Tra i frutteti di Biancavilla, nel territorio etneo, l’arte performativa prende forma dando vita al festival “’A Moontagna Fest” nel Teatro sull’Etna
Nella vita capita di fare scelte che riflettono i nostri desideri profondi. Acquistare un terreno a 1.200 metri sul livello del mare, percorrerlo e trovarvi uno spazio che lascia immaginare un palcoscenico naturale dentro il bosco, per Salvo Drago, attore, ideatore e direttore artistico del festival, questo spazio è diventato una scommessa, vivere e far vivere l’arte a contatto con la natura.
È proprio dentro il respiro dell’Etna, a Biancavilla, condotti dal navigatore. Ad un certo punto, quasi vicini, le indicazioni sul legno ci suggeriscono che siamo arrivati. Si percorre a piedi una stradina in discesa, in terra battuta, in mezzo agli alberi mentre il sole tramonta. Un viaggio di scoperta che ci immette nel frutteto; più si cammina, più è vicino il cuore del Rifugio del poeta. Lo ha chiamato così, Salvo Drago, perché sia un luogo in cui poter trovare riparo ma anche ritrovarsi, scoprire e riscoprirsi.
Oltre il rifugio, si continua a scendere ancora un po’ ed ecco si apre agli occhi un meraviglioso luogo dal silenzio eloquente, in cui regna il canto delle cicale, dove si sta nell’attesa di immergersi in un incontro dove palco e spettatori sono partecipi dell’unico spettacolo insieme alla natura. C’è poi un luogo, appartato, luogo del pensiero, luogo del ricordo; un piccolo tavolo, un’antica macchina da scrivere, il suono dei tasti schiacciati che lascia il segno sui fogli bianchi per poter appendere sulla rete a fianco, un pensiero, un piccolo frammento si sé. Dopo lo spettacolo si ritorna al Rifugio per continuare a condividere in uno spazio Open Mic o consumare da bere o da mangiare.
Uno degli spazi creativi del Rifugio del Poeta
Il Festival è al suo terzo anno. Vuole includere un’idea di teatro che non è solo performance ma è anche comunità, confronto, vivere il luogo con un connubio teatro e natura che regala emozioni senza troppe attese.
Tre spettacoli in programma quest’anno. Il primo, a fine luglio, dal titolo Efesto cascau do’ cielu, di e con Salvo Drago con musiche dal vivo col pianista Fabio Agosta; il direttore artistico apre la rassegna e veste i panni di Efesto che, nella lingua della nostra terra racconta, dalla sua fucina, la sua storia.
Il secondo appuntamento, divertente e leggero, si è tenuto nei primi giorni di agosto con uno spettacolo dal titolo Tonight! Un clown che voleva essere amato? di e con Andrea Barello.
L’ultima tappa ha previsto uno spettacolo di Stand up comedy dal titolo Nevrotico di e con Paolo D’Urso. Tre aspetti della comicità: dal tragicomico di Efesto, alla clownerie che fa ridere, sorridere e riflettere fino alla comicità della stand-up che col suo linguaggio attuale e diretto fa ironia sul mondo attuale.
Salvo Drago durante uno degli spettacoli del festival
Salvo Drago, classe 1992, nutre la sua passione di attore sin da bambino, ricordando i suoi primi passi sul palco del teatro "Nino Martoglio" di Belpasso. Il suo lavoro lo porta spesso a girovagare per l’Italia ed è con la distanza che le idee arrivano e si avverte più stringente l’urgenza di abbracciare la propria terra e farla bella con ciò che si sa fare.
Nel 2014, Salvo Drago entra nella scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta prima da Luca Ronconi e poi da Carmelo Rifici. Poi l’esperienza al Centro Teatrale "Santa Cristina" con Massimo Popolizio e Declan Donnelan. Nel suo percorso ci sono anche Umberto Orsini, Alessandro Serra, Federico Tiezzi, Sandro Lombardi, Nicola Alberto Orofino. Ha lavorato anche per il Teatro Stabile di Catania con Laura Sicignano. Negli ultimi anni, diverse collaborazioni con il regista Alessandro Serra.
È nel 2022 che fonda, insieme a Francesca Gabucci, l’Associazione culturale “Il Rifugio del poeta – Etna” con l’intento di organizzare una rassegna di teatro, musica e danza, in estate, nel cuore della sua amata Etna. Questo terzo anno profuma di conferme e Drago già progetta la prossima estate al Rifugio, nel cuore del suo Teatro sull’Etna.