Confindustria e Crui rilanciano il dialogo strategico tra università e industria con un nuovo modello di collaborazione a sostegno della competitività nazionale ed europea
Rilanciare il dialogo strategico tra il mondo universitario e quello industriale delineando un nuovo modello di collaborazione a sostegno della competitività nazionale ed europea. Un obiettivo che Confindustria e Crui - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane intendono raggiungere tramite l'attivazione, nei prossimi mesi, di tavoli tematici permanenti dedicati ai settori strategici ed emergenti: dalle due transizioni green e digital all'aerospazio, dal turismo all'ambito farmaceutico e biomedico, dalla mobilità del futuro all'intelligenza artificiale, dalla manifattura avanzata alla catena del cibo.
I tavoli permanenti costituiranno un'occasione di confronto costante, valorizzando le sinergie esistenti e creando nuove opportunità di sviluppo condiviso. Industria e università, quindi, sono protagoniste della filiera dell'innovazione: se operano in piena sinergia rappresentano la leva fondamentale per il progresso del sistema Paese attraverso processi virtuosi di trasferimento tecnologico, sviluppo di nuovi prodotti e servizi e promozione del benessere sociale.
È quanto emerso nel corso dell’incontro Industria e Università, insieme per l'innovazione che si è svolto ieri a Roma promosso da Confindustria e Crui.
«Se la prosperità di un Paese fosse un albero, l'innovazione sarebbe il suo tronco. Non solo l'innovazione tecnologica, ma anche quella culturale, quella sociale, quella insita nel rinnovamento relazionale fra istituzioni, e fra queste e i cittadini», ha affermato Giovanna Iannantuoni, Presidente della Crui, per la quale «non c'è dubbio però che le radici sarebbero costituite dal rapporto fra Università e Imprese».
«Dalla collaborazione che rende la scoperta scientifica processo o prodotto utile al miglioramento della qualità della vita. Ovvero la linfa vitale della prosperità», ha aggiunto la Iannantuoni alla presenza del prof. Francesco Priolo, vicepresidente della Crui con delega alla Ricerca e rettore dell’Università di Catania.
«Quello che abbiamo compiuto oggi è un atto rivoluzionario ispirato dal futuro – ha spiegato la presidente della Crui -. Abbiamo deciso insieme, università e imprese, di ripiantare l'albero della prosperità, ormai solido ma forse stanco, in un terreno nuovo concimato dagli atti: i nove tavoli permanenti che sono partiti con questo evento rappresentano una promessa concreta con cui Crui e Confindustria si impegnano a contribuire, in maniera strutturata e costante, perché il Paese si trovi pronto ad affrontare le sfide che ci attendono nel futuro prossimo».
«Il technology gap può essere colmato solo da un'azione comune tra università e imprese perché oltre a una ricerca teorica, che è ovviamente necessaria, serve una ricerca compiuta e pensata insieme. Questo percorso deve essere fatto insieme da mondo industriale e università», ha precisato la prof.ssa Giovanna Iannantuoni.
«Se impariamo a lavorare insieme, questa sarà la nostra forza in tutti i territori perchè se si lavora insieme, cioè tra il tessuto delle piccole, medie e grandi imprese nei territori e le università, ci sono anche investimenti enormi di tempo, di passione, di amore per i territori – ha aggiunto -. Insieme noi possiamo davvero aiutare la crescita economico-sociale di coesione e di democrazia di cui tutti abbiamo bisogno moltissimo, l'università non può fare da sola, ma insieme possiamo cambiare questo Paese. Insieme possiamo davvero aiutare la crescita economico-sociale di coesione e di democrazia di cui tutti abbiamo bisogno».

Un momento dell'intervento della presidente della Crui, Giovanna Iannantuoni
A far da eco alle parole della presidente della Crui anche Riccardo Di Stefano, Delegato del Presidente di Confindustria per Education e Open Innovation.
«Per la prima volta, Confindustria accoglie i rettori della Crui per un confronto su un tema strategico per il futuro del Paese: il trasferimento tecnologico – ha spiegato Riccardo Di Stefano -. Un incontro di rilievo, che sancisce la volontà di consolidare un rapporto strutturale tra ricerca e impresa, accademia e manifattura, didattica teorica e applicata, tra umanesimo e nuove tecnologie, perché l'Italia può guidare la nuova economia della conoscenza».
«Confindustria e Crui collaborano da tempo su questi temi - ha aggiunto Di Stefano -, ma l'evento di oggi rappresenta un momento di sintesi e valorizzazione di questo lavoro congiunto, già attivo nella promozione di spin-off, nei dottorati industriali e nella terza missione. Si tratta di un passaggio fondamentale per rendere strutturale un'alleanza strategica tra università e impresa, motore di sviluppo per il Paese, radicato nella tradizione italiana e orientato a una dimensione globale».
A seguire Francesco De Santis, vice presidente per la Ricerca e lo Sviluppo di Confindustria, ha sottolineato il valore degli atenei e delle imprese italiane.
«In Italia ci sono università eccellenti e imprese straordinarie, ma troppo spesso si trovano su binari paralleli: è ora di costruire un'alleanza stabile e strutturale per trasformare il sapere in valore – ha detto -. Serve un approccio condiviso che unisca ricerca pubblica e industria, a partire da quattro ambiti prioritari: la nuova strategia europea di crescita che punti su R&S per la competitività; la piena riuscita del PNRR e la sostenibilità del sistema di R&S nazionale; la valorizzazione delle risorse umane, a partire dai dottorati innovativi e la crescita delle filiere ad alto contenuto tecnologico. Abbiamo bisogno di regole nuove, strumenti semplici e una cultura del risultato che premi la collaborazione tra pubblico e privato».
Sugli atenei italiani, e soprattutto su quelli telematici, invece, si è soffermato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini che, nel suo intervento ha ribadito la necessità di «intervenire sulle università telematiche» e in particolar modo su «questo rapporto 1:385, dove un docente ha 385 ragazzi che vengono formati da un video, dove non si tiene in considerazione l'aspetto umano».
«Abbiamo università eccellenti in tutto il territorio nazionale – ha aggiunto -. Spero che il ministro Bernini metta un occhio rapido e veloce su queste ingiustizie. Farò una grande lotta agli atenei telematici».