Al Palazzo Pedagaggi del Dipartimento di Scienze politiche e sociali si è discusso sul pontificato di papa Francesco nell'ambito della Cattedra Jean Monnet Challenges to Democracy and Representation in the EU
Il pontificato di papa Francesco ha segnato una svolta significativa nella Chiesa cattolica distinguendosi per scelte politiche, nomine e viaggi pastorali innovativi. Per approfondire queste trasformazioni, il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali ha organizzato, nell'ambito della Cattedra Jean Monnet Challenges to Democracy and Representation in the EU (EuDARe), il seminario The Iconoclastic Papacy of Francis, tenuto dal professor Sean M. Theriault, Distinguished Professor alla University of Texas.
Nel suo ruolo di moderatore Marcello Carammia ha introdotto il tema del seminario, evidenziando l’importanza di un’analisi comparata del pontificato di Papa Francesco rispetto ai suoi predecessori. Ha sottolineato come «il dibattito sulle scelte politiche del pontefice sia fondamentale per comprendere le trasformazioni della Chiesa cattolica dal punto di vista politico e istituzionale».
A seguire il prof. Sean M. Theriault, esperto nell’analisi delle istituzioni, ha esaminato il pontificato di Francesco in chiave comparativa, concentrandosi su tre aspetti principali: le politiche adottate, la selezione del personale e i viaggi pastorali. Lo studioso ha messo a confronto la struttura organizzativa del Congresso americano e quella della Città del Vaticano, evidenziando analogie non solo architettoniche, ma anche di governance.
«La burocrazia vaticana è simile a quella del governo americano – ha spiegato il docente -. A capo vi è un’unica figura, supportata da diversi dipartimenti e collaboratori, che lo assistono nel suo lavoro». «Per questo motivo, trovo interessante applicare gli stessi strumenti analitici utilizzati per studiare il Congresso americano all’istituzione vaticana», ha aggiunto.

In foto Marcello Carammia
Dalla sua elezione, papa Francesco si è distinto per un approccio differente rispetto ai suoi predecessori. Tuttavia è necessario chiedersi se questa diversità nella presentazione di sé si rifletta effettivamente nelle azioni e nelle politiche della Chiesa.
Un aspetto centrale riguarda la scelta degli argomenti trattati nei suoi discorsi. Papa Francesco pone particolare attenzione a questioni sociali come l'immigrazione, la povertà e l’educazione. Al contrario, nei pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, il focus era maggiormente orientato verso la politica.
L’analisi dei loro discorsi rivela un insieme ricorrente di temi: tra i più discussi figurano l’aborto, la libertà religiosa e le relazioni internazionali, fino ad arrivare alle questioni sanitarie. Giovanni Paolo II è stato particolarmente coerente nella sua attenzione all’aborto e alla libertà religiosa, mentre Benedetto XVI ha mantenuto una linea simile, con un’enfasi specifica sulle questioni politiche.
«Non è sorprendente – ha affermato Theriault – dato che i due papi condividevano una visione molto affine, pur con stili comunicativi differenti». Papa Francesco, invece, ha ridimensionato il dibattito su aborto e libertà religiosa, ampliando invece l’attenzione su immigrazione e rifugiati. «Non è un caso – ha spiegato Theriault – che il primo viaggio del papa sia stato a Lampedusa, simbolo delle migrazioni africane verso l’Europa».
Uno degli aspetti più significativi del pontificato di Francesco riguarda la sua politica di nomina dei cardinali. A differenza dei suoi predecessori, che privilegiavano tradizionali centri di influenza cattolica, papa Francesco ha puntato su realtà emergenti e su diocesi che affrontano sfide particolari.

In foto un momento dell'intervento del prof. Sean M. Theriault
Un elemento distintivo è stata la volontà di limitare il peso della Curia nelle elezioni papali, favorendo la nomina di cardinali provenienti da contesti pastorali piuttosto che burocratici. Questo approccio è coerente con la sua visione di una Chiesa più vicina alle periferie.
Sebbene non abbia ancora nominato donne cardinali, Francesco ha ampliato la presenza femminile in ruoli di responsabilità. Un esempio significativo è stata la nomina di suor Simona Brambilla, delle Missionarie della Consolata, a capo del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Questa scelta rappresenta un passo importante verso un Vaticano più inclusivo e attento alla rappresentanza femminile.
La dimensione dei viaggi papali ha subito un’evoluzione nel corso dei pontificati. Paolo VI fu il primo a superare i confini europei, visitando Paesi come Stati Uniti, Australia e Indonesia. Benedetto XVI ha mantenuto un’agenda di viaggi più limitata, concentrandosi su destinazioni già toccate dai suoi predecessori.
Papa Francesco, invece, è stato il pontefice che ha viaggiato di più, raggiungendo molteplici realtà, spesso caratterizzate da difficoltà economiche e sociali. La scelta delle destinazioni riflette il suo impegno verso le periferie del mondo e la volontà di essere vicino alle comunità più vulnerabili.
Theriault ha concluso evidenziando come il «pontificato di Francesco segni un punto di svolta rispetto a quelli precedenti, sia nelle decisioni politiche che nella gestione della Chiesa». «Tuttavia - ha sottolineato - che solo con il tempo sarà possibile valutare pienamente l'impatto di questi cambiamenti».