Il ruolo dell’Europa nel nuovo paradigma geopolitico mondiale

L’ex premier e commissario europeo Paolo Gentiloni ha incontrato gli studenti dell’Università di Catania e raccontato la sua esperienza dentro e fuori i confini nazionali tra sfide affrontate e prospettive future

Veronica Barbagallo, Stefano Caputo, Matteo Catena e Martina Giuffrida

In un’Europa profondamente segnata dai cambiamenti post-Covid, Paolo Gentiloni ha tracciato un quadro lucido del presente e del futuro dell’Unione europea in occasione della lectio magistralis - dal titolo La mia Europa - che ha tenuto nell’aula magna di Palazzo Pedagaggi, sede del Dipartimento di scienze politiche e sociali.

Nel contesto delle celebrazioni per gli ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’ex commissario europeo per l'Italia, ha pronunciato un intervento intenso e ricco di spunti storici e politici. Dopo un sentito omaggio ai giovani soldati americani e britannici caduti nel Sud Italia, Gentiloni ha presentato un quadro ampio della condizione attuale dell’Europa, tra le sfide del presente e i pericoli del futuro.

«La ricostruzione del dopoguerra è stata possibile grazie ad un’America lungimirante che ha investito in Europa con il Piano Marshall e posto le basi di un nuovo ordine mondiale – ha detto -. Ma non lo ha fatto per altruismo: seguiva un suo disegno strategico. Eppure, funzionò».

Una lezione che, secondo Gentiloni, l’Europa ha dimenticato. «Abbiamo creduto di vivere in una nuova Belle Époque, ignorando che il mondo attorno stava cambiando: la Cina e la Russia si aprivano, la globalizzazione correva. Oggi paghiamo l’illusione di un progresso garantito», ha proseguito.

Nel delineare il ruolo dell’Europa in questo contesto, Paolo Gentiloni ha evidenziato “l'esigenza di non limitare lo sguardo dell'Ue ai rapporti internazionali solo con gli Stati Uniti e con la Russia, ma a considerare anche la dimensione verticale, quella che ci lega al Mediterraneo e all’Africa”.

Un momento dell'intervento di Paolo Gentiloni

Un momento dell'intervento di Paolo Gentiloni

“Se guardiamo ai prossimi 10, 20 o 30 anni ci rendiamo conto che l'unica parte del mondo che cresce in termini demografici è l'Africa – ha tenuto a precisare l’ex commissario europeo -. Le vere sfide dei i nostri figli e dei nostri nipoti saranno legati ai rapporti che riusciremo ad avere noi europei con il Mediterraneo e con l'Africa. Perché lì c'è la prospettiva di sviluppo, ma ci sono anche i rischi. Pensiamo al cambiamento climatico, pensiamo a quello che un'Africa che non riesce a proseguire nello sviluppo può produrre in termini di crisi”.

“Quindi è bene concentrarsi sulle minacce di Putin, ma senza mai dimenticare questa dimensione verticale in cui abiteranno in futuro, tra 15 anni circa, oltre 2 miliardi di persone secondo le previsioni”, ha detto.

Con parole nette ha evidenziato i limiti dell’Ue: la mancanza di una difesa comune, un processo di integrazione in fase di stallo e decenni di dipendenza energetica dalla Russia, rivelatasi «un errore strategico gravissimo».

A questo proposito ha citato la decisione presa dal governo tedesco pochi giorni prima dell'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina di cancellare il gasdotto Nord Stream 2, che avrebbe trasportato gas naturale dalla Russia all'Europa, come esempio emblematico del fallimento di quella illusione secondo cui i rapporti commerciali avrebbero reso Mosca una democrazia stabile.

Gentiloni ha poi criticato l’arretratezza tecnologica europea e la mancanza di investimenti sull’innovazione. “Tutte le grandi rivoluzioni digitali arrivano da fuori. Non possiamo continuare a rincorrere”, ha detto.

Il giudizio si è fatto ancora più duro parlando della presidenza Trump, definita portatrice di “un’ideologia antieuropeista che mira allo smantellamento dell’Ue”, facendo riferimento a un punto del cosiddetto Project 2025, considerato da molti il manifesto ideologico dell’attuale amministrazione americana. Secondo l’ex commissario, “l’Europa non può più contare su un’alleanza automatica con gli Stati Uniti e deve imparare a reggersi sulle proprie gambe”.

“Abbiamo vissuto a lungo con l’idea che gli americani garantissero la nostra sicurezza, che dalla Russia arrivasse gas a buon mercato e che il mercato cinese fosse solo un’opportunità, ma ad oggi dobbiamo aprire gli occhi: dalla Cina arriva una concorrenza fortissima, del gas russo dobbiamo fare a meno e gli Stati Uniti si stanno ritirando dal loro ruolo di garanti della nostra sicurezza”, ha sottolineato.

“Quindi bisogna oggi l’Ue deve farsi carico del nostro sviluppo, della nostra sicurezza, senza però perdere l'identità dell'Europa che è l'identità di una grande potenza di pace ed è l'identità di un territorio”, ha proseguito Gentiloni delineando un bilancio severo dei cambiamenti geopolitici in atto.

Il folto pubblico presente nell'aula magna di Palazzo Pedagaggi

Il folto pubblico presente nell'aula magna di Palazzo Pedagaggi

“Viviamo oggi in un sistema bipolare, dominato da Stati Uniti e Cina. Un equilibrio instabile”, ha detto. Un equilibrio che, come ha affermato a più riprese, richiama alla mente la celebre trappola di Tucidide, analizzata da Graham T. Allison nel suo libro del 2017. “Quando una potenza emergente sfida quella dominante, la storia ci insegna che il rischio di conflitto aumenta drasticamente. Le tensioni tra le due superpotenze non vanno sottovalutate”, ha precisato.

L’Europa dunque, secondo Gentiloni, deve reagire con rapidità, assumendosi nuove responsabilità. “Adesso abbiamo, soprattutto con la presidenza di Trump, delle nuove emergenze, in un mondo sempre più segnato dalla rivalità tra Stati Uniti e Cina, l’Europa rischia di restare ai margini», ha affermato. In questo scenario incerto, secondo Gentiloni, “l’Europa potrebbe giocare un ruolo decisivo”. “Ha le risorse, i valori e la posizione per proporre un’alternativa fondata sulla cooperazione, sullo Stato di diritto e sulla sostenibilità”, ha precisato.

«Il mondo non ci aspetta. Se non ci svegliamo, saremo schiacciati tra le nuove potenze. La competizione è globale, e chi è diviso è destinato a perdere. Per l'Europa è un momento molto delicato perché noi siamo abituati a un ordine mondiale che in questi 80 anni ha consentito all'Europa di crescere, di unirsi, di allargarsi e di avere, tutto sommato, molti vantaggi come la pace e la prosperità. Adesso questo ordine mondiale che ha garantito per ottant’anni pace, sviluppo e integrazione sta scricchiolando e il disimpegno progressivo degli Stati Uniti ne è una delle cause principali”, ha sottolineato.

Per l’ex presidente del Consiglio, “questo può rappresentare una minaccia per noi europei o un momento di opportunità, sicuramente l’avvento di Trump può essere una sveglia per noi”. “Allo stesso tempo, l’Ue deve affrontare anche sfide interne. Il caso dell’Ungheria di Orbán evidenzia quanto sia complicato far rispettare i valori fondanti dell’Ue sanciti dai trattati”, ha detto.

Un momento dell'intervento di Paolo Gentiloni

Un momento dell'intervento di Paolo Gentiloni

“Noi eravamo abituati a una geografia dello sviluppo economico nell’Europa in cui i paesi del centro-nord andavano bene e quelli del sud battevano la fiacca in termini di crescita – ha detto -. Dopo il Covid questa geografia si è modificata grazie al Next Generation EU che noi in Italia chiamiamo PNRR. Un sostegno che ha consentito a Paesi come il nostro e ancora di più a paesi come la Spagna e la Grecia di avere un livello di crescita migliore della Germania, dell'Austria, dell'Olanda o dei Paesi scandinavi. Non era mai successo ed è la dimostrazione che quando si usano fondi comuni le differenze tra nord e sud dell'Europa si possono ridurre”.

Ricordando l’esperienza da commissario europeo durante il periodo pandemico ha richiamato una citatissima frase di Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’UE, secondo cui l’Europa cresce attraverso le crisi, una "teoria che si è rivelata corretta almeno in quella circostanza, dove per la prima volta nella storia europea gli stati membri hanno deciso di fare debito comune”.

E anche in merito all'aggressione russa in Ucraina, la nuova crisi interna all’Europa, “l’Ue ha mostrato una politica estera comune abbastanza efficace”. “Ma l’Ue, in un mondo che va sempre più veloce, è chiamata a nuove sfide che si chiamano difesa comune e competitività - ha sottolineato -. L’Ue deve reagire alle nuove emergenze affrontandole insieme altrimenti rischia di essere schiacciata tra i poteri degli Usa e della Cina”.

In definitiva, il futuro dell’Europa dipenderà dalla sua capacità di evolversi senza perdere la propria identità. Essere europeisti non significa rinunciare al senso di appartenenza nazionale, ma riconoscere che solo integrando le nostre forze possiamo affrontare le sfide globali. Il messaggio di Gentiloni è chiaro: "l’Europa ha ancora un’occasione, ma il tempo per agire è quasi finito".

In precedenza, nell’aula magna di Palazzo Pedagaggi, sono intervenuti il rettore Francesco Priolo, la direttrice del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Pinella Di Gregorio, e il docente di Diritto dell'Unione europea, Alessandro Tomaselli.

Un momento dell'intervento della prof.ssa Pinella Di Gregorio

Un momento dell'intervento della prof.ssa Pinella Di Gregorio

“Paolo Gentiloni rappresenta una figura di spicco in campo politico e intellettuale per la sua idea di Europa che ha sempre cullato e portato avanti soprattutto in un periodo in cui si sono dovute affrontare sfide importanti come la pandemia da Covid – ha detto la prof.ssa Pinella Di Gregorio -. Adesso il conflitto russo-ucraino è una nuova sfida in una Europa accerchiata da più parti, ma da sempre luogo di mediazione nel Mediterraneo. Credo che dovremmo trattare l’Ue come la nostra casa e, quindi, proteggerla”.

La giornata di Paolo Gentiloni è poi proseguita, trattando gli stessi argomenti, nel corso dell’incontro con le allieve e gli allievi della Scuola Superiore di Catania, a Villa San Saverio, rispondendo alle loro domande, nel corso di un nuovo appuntamento del ciclo degli Inspiration Days della Scuola. 

Qui è stato introdotto, oltre che dal rettore Francesco Priolo, dal presidente della Scuola Superiore dell'Università di Catania Daniele Malfitana, che ha sottolineato "la valenza motivazionale" della ‘lectio’ dell’ex presidente del Consiglio, e dall’allievo Alessandro Motta, che ha illustrato le varie tappe della carriera politica di Gentiloni.

Un momento dell'incontro alla Scuola Superiore di Catania

Un momento dell'incontro alla Scuola Superiore di Catania

Hanno collaborato Mariano Campo e Alfio Russo

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