“Impariamo a far emergere da noi un moto di carità”

L’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, ha presieduto la Messa di Natale di Unict. Omaggiate anche le studentesse Laura Salafia, Chiara Adorno e Giulia Cecchettin

Alfio Russo

«Le due comunità, quella universitaria e quella ecclesiastica, hanno stretto una profonda e importante collaborazione e sinergia per il bene della nostra società e, in questo contesto, voglio sottolineare l’impegno nel campo della dispersione scolastica, vera piaga della nostra città. E di questo voglio ringraziare e augurare buon lavoro ai tirocinanti impegnati nelle attività di doposcuola nelle zone di frontiera del territorio». Con queste parole mons. Luigi Renna, arcivescovo metropolita di Catania, ha concluso la celebrazione della Messa di Natale per la comunità universitaria catanese in un’affollata Chiesa San Michele Arcangelo ai Minoriti.

E, nel corso dell’omelia, rivolgendosi ai componenti della comunità accademica, mons. Luigi Renna ha sottolineato che «per gli uomini e le donne che investono la loro vita nella cultura e nell’impegno accademico può essere illuminante il riferimento alla fede di un uomo di cultura come voi, Blaise Pascal, il grande matematico e filosofo di cui quest’anno celebriamo il quarto centenario della nascita».

Un momento dell'omelia di mons. Luigi Renna

Un momento dell'omelia di mons. Luigi Renna

E prendendo spunto dall’esperienza di fede di Pascal, mons. Renna ha evidenziato che «le persone a servizio delle scienze debbano godere della luce che illumina le vostre vite e con esse i vostri saperi» e, inoltre, che «da Pascal occorre imparare che la cosa più grande è far emergere da noi un moto di carità».

«Solo questo ci rende veramente felici e ci restituisce quell’umanità che Dio è venuto ad abitare e nella quale si è sentito a casa sua, riprendendo la sua avventura con l’uomo, con ogni uomo. Buon Natale», ha detto in chiusura di omelia mons. Luigi Renna.

A celebrare la messa, insieme con l’arcivescovo, anche padre Narciso Sunda Sj (vice direttore della Pastorale universitaria), don Antonino Sapuppo (direttore dell’Istituto Teologico San Paolo di Catania) e padre Sebastiano Scamporrino.

Docenti e studenti presenti alla celebrazione

Docenti e studenti presenti alla celebrazione

La liturgia è stata animata dal gruppo dei giovani studenti della Pastorale Universitaria su cui si è soffermata la prof.ssa Arianna Rotondo

«Il gruppo dei giovani studenti della Pastorale universitaria è un percorso creato per le studentesse e studenti di diversi dipartimenti universitari da padre Narciso Sunda Sj, un vero dono per tutti noi voluto con ambizione, intelligenza e partecipazione», ha detto la docente che riveste il ruolo di direttrice della Pastorale universitaria.

«Un percorso in quattro tappe che ha previsto anche un laboratorio di cartapesta e diversi incontri spirituali al Centro universitario teatrale dell’ateneo catanese a cui hanno preso parte 70 studenti. È innegabile che la forza della componente studentesca rappresenti una risorsa per l’Università di Catania che va ascoltata. Un invito a creare nuovi legami per tutti noi», ha aggiunto.

Un momento dell'intervento della prof.ssa Arianna Rotondo

Un momento dell'intervento della prof.ssa Arianna Rotondo

A seguire il rettore Francesco Priolo, dopo aver ringraziato mons. Luigi Renna per la sua «presenza costante al fianco della comunità accademica», ha ribadito «l’impegno dell’Università di Catania, con al fianco la Chiesa, nel sociale con diverse iniziative mirate al territorio, ai bambini e agli studenti universitari».

«Natale è anche un momento di bilancio per tutti noi, per la nostra comunità, un’occasione per programmare il futuro, ma anche per fare memoria – ha aggiunto il prof. Francesco Priolo alla presenza, tra gli altri, della prorettrice Francesca Longo e del direttore generale Corrado Spinella -. Purtroppo quest’anno ci hanno lasciato alcune studentesse universitarie. Il mio pensiero corre a Laura Salafia che ha incarnato fino all’ultimo la forza per la vita, un esempio per tutti noi».

«E poi Chiara Adorno, neo immatricolata con i suoi sogni e voglia di realizzarsi. Il mio pensiero commosso e augurio che tutto ciò non avvenga mai più, ma ciascuno di noi deve fare tesoro di tutto, perché la responsabilità è di tutti noi – ha aggiunto -. L’ultimo pensiero è per Giulia Cecchettin e per tutte le vittime di femminicidio. Il mio augurio è di interrogarsi dentro su cosa la nostra comunità accademica può fare perché veramente questo mondo possa cambiare».

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo