Investire su formazione giovani per salvare i territori dal declino

A Ragusa Ibla l’incontro tra i referenti del corso di laurea Mies di Unict e dell’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”

Stefania Paxhia

La criminalità organizzata riduce drasticamente le opportunità e la fiducia dei giovani, condizionando lo spopolamento dei nostri territori e l'erosione dei percorsi meritocratici.

È necessario mantenere alta l'attenzione su questi temi e perseverare nell'attività di contrasto attraverso la cultura della legalità e la formazione delle nuove generazioni.

Queste le tematiche affrontate durante il seminario dal titolo Il peso della criminalità organizzata sulla società, sull’economia e sull’ambiente, promosso dal corso di laurea in Management delle imprese per l'economia sostenibile, dal Consorzio Universitario di Ragusa e dall’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”, intitolata al maresciallo dei carabinieri ucciso nel 1982 dalla mafia.

Ad introdurre i lavori la relazione di Pierluigi Catalfo, docente di Economia Aziendale e presidente del corso di laurea Mies, insieme con Antonio Barone, docente di Diritto dell’Ambiente del Mies.

Un seminario dedicato agli studenti che ha rappresentato un momento di sensibilizzazione e formazione grazie all’intervento di ospiti di alto profilo, presenti tra gli altri, il questore di Ragusa, Marco Giambra, e il prefetto Giuseppe Ranieri, dimostrando, come l'impegno contro la mafia sia innanzitutto un impegno verso i giovani e il futuro dei nostri territori.

La criminalità organizzata non è solo un fenomeno criminale, ma un sistema culturale pervasivo che contamina il tessuto sociale. Quando le organizzazioni mafiose si infiltrano nelle comunità, non si limitano a commettere reati: ridefiniscono le regole del sistema economico e sociale.

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

Il professor Catalfo ha sottolineato quanto sia importante che “i giovani che non hanno vissuto i drammi della stagione stragista della mafia, debbano conoscere tutte le insidie della devianza mafiosa e sappiano come indirizzare i propri sforzi per la costruzione di un sistema economico capace di attrarre investimenti e mantenere la normale dinamica competitiva ai livelli degli altri Paesi Sviluppati”.

Il colonnello Carmine Rosciano, comandante provinciale dei Carabinieri, ha ripercorso la storia della criminalità organizzata dagli anni Settanta ad oggi, dimostrando quanto sia stata forte la guerra contro l'apparato dello Stato.

Infine il procuratore di Catania, Francesco Puleio, ha definito la mafia come "l'aristocrazia del crimine organizzato, caratterizzata da scelte e da usanze precise come l'iniziazione e il legame di sangue, ancora esistenti poiché la mafia è un fenomeno strutturale”. “Non è un'emergenza, ma una patologia", ha aggiunto.

Il seminario si è dimostrato un’occasione per conoscere il ruolo che cultura, istruzione e consapevolezza collettiva possono giocare nel costruire un’alternativa concreta alla logica mafiosa.

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