Il realismo nelle diverse culture

Aperti i lavori del convegno su Giovanni Verga, uno scrittore di prospettiva europea e non solo

Alfio Russo

Il realismo verghiano al di fuori dei confini nazionali in una interazione presente nelle letterature europee e extraeuropee. Una linea di ricerca che da anni vede impegnati numerosi studiosi – trentuno in rappresentanza di dodici diverse nazionalità - che da oggi si sono dati appuntamento (per tre giorni fino a sabato 22 aprile) a Catania per approfondire il realismo verghiano e quello riscontrabile nelle letterature francese, belga, spagnola, tedesca, scandinava, polacca, lituana, estone, russa, inglese, statunitense, brasiliana. 

Lavori che rappresentano il prosieguo della prima sessione del congresso internazionale "Verga nel realismo europeo ed extraeuropeo" (tenuta a Catania nel dicembre scorso) promossi dal Comitato per le celebrazioni del Centenario della morte di Giovanni Verga (1922-2022) e organizzati localmente dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania e dalla Fondazione Verga.

Ad aprire i lavori della seconda sessione, nell’aula magna del Palazzo centrale dell’ateneo, è stato il rettore Francesco Priolo che ha sottolineato l’attualità del Verga che «da autentico cronista del suo tempo, con la sua vasta produzione letteraria, ha consegnato uno spaccato di quella società evidenziandone la voglia di riscatto sociale di quei personaggi che appartengono alle classi più umili: contadini, pescatori, operai, piccolo-borghesi e con loro quegli aspetti sociali ed economici dell’epoca».

«Nonostante il fatto che oggi viviamo un altro mondo grazie alle nuove tecnologie, all’intelligenza artificiale, alla mobilità, alla globalizzazione, di fatto l’uomo è sempre lo stesso così come le sue pulsioni e problemi e la voglia di riscatto – ha aggiunto -. Andiamo verso un mondo in cui la robotica è sempre più importante, ma il fattore umano è e sarà sempre il nucleo centrale. Pertanto studiare Verga oggi, e i suoi personaggi, significa continuare a vedere nelle sue opere quel fattore umano, quel riscatto e quei soggetti più deboli con le loro problematiche che hanno continue similitudini con l’uomo attuale anche se in un tempo decisamente diverso. Per questi motivi ritengo che sia di grande importanza studiarlo attentamente». 

La docente Gabriella Alfieri

La docente Gabriella Alfieri 

E sulla ‘centralità’ dell’autore si è soffermata anche la prof.ssa Marina Paino, direttrice del Disum dell’Università di Catania. «I lavori rappresentano il prosieguo del centenario verghiano avviato lo scorso anno e celebrato sia in ambito europeo, sia in quello extraeuropeo, ma di fatto anche l’inizio di uno studio sistematico e promozionale del Verga a livello internazionale sotto all’impulso di questo ateneo – ha spiegato la prof.ssa Paino -. Non a caso il Disum ha ottenuto un finanziamento con fondi Pnrr per la realizzazione di un portale sulla narrativa verista. Grazie a questo fondo eccezionale i nostri ricercatori potranno costruire qualcosa di duraturo aperto agli studiosi di tutto il mondo».

Sui contenuti dei lavori è intervenuta la prof.ssa Gabriella Alfieri che di recente è stata nominata presidente del Comitato nazionale per il centenario delle celebrazioni verghiane.

«Nella prima sessione di lavori abbiamo posto l’accento sul verismo italiano come declinazione del realismo mondiale – ha aggiunto la docente, organizzatrice dei lavori insieme con il prof. Andrea Manganaro -. In questa sessione, invece, studieremo tutti i realismi come il verismo e il naturalismo con nuove prospettive di ricerca sui testi».