cappelletti dell’Università di Napoli Federico II, Mauro Varotto dell’Università di Padova e Sabrina Balestri dell’Università di Pisa.

A seguire la tavola rotonda coordinata dalla prof.ssa Alessia Tricomi dell’ateneo catanese mirata sulla organizzazione e gestione delle strutture museali degli atenei.

Michela Cascasi della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura ha sottolineato che “i musei universitari rappresentano un unicum e in quanto tale si è registrata la necessità di contestualizzare i parametri su queste strutture particolari”.

Un momento della inaugurazione della Città della Scienza

Un momento della inaugurazione della Città della Scienza

“In Italia, nel Sistema Museale Nazionale, vi sono 5mila musei tra pubblici e privati, ma solo 71 degli atenei che presentano una accezione identitaria molto particolare e importante – ha aggiunto -. Per gli atenei, quindi, occorre utilizzare procedure di accreditamento diverse e proprio su questo abbiamo lavorato attentamente anche con diversi incontri nei vari atenei proprio per definire gli standard di valutazione. La strada tracciata, in linea con il d.m. 113/2018, ha già prodotto i suoi frutti visto che siamo arrivati a coinvolgere 19 atenei, mentre all’inizio erano solo cinque”.

Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza dell’accreditamento che consente, non solo di accedere al Sistema Museale Nazionale, ma anche “a finanziamenti nazionali e europei e a rafforzare la funzione di terza missione dell’università”.

Nel corso dei lavori sono intervenuti anche Francesca Capanna, direttrice della Scuola di Alta formazione e studio Icr di Roma, e Ilaria Manzini, direttrice scientifica & research manager della Fondazione Changes.

Nel corso dei lavori sono stati premiati anche gli studenti che hanno preso parte alle attività di allestimento del Museo dei Saperi e delle Mirabile siciliane: Chiara Alessandrello, Gabriele Alparone, Simone Pio Barbagallo, Agnese Mariarita Castro, Diletta Maria Giovanna Coniglione, Mario Di Giugno, Salvatore Di Prima, Giovanni Giuffrè, Federico Garozzo, Simone Lo Savio e Luca Scuderi.

Gli studenti premiati

Gli studenti premiati

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