Il melodramma oggi: rappresentazione del reale e innovazione

Marco Tutino e Davide Livermore ci raccontano il loro punto di vista sul teatro d’opera contemporaneo

Marielena Greco

La prima messa in scena assoluta del dittico La Lupa e Il berretto a sonagli e l’incontro organizzato al Centro Universitario Teatrale dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, in collaborazione con il Teatro Massimo Bellini di Catania, hanno portato a Catania il compositore Marco Tutino e il regista Davide Livermore; i quali ci hanno rilasciato una video-intervista.

La Lupa è una riproposizione del melodramma in un atto e due quadri – tratto dalla novella di Giovanni Verga, con musica di Marco Tutino e su libretto di Giuseppe Di Leva – eseguito per la prima volta a Livorno nel 1990. Mentre Il berretto a sonagli rappresenta una commissione inedita affidata dal teatro catanese al maestro Tutino. Anche in questo caso si tratta di un melodramma in un atto e due quadri, tratto dall’omonima commedia di Luigi Pirandello, con musica di Marco Tutino e libretto di Fabio Ceresa.

In foto da sinistra Marco Tutino, Graziella Seminara, Davide Livermore e Fabrizio Maria Carminati

In foto da sinistra Marco Tutino, Graziella Seminara, Davide Livermore e Fabrizio Maria Carminati

La scelta del regista è invece ricaduta su Davide Livermore, regista innovatore che nell’ultimo decennio ha reso tratto distintivo del suo lavoro l’utilizzo della scenografia digitale tramite dei ledwall che alterando la percezione scenica, riescono a ricreare impreviste emozioni e narrazioni visive.

La nostra intervista restituisce delle riflessioni sulle dinamiche lavorative che stanno dietro alla composizione di un melodramma contemporaneo, comprendendo come si riscrive attualizzandola un’opera ‘verista’ e la visione della commedia lirica italiana del maestro Marco Tutino.

Con Davide Livermore, invece, vengono considerate le modalità di approccio a questa nuova creazione, se cambi, e in che modo, la preparazione di uno spettacolo – anche nel rapporto con i cantanti-attori – quando si utilizza una scenografia digitale e, infine, se il melodramma possa essere fautore di un riscatto o di una riscoperta culturale dell’opera lirica siciliana.