Il ruolo delle Accademie scientifiche italiane

La Gioenia ha chiamato a raccolta tutte le ‘sorelle’ in occasione della celebrazione dei 200 anni dall’inizio delle proprie attività

Mariano Campo e Alfio Russo

«Alcuni amatori delle scienze naturali, intesi a promuoverne i progressi, hanno fondato un'Accademia, cui han dato il soprannome di Gioenia per onorare la memoria del Cavaliere Giuseppe Gioeni, celebre pella sua Litologia Vesuviana, e pel Museo di Storia Naturale da lui eretto in Catania».

Correva l’anno 1824 e il primo articolo dello Statuto costitutivo sanciva la nascita sotto il Vulcano, ad opera di un gruppo di intellettuali e di docenti universitari, del prestigioso sodalizio scientifico che si sarebbe ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama culturale europeo, dedicando il proprio interesse scientifico in particolare verso la Sicilia.

Gioeni d’Angiò, naturalista e vulcanologo scomparso nel 1822, aveva donato infatti all’ateneo catanese nel 1779 una collezione di conchiglie, fossili, gessi e cristalli che costituiva il primo Gabinetto di Storia naturale nell’Università ad imitazione di quello già esistente nel palazzo del principe di Biscari, Ignazio Paternò Castello.

L’Accademia Gioenia si articolò quindi in due sezioni dedicate rispettivamente alla fisica e alle scienze naturali e divenne il principale luogo di socialità per la borghesia colta della città, di informazione sulle novità editoriali, sulle acquisizioni scientifiche e sui principali dibattiti italiani ed europei.

Il numero dei frequentatori abituali, inclusi molti giovani in qualità di allievi dell’Accademia, crebbe notevolmente al punto che nel 1836 fu necessario l’utilizzo di altri locali al piano terra del palazzo dello Studium per l’ingrandimento del suo Gabinetto letterario e della sua biblioteca.

Giuseppe Gioeni

Giuseppe Gioeni

«La principale novità delle Accademia scientifiche cittadine che nascono tra il XVII e il XIX secolo dello scorso millennio è la priorità assegnata alla osservazione diretta della natura e al metodo sperimentale al di là di ogni vincolo di tradizione e autorità», ha osservato l’attuale presidente della Gioenia, il prof. Daniele Condorelli, ordinario di Biochimica al dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche, in occasione della giornata di studio dal titolo Le Accademie nella Società odierna”, promossa nell’ambito delle celebrazioni per i 200 anni di attività dell’Accademia Gioenia di Catania, inaugurata solennemente il 16 maggio 1824.

«L’Accademia dei Lincei (1603), l’Accademia del Cimento (1657) e l’Accademia degli Inquieti, che diventerà poi l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna (1691) sono alcuni tra gli esempi più noti – aggiunge il prof. Condorelli -. Mentre la loro nascita rifletteva realmente l’esigenza di individui che traevano motivazione e soddisfazione dallo scambio di nuove idee e conoscenze e credevano nell’importanza dell’attività scientifica come opera corale di utilità sociale, era altrettanto chiaro che motivazioni addizionali, variabili nel tipo e nella quantità nel corso del tempo, si sovrapponevano all’esigenza primaria fino a soffocarla o sostituirla. Alcune di queste, pur lasciando un’importante traccia nella storia della scienza, sono durate pochi anni, altre invece sono arrivate ai giorni nostri con una attività quasi continua».

Il prof. Daniele Condorelli

Il prof. Daniele Condorelli

Per celebrare i primi due secoli della propria attività, l’Accademia Gioenia di Catania ha chiamato a raccolta, venerdì 24 maggio, alcune delle più importanti accademie italiane non soltanto per un suggestivo amarcord sulle origini, quanto per riflettere sul ruolo e sull’importanza che questo genere di sodalizi possono rivestire nel XXI secolo. Illustri rappresentanti delle Accademie dei Lincei, dei Georgofili, dei Fisiocritici di Siena, di Scienze Lettere e Arti di Palermo, delle Scienze dell’Istituto di Bologna, delle Scienze di Torino, dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e degli Zelanti e dei Dafnici saranno presenti nell’aula più importante dell’Università per portare il proprio contributo di storia ed esperienza.

«Le funzioni e il ruolo sociale delle Accademie – continua il prof. Condorelli - si sono modificati con il variare delle strutture socio-politiche. Gli statuti accademici ottocenteschi rappresentano un buon punto di riferimento per definire il ruolo di quelle associazioni e per distinguerle dalle altre strutture di trasmissione e produzione della cultura scientifica come le Università locali, le Società scientifiche nazionali e gli enti pubblici di ricerca. In questo senso l’analisi della storia e dei rapporti tra Università e Accademie in diverse città italiane fornisce una visione più chiara sia del loro ruolo sia dell’evoluzione di quest’ultimo».

Un momento della giornata di studi

Un momento della giornata di studi

«La giornata di studi ha proprio l’ambizione di fornire una panoramica su questa tematica: tra le missioni attuali delle accademie scientifiche italiane, associazioni private no-profit fondate sulla cooptazione e sul volontariato, ci sono il dialogo interdisciplinare fra cultori di discipline scientifiche che agiscono in ambiti nettamente separati nelle Università o nelle Società scientifiche, la divulgazione e disseminazione scientifica, anche su settori senza apparenti ricadute applicative immediate, la revisione dell’informazione affidabile su problematiche emergenti di interesse sociale, la conservazione e valorizzazione del patrimonio librario e documentale, e il contributo a tutte quelle attività che sono oggi elencate con il termine di “terza missione”», ha continuato il prof. Condorelli.

Un altro degli aspetti cruciali riguarda il rapporto tra le varie accademie cittadine e gli atenei di riferimento. «Nel caso della Gioenia – ricorda il prof. Condorelli -, questo rapporto è particolarmente spiccato. Essa ha avuto la sua prima sede proprio nel Palazzo universitario, da dove fu trasferita, dopo circa 120 anni (tra il 1945 e il 1950), nel Palazzo delle Scienze, in corso Italia. Attualmente ha sede presso un altro edificio di proprietà dell’Università, il Palazzotto Biscari di Via Etnea 29. La maggior parte dei suoi soci fondatori, inoltre, sono professori universitari e lo stesso vale per gli attuali soci».

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

«La complementarietà tra gli scopi e le funzioni sociali dell’Università e dell’Accademia si è andata modificando progressivamente nel tempo adattandosi alle diverse condizioni storiche e sociali e alle modifiche introdotte dalla legislazione nazionale per gli atenei – ha detto -. Grazie alla maggior duttilità, alle dimensioni ridotte, all’assenza di conflitti di interesse e alla base volontaria della loro azione, le accademie da un lato devono individuare, in concerto con l’Università, azioni complementari per la promozione della cultura scientifica, e dall’altro fungere da laboratorio di sperimentazione per iniziative di nuovo tipo che possano precorrere i tempi. In questo senso, le attività delle Accademie nel territorio italiano rappresentano una interessante riserva di variabilità genetica da conoscere ed esaminare».

Infine, il rapporto con la città, rimarcato tramite le periodiche iniziative della Gioenia, come ‘il Caffè scientifico’ e le “Adunanze pubbliche”, esplicitamente aperte ai cittadini. «Puntiamo sempre ad avere un pubblico eterogeneo per età e per formazione culturale – sottolinea Condorelli -. Uno dei compiti dell’Accademia è stimolare la partecipazione a eventi collettivi di questo tipo dove il protagonista non è il relatore ma il pubblico stesso che partecipa a una discussione finale basata su una esposizione razionale degli argomenti. L’abitudine alla fruizione solitaria di eventi culturali dinanzi allo schermo di un computer sta purtroppo riducendo lo sviluppo di capacità comunicative essenziali per una vita sociale partecipata e cooperativa».

In foto da sinistra i docenti Antonio Condorelli, Francesco Priolo e Paolo La Greca

In foto da sinistra i docenti Daniele Condorelli, Francesco Priolo e Paolo La Greca

«L’ambizione dell’Accademia – ha evidenziato l’attuale presidente - è quella di poter rappresentare un luogo dove ritrovare la possibilità di sentire opinioni ragionate su argomenti scientifici fondamentali, guardando anche alle nuove problematiche che inquietano la società odierna, fornendo l’approfondimento e il tempo necessario per una comprensione migliore, cercando sempre di separare i fatti scientifici dalla semplice opinione di esperti, e uno spazio nel quale poter esprimere in modo ordinato le proprie idee o i propri dubbi».

Prima della lunga relazione del presidente dell’Accademia Gioenia, il prof. Daniele Condorelli, sono intervenuti il rettore Francesco Priolo dell’Università di Catania e il vicesindaco della città dell’Elefante, il prof. Paolo La Greca.

«L’Accademia Gioenia ha legato in modo indissolubile i suoi 200 anni di storia all’Università di Catania e alla città. Non a caso la maggior parte dei suoi soci sono stati docenti dell’ateneo siciliano più antico intrecciando le loro ricerche nei diversi campi umanistici e scientifici. È uno dei centri di promozione culturale della città e adesso è chiamata a rinnovarsi per svolgere un ruolo ancora più attivo nella società di oggi. Tantissimi auguri», ha detto il rettore Francesco Priolo.

A seguire il messaggio di saluto rivolto dal vicesindaco di Catania, il prof. Paolo La Greca, che ha evidenziato «come l’Accademia Gioenia rappresenti un patrimonio per la città e come la sua storia sia legata all’Università che proprio tra dieci anni compirà sei secoli di storia».

Un momento dell'intervento del prof. Paolo La Greca

Un momento dell'intervento del prof. Paolo La Greca

«Quella dell’ateneo catanese, fondato nel 1434, infatti, è una storia lunga, sempre legata alla città di Catania, operando sempre in sinergia, oggi più che mai, con l’amministrazione – ha aggiunto il vicesindaco Paolo La Greca -. E anche l’Accademia Gioenia, nel solco della sua tradizione, essendo stata istituita proprio qualche anno dopo la prima Rivoluzione industriale, ha rappresentato un “faro” culturale per la città mettendo sempre al centro le relazioni umane. Il ruolo delle accademie e delle istituzioni è proprio questo, mettere in relazioni i liberi pensieri per il bene della città».

Al convegno sono intervenuti i presidenti o i delegati di altre Accademie italiane per confrontare le esperienze culturali e le origini storiche delle varie accademie, mettere in evidenza l'importanza del loro ruolo e programmare le attività future allo scopo di incidere con maggior efficacia sulla società odierna.

In particolar modo i rappresentanti dell’Accademia dei Lincei (Marco Tavani), dell’Accademia dei Georgofili (Massimo Vincenzini), dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena (Matteo Guidotti), dell’Accademia nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Palermo (Filippo Sorbello), dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna (Paola Monari), dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere (Stefano Maiorana), dell’Accademia delle Scienze di Torino (Massimo Mori), e dell'Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici (Michelangelo Patanè).

Annullo filatelico

Annullo filatelico celebrativo dei 200 anni dell'Accademia Gioenia. In foto da sinistra i docenti Francesco Priolo, Daniele Condorelli e Rossana Sanfilippo

Ad intervenire anche i rappresentanti della Società di Storia Patria di Catania (Alfio Signorelli), del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali (la prof.ssa Antonietta Rosso, responsabile scientifica del Museo di Paleontologia) e del Club Alpino Italiano – sezione di Catania (Salvatore Caffo).

Per festeggiare i 200 anni dell’Accademia Gioenia è stato anche attivato un annullo filatelico celebrativo da parte di Poste Italiane.