Il Sax di Lakecia Benjamin

Un omaggio al passato, con lo sguardo verso il futuro, al Metropolitan per Catania Jazz

Giusy Andolina (foto di Olga Consoli)

«Amo sempre tornare in Italia, con i suoi splendidi paesaggi, la cultura, il cibo, la terra, lo spirito degli italiani». La carismatica sassofonista americana Lakecia Benjamin, in concerto per la prima volta in Sicilia, si è presentata così, con un travolgente entusiasmo, al Teatro Metropolitan per il concerto inserito all’interno del cartellone di Catania Jazz.

Sempre elegantissima sul palco, Lakecia Benjamin – tre nomination ai Grammy Awards - è fra le nuove stelle internazionali del jazz, con sonorità tradizionali e una miscela di hip hop, soul, R&B, funk. Ad accompagnarla sul palco Oscar Perez al piano, Elias Bailey al contrabbasso, E.J. Strickland alla batteria.

In sala Lakecia Benjamin suona con una energia contagiosa, con foga e slancio, celebrando tutte le donne nel jazz, e le donne nel mondo in generale.

«Io credo che questa sia l’era delle donne, e gli uomini non possono che applaudire», ha spiegato l'artista tra un brano e un altro.

In realtà, nelle sue canzoni, l’artista si rivolge a un intero mondo: ci sono le rivolte della popolazione nera, c’è la sofferenza dei poveri, la rivendicazione sociale degli esclusi, in una società brulicante di razze e culture e di ogni diversità.

«Volevo creare un album, Phoenix, che rifletta i tempi in cui viviamo, a livello spirituale ed emotivo e raccontare una storia in cui gli ascoltatori si possano identificare – racconta l’artista -. Mi sento come una fenice, e so che tutti ci sentiamo così. Chiunque al mondo, in questo preciso momento, combatte le sue battaglie, con i suoi alti e bassi, da cui costantemente impara. È la natura umana. Dobbiamo tutti risorgere dalle nostre ceneri. E la musica può esorcizzare i nostri mali».

Pertanto Lakecia conclude il concerto sottolineando che «il mio intento è quello di condividere con il pubblico una vera e propria esperienza di vita comune, come se viaggiassimo assieme. Faremo festa, balleremo, rideremo, ne sono sicura».

Lakecia Benjamin in concerto al Teatro Metropolitan per Catania Jazz

Lakecia Benjamin in concerto al Teatro Metropolitan per Catania Jazz

Definita dagli autorevoli critici di Downbeat il “miglior astro nascente del sax”, ha condiviso il palcoscenico con musicisti del calibro di Alicia Keys, Missy Elliot, The Roots, Macy Gray e Stevie Wonder.

Nata a New York il 20 ottobre 1982, è cresciuta a Washington Heights, in un’area abitata prevalentemente da persone provenienti dall’America Latina.

Suona il sassofono dai tempi delle scuole elementari e scrive canzoni da quando aveva 13 anni. Ha studiato alla Fiorello La Guardia High School for the Performing Arts, per poi unirsi al rinomato programma jazz della New School University di New York.

Il suo primo album personale, Retox, è uscito nel 2012. Seguito da Rise up nel 2018; Pursuance: The Coltranes nel 2020 dedicato a John e Alice Coltrane e Phoenix nel 2023, sintesi delle radici musicali a cui attinge, arrivato dopo un brutto periodo caratterizzato da un grave incidente d’auto, e gli anni della pandemia vissuta a New York.

Nonostante i riconoscimenti ricevuti da Pursuance, Phoenix (Whirlwind Recordings) è l'album che ha maggiormente entusiasmato l'artista.

Phoenix rappresenta, infatti, una doppia metafora. Da un lato, racconta le cadute e le risalite della sua città, New York: «Qui ci sono persone di tutte le razze e culture, cresci apprezzando l’arte e ogni diversità. E ciò si riversa nella musica che fai».

Dall’altro, il riferimento va alle sue esperienze personali, alla sua rinascita e il ritorno alla vita dopo il periodo pandemico.

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Pertanto costituisce una testimonianza diretta dell’evoluzione musicale che questa sassofonista e compositrice ha avuto negli anni, un’ascesa stratosferica di un’artista che sa fermamente cosa vuole dire e il modo esatto con cui comunicarlo.

Al di là delle influenze personali, l’album è anche un’occasione per mettere in luce anche la creatività, il talento e l’impegno degli artisti di cui si circonda.

L’album vanta la partecipazione di alcune figure di riferimento della scena culturale americana che hanno collaborato, come la cantante Dianne Reeves, le poetesse Georgia Anne Muldrow e Sonia Sanchez, la pianista Patrice Rushen, l’attivista Angela Davis e Wayne Shorter, recentemente scomparso, che Lakecia definisce “the ultimate guru”.

«In Phoenix ho voluto coinvolgere persone che non solo fossero in sintonia con la mia musica, ma che testimoniassero le nostre comuni radici», specifica Lakecia Benjamin a proposito di un album che partendo dall’humus culturale afroamericano riflette bene il presente e si proietta verso il futuro.

In Supernova si ascolta la voce di Wayne Shorter; mentre nel brano di apertura, Amerikan Skin, la sassofonista ha trovato la registrazione di un discorso tenutosi nel 2017 al Centre de Cultura Contemporània de Barcelona intitolato Revolution Today dell’attivista e scrittrice afroamericana Angela Davis, una delle voci più autorevoli del femminismo nero e delle lotte degli afroamericani negli anni 60 e 70. 

In quel discorso, la voce di Angela Davis evidenziava che “la speranza rivoluzionaria risiede proprio tra quelle donne che sono state abbandonate dalla storia e che ora si alzano in piedi e fanno sentire le loro richieste".

Lakecia Benjamin in concerto al Teatro Metropolitan per Catania Jazz

Lakecia Benjamin in concerto al Teatro Metropolitan per Catania Jazz