Il carrubo è l’uomo. Memoria, storia e storie attorno a un albero emblematico

Presentato il libro di Carlo Blangiforti, Alessandro D’Amato, Stefano La Malfa e Antonio Sarnari

Alfio Russo

Ampio, di fronda fitta e scura, dà un’ombra fresca, ossigenata, profonda. Faceva da casa agli uomini, da stalla agli animali; e sotto il suo ombrello isolante trovavano riposo e tetto il contadino, l’asino, chiunque cercava un asilo. Ogni carrubo è una piccola oasi, rievocante una terra di contadini e di pastori 

È questo brano di Guido Piovene, tratto da Viaggio in Italia del 1958, e scelto come epigrafe, ad introdurre il lettore al volume Il carrubo è l’uomo. Memoria, storia e storie attorno a un albero emblematico, recentemente pubblicato per i tipi di Abulafia Editore.

Il volume, molto ben curato, anche dal punto di vista iconografico, raccoglie i contributi di alcuni studiosi attorno a una pianta tipicamente mediterranea, il carrubo.

I quattro autori - Carlo Blangiforti (laureato in lingua e letteratura russa e poliedrico scrittore), Alessandro D’Amato (etnoantropologo, esperto di storia dell’antropologia italiana), Stefano La Malfa (ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Catania) e Antonio Sarnari (gallerista ed esperto d’arte) - muovendo ciascuno dalle proprie competenze e dalle proprie sensibilità, si confrontano e dialogano di scienza e di arte, di natura e di cultura e del loro rapporto. 

Il protagonista assoluto di tale dialogo è il rapporto tra il carrubo e l’uomo, un rapporto millenario e contrassegnato dalla forte valenza simbolica e identitaria. 

La presenza di questa pianta accanto all’uomo è, infatti, legata ancora oggi ai molteplici utilizzi dei frutti e dei semi, ma affonda le radici nell’importanza che il carrubo ha per il paesaggio, soprattutto della Sicilia sudorientale. Non mancano poi, come pazientemente ricostruito dagli Autori, i riferimenti nella storia, nella letteratura, nelle religioni, nella medicina, negli usi gastronomici e nell’arte.

carrubo

Una pianta di carrubo

Materialità e immaterialità si riflettono quindi nelle diverse sezioni del libro accompagnate da illustrazioni storiche e da affascinanti fotografie, a cura di Alessia Scarso (regista cinematografica e astrofotografa). 

Il libro conduce quindi il lettore in un viaggio alla scoperta del rapporto tra l’uomo e l’albero che è simbolo della memoria e dell’incontro tra le culture, e che ancora oggi riveste un ruolo centrale nella vita delle piccole economie contadine del sud Italia, sebbene l’utilizzo sia variato nel tempo e sia andato incontro ad alterne vicende. 

Se, come ricordato da Giuseppe Barbera nella sua prefazione, i valori agronomici, produttivi ed economici rimangono fondativi, è anche altrove che occorre guardare per comprendere il valore di questa specie, che è indissolubilmente legato al fatto che “produzioni antichissime non siano in contraddizione con altre modernissime e non le escludano e che paesaggi che appartengono alla storia – per caratteri ecologici, produt­tivi, estetici ed etici – possano al contempo rappresentare, disegnandolo, il futuro”. 

Certo occorre, e il libro aiuta non poco in tale direzione, sforzarsi di mantenere insieme complessità e diversità biolo­gica, funzionale e culturale, anche contaminando i reciproci saperi e le rispettive certezze, come in effetti hanno fatto i quattro autori in oggetto.

Dopo essersi soffermati sui simbolismi, sulle tracce letterarie e religiose, sugli aspetti linguistici e sull’utilizzo nel tempo di tale frutto, l’interesse del libro si estende ad ulteriori aspetti, grazie anche a numerose schede di approfondimento che aprono al lettore altrettanti angoli di visuale attraverso i quali scoprire questa pianta, i suoi prodotti, ma anche le sue funzioni, oltre a tanti aneddoti, curiosità e testimonianze. 

Molto curata risulta anche la parte dell’opera, dedicata al ruolo ispiratore del carrubo nell’arte pittorica di Carlo Levi e di Piero Guccione che hanno posto il carrubo al centro dei cicli pittorici. 

gli autori del libro insieme con la fotografa Alessia Scarso

Gli autori del libro insieme con la fotografa Alessia Scarso

Grazie alla collaborazione instaurata con la Fondazione Carlo Levi e con l’archivio Piero Guccione il libro riproduce 20 opere dei due artisti che accompagnano il lettore nella lettura e lo aiutano nella scoperta del valore simbolico assunto da questa specie nell’opera pittorica. 

In particolare, per il poliedrico Carlo Levi i carrubi hanno rappresentato dei veri e propri “compagni di viaggio” che lo hanno accompagnato in diverse fasi della sua vita. Levi ha trovato utile questa specie come elemento ispiratore della sua produzione artistica per l’aspetto contorto, i colori cangianti, gli elementi di indeterminatezza delle sue forme. Tutti questi elementi, da lui spesso anche fotografati e ritratti, sono utili come ispirazione per dipingere figure antropomorfe. 

Come sottolineano gli autori il carrubo, a 120 anni dalla nascita di Levi, ne consente, inoltre, la rilettura di alcuni temi a lui cari, anche per il suo impegno sociale e politico. Nella sua ricerca Levi coglie aspetti di singolarità della specie, è capace di distinguere la forma che assumono le piante coltivate rispetto a quelle spontanee, soffre per la morte dei carrubi per gli incendi, si immedesima, quando necessario, nella loro forza e nella loro tenacia. 

Parimenti intenso risulta il linguaggio che attraversa le opere di Guccione per il quale l’interesse nasce anche dalla attenta lettura del dramma dell’impatto sul paesaggio (quello del litorale ragusano, del quale l’artista era originario) dell’intervento antropico, poco rispettoso delle sue risorse e peculiarità.

Il libro in definitiva rappresenta il tentativo, a nostro avviso molto ben riuscito, di analizzare, decifrare e raccontare le ragioni del forte legame tra l’uomo e questa pianta, indagandone la sua natura sotto i molteplici aspetti che la rendono preziosa e affascinante. Ma forse, anche travalicando le stesse intenzioni degli Autori, rappresenta anche lo spunto per una rilettura, anche critica, dell’evoluzione del rapporto tra l’uomo e le piante, e più in generale dell’ambiente nel quale vive.

il carrubo è l'uomo

Una copia del libro

Giovedì 11 maggio, nell'aula magna del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente, si è tenuta la presentazione del volume "Il carrubo è l'uomo" (Abulafia Editore, 2022), a cura di Carlo Blangiforti, Alessandro D’Amato, Stefano La Malfa e Antonio Sarnari.

Dopo i saluti di Mario D’Amico (direttore del Di3A) e di Saro Distefano (presidente di Abulafia) e l'introduzione ai lavori di Francesco Mannino (Officine Culturali), ha dialogato con gli autori Teresa Graziano (Di3A). A seguire gli interventi di numerosi esperti. Le conclusioni sono state affidate alla docente Alessandra Gentile.

un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro