Un incontro tra lirismo e virtuosismo che travalica il tempo e lo spazio, omaggio al Cigno di Catania
Per il quarto anno consecutivo la Regione Siciliana con la rassegna Belliniana - Omaggio al Cigno di Catania celebra attraverso una serie di concerti, spettacoli e incontri culturali, il genio del Belcanto. “Bellini - Paganini: un dialogo (im)possibile”, concerto di grande spessore culturale e musicale tenutosi nella suggestiva cornice di Villa Bellini a Catania, ha rappresentato un trionfo di arte, musica e cultura, nonché un omaggio sentito e innovativo al compositore Vincenzo Bellini, orgoglio della città catanese.
Sotto la guida dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, le musiche del sommo compositore insieme a quelle di Niccolò Paganini sono state presentate in una veste inedita, grazie agli arrangiamenti e alle rielaborazioni dei compositori contemporanei Stefano Di Battista, Igor Caiazza e Roberto Molinelli. rivolgendosi agli appassionati di musica classica quanto a un pubblico più ampio e variegato, coniugando la ricerca artistica con la comunicazione emotiva.
L'idea di un dialogo immaginario e al contempo (im)possibile tra due grandi geni dell’Ottocento italiano Vincenzo Bellini e Niccolò Paganini, si è rivelato un esperimento musicale coraggioso e innovativo, offrendo una chiave di lettura del tutto originale portando all’esplorazione del rapporto di due linguaggi musicali apparentemente distanti, rappresentati dalla liricità malinconica di Vincenzo Bellini interpretata dalla voce recitante dell’attore Vincenzo De Michele e dalla virtuosistica esuberanza di Paganini, recitata da Giampiero Mancini.
Il testo di Mancini ha fatto da filo conduttore narrativo, unendo le diverse sezioni del concerto con un racconto che, senza tradire la storicità dei due compositori, ha dato vita a un’interazione quasi onirica tra le loro personalità e il loro genio musicale. Ha ritratto con le parole la loro presunta conversazione, esplorando le affinità inaspettate, divergenze irriducibili, passioni e i tormenti, rivelando aspetti più intimi e meno noti dei due artisti. Un dialogo che, pur nella sua impossibilità storica, ha trovato una sua verità artistica, facendo emergere l’universalità del linguaggio musicale.
Un momento dello spettacolo
L’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, guidata con precisione da Roberto Molinelli, ha donato voce a questa conversazione con arrangiamenti che amalgamassero stili e periodi differenti, costruendo un ponte sonoro tra il passato e il presente, operando su una sintesi perfetta e dimostrando come il dialogo tra i due compositori, per quanto impossibile, possa rivelarsi straordinariamente fertile sul piano artistico. Segue, l’interpretazione di Ettore Pellegrino di alcuni Capricci di Niccolò Paganini pubblicati nel 1820, in cui ha manifestato notevole padronanza tecnica e sensibilità artistica, passando con disinvoltura da passaggi più vertiginosi a quelli più lirici e intimi.
Nel corso della serata, la presenza di Stefano Di Battista, sassofonista di fama internazionale, insieme ad Andrea Rea pianoforte, Daniele Sorrentino contrabbasso, Luigi Del Prete batteria e Nicky Nicolai voce hanno introdotto elementi jazzistici nelle rielaborazioni, rendendo le arie belliniane fresche e inaspettate e aggiungendo una dimensione lirica che ha amplificato la cantabilità delle melodie, quasi cinematografiche, senza mai tradirne l’intima essenza melodica e lirica.
La poeticità di Vincenzo Bellini, è stata reinterpretata e variata attraverso un’inedita chiave ritmica da Igor Caiazza, creando un contrappunto dinamico alle linee melodiche e conferendo alle composizioni una vivacità nuova e mettendo in luce timbri e ritmi, passionalità ed energia.
La platea, coinvolta e appassionata, ha risposto con applausi scroscianti a ogni esecuzione, manifestando un entusiasmo che ne testimonia la riuscita di un repertorio ricco di mescolanze musicali e stilistiche che siano terreno fertile per la sperimentazione e l'innovazione anche tra coloro che cercano nelle performance artistiche nuovi stimoli e interpretazioni. Un chiaro esempio di come la musica possa continuare a parlare, a dialogare e a reinventarsi, senza tempo e senza confini.