Il ruolo del genotipo Ldlr nel profilo glicemico e aterosclerotico dell’ipercolesterolemia familiare

È stato recentemente pubblicato sulla rivista Cardiovascular Diabetology l’articolo di Francesco Di Giacomo Barbagallo, specializzando al quarto anno in Geriatria e dottorando di ricerca, coadiuvato dal prof. Roberto Scicali dell’Università di Catania

Le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di morte a livello mondiale e i pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare (FH) sono particolarmente vulnerabili a causa dei loro elevati livelli di colesterolo Ldl, presenti sin dalla nascita.

Questa condizione genetica, spesso causata da mutazioni nel gene del recettore delle Ldl (Ldlr), porta a livelli persistentemente alti di colesterolo Ldl che possono significativamente accelerare lo sviluppo dell'aterosclerosi. Il gene Ldlr codifica per un recettore che normalmente aiuta a rimuovere il colesterolo Ldl dal sangue, e le mutazioni a carico di tale gene possono ridurne l'efficacia, determinando così un'eccessiva quantità di colesterolo Ldl circolante.

L’influenza del genotipo

Le mutazioni del recettore delle Ldl possono essere classificate in base al loro impatto sulla funzione del recettore: mutazioni nulle, che portano alla perdita completa della funzione recettoriale, mutazioni difettive, che riducono la funzione del recettore senza annullarla completamente. 

Queste differenze genetiche sono cruciali perché determinano la risposta del paziente alle terapie ipolipemizzanti standard e influenzano la regolazione del metabolismo lipidico e glicemico. Un controllo glicemico subottimale, aggravato da alti livelli di Ldl, può accelerare ulteriormente l'ossidazione delle lipoproteine a bassa densità, un fenomeno critico nella patogenesi delle placche aterosclerotiche.

È stato recentemente pubblicato sulla rivista Cardiovascular Diabetology l’articolo dal titolo Evaluation of glycemic status and subclinical atherosclerosis in familial hypercholesterolemia subjects with or without LDLR mutation, a firma del dott. Francesco Di Giacomo Barbagallo, specializzando al quarto anno in Geriatria e dottorando di ricerca, coadiuvato dal prof. Roberto Scicali dell’Università di Catania.

Il team di ricerca

Il team di ricerca

Lo studio analizza il ruolo del genotipo Ldlr nel modulare il profilo glicemico e la distribuzione dell’aterosclerosi in 322 pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare (FH) geneticamente confermata con o senza mutazione a carico del gene Ldlr. I risultati dello studio hanno evidenziato un diverso profilo glicemico ed aterosclerotico a seconda del tipo di mutazione del gene LdlrR.

Infatti, i pazienti con mutazione nulla di Ldlr, caratterizzati da una completa perdita di funzione del recettore, hanno mostrato un migliore controllo dei livelli di glucosio e minore disfunzione delle cellule beta pancreatiche.

Una possibile spiegazione potrebbe essere la ridotta esposizione lipidica della beta cellula pancreatica nei pazienti FH con mutazione nulla di Ldlr che potrebbe quindi proteggere le cellule beta dalla lipotossicità, preservandone la funzione insulinica. Al contrario, i pazienti senza mutazioni del recettore Ldl (non-Ldlr) e quelli con mutazioni difettive, che causano una funzione ridotta ma non abolita del recettore, presentano un controllo glicemico meno ottimale.

Dal punto di vista aterosclerotico, il gruppo con mutazioni nulle ha mostrato una maggiore incidenza di calcificazioni nelle arterie coronarie, suggerendo una differente modalità di sviluppo dell'aterosclerosi rispetto agli altri gruppi.

I pazienti con mutazioni difettive e quelli non-Ldlr tendono invece a sviluppare più frequentemente placche aterosclerotiche nelle arterie periferiche, indicando variazioni nella localizzazione dell'aterosclerosi basate sul genotipo.

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Verso una medicina personalizzata

Questi risultati evidenziano come l’analisi genetica possa rappresentare uno strumento prezioso per una migliore stratificazione cardio-metabolica dei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare, auspicando così ad una migliore personalizzazione delle strategie terapeutiche.

Nella pratica clinica, l'integrazione dell’analisi genetica insieme ad una valutazione completa del profilo lipidico, glicemico ed aterosclerotico può migliorare la stratificazione e la gestione dei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare.

Ulteriori ricerche sono essenziali per valutare come, nei pazienti FH, diverse mutazioni genetiche possano influenzare il trattamento e gli outcomes cardio-metabolici.

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