Il melologo: sicilianità tra musica e parole

Le storie di Filuzza di Lina Maria Ugolini e Cento di questi sogni di Ferdinando D’Urso nel penultimo appuntamento di Intersezioni

Irene Isajia

Nel penultimo appuntamento di Intersezioni, il Festival di musica contemporanea, sono stati messi in scena al Centro Universitario Teatrale dell’Università di Catania due ‘melologhi’ che raccontano la nostra terra dai colori brillanti, senza dimenticare i cinerei colori lavici: Filuzza di Lina Maria Ugolini con musiche di Simone Zappalà e Cento di questi sogni di Ferdinando D’Urso. 

Un genere teatrale, in voga nel XVIII secolo, in cui una o più voci recitanti declamano testi poetici alternandosi a brani orchestrali o strumentali. 

La voce narrante è di Alessandro Idonea, mentre la Piccola Orchestra Altin darà vita alle composizioni con Ferdinando D’Urso (sassofono soprano e composizione), Giulia Gangi (pianoforte), Carlotta Cosentino e Miriana Bonaccorso (I e II violino), Germana Caniglia (viola) e Gabriele Vernaci (violoncello). 

In Filuzza, romanzo ancora inedito, emergono fortemente le immagini del mare e della montagna, in cui il racconto di una quotidianità non semplice si tinge di note malinconiche che ricordano tra ‘ventaglio e bottoni’ che “è tutto vento (…) sul cotone dei suoi capelli”. 

È la storia, tra realtà e leggenda, di una bambina abbandonata in fasce e cresciuta in un orfanotrofio dove imparò a cucire. Accolta in seguito da una famiglia, questa scoprì in lei una voce meravigliosa e la fece studiare. La giovane, in arte Gigliola, fu artista del coro e sarta del Teatro Massimo Bellini. Visse più di cento anni nella Catania del Novecento. 

Per il melologo vengono estratti sei frammenti poetici idonei alla composizione da cui possiamo quasi vederla Filuzza, nella voce di Alessandro Idonea. Un tempo che è quasi compiuto rivela una densità di ricordi custoditi tra i bottoni di cui è piena la sua casa, la musica e i suoi sogni nei quali tra le telline della Plaja vede apparire Pirandello e Martoglio, Giovanni Grasso, Virginia Balistrieri, Giacinta Pezzana, Rosina Anselmi, Angelo Musco. 

Filuzza è grande ormai, le sue orecchie non sentono più e, quasi centenaria, volge i ricordi ai gigli fioriti nella terrazza illuminata d’azzurro. La vita di Filuzza racconta di radici, le sue, che s’intrecciano con altre, con quella dell’autrice figlia d’arte e della musica, cresciuta in quel teatro che fu, anche per lei, luogo di giochi e meraviglie.

un momento dello spettacolo

Un momento del melologo Cento di questi giorni

Cento di questi sogni è un melologo che mostra un altro aspetto della nostra terra e dell’arte. Si propone a conclusione dei festeggiamenti per il centenario della nascita di Jean Calogero, pittore catanese del Novecento largamente apprezzato all’estero. 

Lo spettacolo vuole essere una rilettura dei temi ricorrenti nell’iconografia del pittore attraverso la pasta cromatica della musica che li racconta. 

Ferdinando D’Urso ha pensato a un melologo in sette quadri, che corrispondono a sette movimenti in musica che raccontano sette opere estratte dai lavori del pittore, accompagnati da appunti, prefazioni e pensieri di Jean Calogero affidato alla voce di Alessandro Idonea. 

Uno spettacolo intermediale che tra musica, recitazione e proiezione delle opere fa conoscere, o riscoprire, un artista della nostra terra che rappresenta i colori, i sogni e la forza di un popolo siciliano dal carattere unico.

I due lavori sono stati un grande successo. Parole, Musica e Arte si sono unite ciascuna parlando il proprio linguaggio ma come se fosse uno solo. Le Parole sono state la voce del ricordo, la musica ha raccontato le emozioni, l’arte ha consegnato il sogno.