Il laboratorio ecosostenibile “Dolci Evasioni” nel terreno di fronte il Carcere Cavadonna

Un team di docenti Unict collabora con i progettisti della struttura di Siracusa che ospiterà le attività di inserimento socio-lavorativo condotte dalla cooperativa L’Arcolaio 

Mariano Campo

Docenti del Dipartimento di Ingegneria civile e Architettura dell’Università di Catania e della Struttura didattica speciale di Siracusa in Architettura e Patrimonio culturale stanno collaborando con il gruppo di progettisti incaricato di realizzare un laboratorio nel terreno prospiciente la Casa Circondariale Cavadonna di Siracusa, da destinare alle attività della cooperativa L’Arcolaio.

Nata nel 2003 con l’obiettivo di costruire percorsi di inserimento socio-lavorativo per i detenuti, la cooperativa aretusea promuove la realizzazione di prodotti tipici siciliani che possano permettere loro di acquisire competenze professionali, che vanno dalla preparazione del prodotto dolciario al confezionamento, oltre che di avere un ritorno economico necessario per il sostentamento della famiglia.

L’intento è quello di abbinare il sostegno “non solo economico” a una categoria di persone svantaggiate ma è volto ad un più ampio impegno verso il territorio, l’ambiente e l’agricoltura sostenibile. Difatti, la cooperativa attraverso il recupero di terreni incolti e il coinvolgimento di categorie disagiate, principalmente giovani e donne immigrati ed ex detenuti, ha creato la linea “Dolci Evasioni” con materie prime biologiche provenienti da agricolture locali e dal commercio equo-solidale. 

Il rendering del laboratorio

Il rendering del laboratorio nel terreno prospiciente la Casa Circondariale Cavadonna di Siracusa 

Nell’ambito delle iniziative di “terza missione”, i docenti Unict Francesco Nocera, Francesca Castagneto, Vito Martelliano e Vincenzo Costanzo, attraverso una convenzione non onerosa, hanno quindi messo le proprie specifiche competenze a disposizione del gruppo di progettazione incaricato, guidato dall’ing. Giosuè Paletta e dall’architetto e paesaggista Michelangelo Pugliese, con le consulenze dell’ing. Giovanni Caire e dell’arch. Giacomo Viscovo. 

La forma e lo sviluppo architettonico ecosostenibile dello stabile che ospiterà il nuovo laboratorio, in un rapporto di continuità con il paesaggio esistente, sono stati pensati per rappresentare un abbraccio della società verso coloro che nella struttura di detenzione vogliono riscattarsi. L’edificio ad altissima prestazione energetica è un “terrazzo-giardino” che aspira ad essere un esempio calibrato di edilizia sostenibile, attraverso lo sfruttamento delle fonti e dei materiali locali, riducendo così al minimo la possibile l'impronta di carbonio (Carbon Footprint) generata in fase di costruzione. 

Il rendering del laboratorio nel terreno prospiciente la Casa Circondariale Cavadonna di Siracusa

Il rendering del laboratorio nel terreno prospiciente la Casa Circondariale Cavadonna di Siracusa

Un attento posizionamento della struttura, ideata per massimizzare l'esposizione al sole e minimizzare il fabbisogno luminoso ed energetico, oltre ad un sapiente utilizzo dei materiali, rende l'edificio super isolato. Infine un attento utilizzo dell'acqua e di sistemi naturali di raffrescamento e riscaldamento, permetteranno di raggiungere il target nZEB, l’acronimo che sta per “nearly zero-energy buildings”, ossia edifici ad elevate prestazioni con un consumo energetico estremamente basso, quasi nullo. 

Il laboratorio realizzato con soluzioni tecniche e tecnologiche innovative, all’avanguardia e ambientalmente sostenibili, potrà così anche divenire uno spazio aperto agli studenti e ai docenti dell’Università di Catania per attività di ricerca e studio, oltre che di incontro e interscambio con i detenuti.

Il gruppo di tecnici

In foto in primo piano Giosuè Paletta, poi da sinistra Vincenzo Costanzo, Vito Martelliano, Francesca Castagneto, Giuseppe Pisano, Francesco Nocera e Giovanni Romano