Il disagio giovanile “Sotto il vulcano”

Lo Speciale Tg1 ha dedicato un reportage sulla dispersione scolastica e sulla devianza minorile a Catania intervistando, tra gli altri, il prof. Carlo Colloca sul ruolo di Unict 

Alfio Russo

Catania, la città Sotto il vulcano dove un adolescente su quattro non rispetta gli obblighi scolastici e formativi. È il contesto del reportage di Speciale Tg1 di Alessandro Gaeta (montaggio Marco Di Luise e ricerche Giovanna Crispino) che è andato in onda domenica 25 giugno su Rai 1.

Il reportage racconta la storia di Giuseppe che ha trascorso un periodo di detenzione nell’Istituto Penale Minorile di Acireale e quella di Siria coinvolta dai genitori in un traffico di stupefacenti che su ordine del giudice è stata collocata in casa-famiglia. Entrambi con l’aiuto di educatori e assistenti sociali particolarmente competenti sono riusciti ad avviare un percorso di recupero.

L’attenzione del reportage si sposta sull’attivismo del presidente del Tribunale per i Minorenni, ideatore del protocollo Liberi di Scegliere per agevolare l’allontanamento dei minori a rischio dal contesto criminale e familiare di provenienza. Un’azione che ha trovato un sostegno senza precedenti nella Prefettura di Catania che ha istituito un Osservatorio metropolitano per la prevenzione e il contrasto della devianza minorile a cui partecipano attori istituzionali, sociali, forze dell’ordine.

Speciale Tg1 "Sotto il vulcano"

Speciale Tg1 "Sotto il vulcano"

Tra le istituzioni anche l’Università di Catania, fra le prime istituzioni a sottoscrivere l’accordo fondativo l’Osservatorio. Nel reportage il prof. Carlo Colloca – sociologo urbano e presidente del corso di studi magistrale in Politiche e Servizi Sociali, nonché delegato per l’ateneo per l’Osservatorio prefettizio – racconta il contributo dell’Università di Catania nella definizione di tre tavoli di lavoro per rendere più efficace l’azione messa in campo. 

L’ateneo catanese, infatti, sta conducendo, a beneficio dell’Osservatorio, un attento lavoro di mappatura della città, suddivisa in sedici aree, al fine di registrare informazioni di fragilità socio-territoriale, economica e culturale, nonché la presenza capillare di tutti quegli attori – dalle forze dell’ordine alle parrocchie, dai centri di aggregazione giovanile alle scuole, dal sindacato all’associazionismo – che possono promuovere, dal prossimo ottobre, «azioni mirate di legalità organizzata», come ha dichiarato il prof. Colloca nel reportage. 

Un lavoro senza precedenti per il capoluogo etneo quello promosso dall’università etnea che sta favorendo, altresì, l’integrazione tra le competenze presenti nel mondo accademico e quelle che operano in strutture esterne, in vista di appositi tirocini curriculari ed extracurriculari, oltre a fornire valutazioni in ordine ad una rigenerazione urbana integrata dei quartieri più degradati.

A far parte dell’Osservatorio per l’ateneo catanese anche le docenti Teresa Consoli (delegata del alla Didattica per l’area umanistico-sociale) e Deborah De Felice (presidente del corso di studi triennale in Sociologia e servizio sociale).

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