Il Lugano Percussion Ensemble in concerto al festival Rebound!

Il sestetto svizzero incanta il Centro Zo con un viaggio sonoro tra sperimentazione e tradizione

Andrea Spadaro

Il Centro Culture Contemporanee Zo di Catania ha aperto le porte al festival di Percussioni e Musica da Camera Rebound! Per il penultimo concerto della manifestazione, eseguito dal Lugano Percussion Ensemble: sestetto di percussionisti composto da Gregorio Di Trapani, Luca Bruno, Andrea Tiddi, Armando de Angelis e Rina Roccasalva (quest'ultimo non presente per questa performance).

Lo spettacolo è stato aperto dall’esibizione alla marimba di due giovani musicisti del Conservatorio di Catania. Subito dopo, si è entrati in un mondo surreale: il gruppo si è proposto di esplorare il mondo infinito delle percussioni, così la sperimentazione è diventata il loro punto di forza, e lo hanno dimostrato fin dai primi brani, eseguiti con torce che hanno illuminato la sala, ma anche mani che battevano su un tavolo, stoffe, pietre, telefoni.

Il sestetto si è poi dilettato nell’esecuzione di brani composti da chi ha rivoluzionato il mondo delle percussioni, come Nebojša Živković ed il suo Trio per Uno o Steve Reich, minimalista che ha scomposto i pattern per ricomporli da zero.

Il Lugano Percussion Ensemble durante il concerto

Il Lugano Percussion Ensemble durante il concerto

È stata un’esperienza suggestiva, che lascia intendere come le percussioni siano ancora tutte da scoprire in quanto strumento “giovane”, come ci ha raccontato proprio Gregorio Di Trapani, uno dei sei percussionisti dell’ensemble – nonché manager del gruppo – che ha studiato presso il Conservatorio A. Scontrino nel trapanese.

Come si è formato l’ensemble?

«Alcuni di loro suonavano insieme da circa vent’anni in quanto studenti dello stesso conservatorio – ci racconta Gregorio Di Trapani –. In quel periodo si è formato il primo sestetto, che si è sciolto per ricomporsi nel 2018 per un progetto a Teheran».

C’è un momento significativo rimasto impresso nella vostra mente?

«Nel 2023 siamo stati invitati a Osaka per suonare come solisti durante la notte di San Silvestro. È stato uno spettacolo enorme, durato tre ore e gestito da un team molto professionale. Li ci siamo resi conto di essere arrivati lontano. Ce ne sarebbero tanti altri, ma siamo tornati da poco da un festival a Lugano chiamato Rhythm of Two South, che unisce il sud della Svizzera e il Sud Africa», racconta.

Un momento del Trio per Uno

Un momento del Trio per Uno

Com’è scattata la scintilla per le percussioni?

«Ognuno di noi ha fatto un percorso differente – spiega Gregorio Di Trapani –. Dal canto mio ti dico che, quando ascoltavo opere di qualsiasi genere musicale, riuscivo sempre a identificare in maniera chiara la parte ritmica. È da lì che è partito il mio viaggio in questo mondo affascinante. Le percussioni sono uno strumento infinito ed in continua evoluzione, e tutto può diventare uno strumento musicale: body percussion, oggettistica, pezzi di metallo, strumenti rurali, forniscono sicuramente la melodia, ma anche tutto il lato dei colori».

Qual è il tuo pezzo preferito?

«Uno dei brani che mi affascina da sempre è Drumming di Steve Reich - racconta -. Sono presenti tredici percussionisti con cantati e ottavino che esplorano tanti timbri diversi, passando dai legni ai metalli, trattando le minime cellule ispirate alla musica africana. Trovi così tante melodie che il compositore lascia al pubblico la possibilità di scoprire la propria all’interno della composizione».

Un momento del concerto

Un momento del concerto

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