Presentata la stagione 2026 del Teatro Massimo Bellini: da Verdi a Bizet, in cartellone titoli che garantiranno l’applauso
Ogni anno, a Catania, viene presentata la nuova stagione lirica delTeatro Massimo Bellini. Ma non è solo un calendario di spettacoli: è un momento di comunità, di bellezza condivisa, di attesa che avvolge spettatori e appassionati in un rito collettivo.
La stagione 2026 del "Bellini" è stata presentata nei giorni scorsi nel foyer del teatro, in una conferenza a cui ha preso parte il sindaco di Catania, Enrico Trantino che, nel suo intervento, ha ribadito l’importanza simbolica del teatro per «coltivare la bellezza» e ha elogiato il programma che, a suo avviso, «accontenterà tutti e porterà i giovani a teatro».
Reduce dal grande successo di pubblico della stagione 2025, la scommessa dell’ente per la stagione ventura è infatti quella di confermare come leitmotiv la «libertà di scegliere la bellezza», come recita lo slogan del Teatro. Il sovrintendente Giovanni Cultrera ha spiegato che si tratta della «libertà di scegliere un valore. La lirica veicola tutti i valori in cui crediamo».
Addentrandosi nel cartellone e confrontandolo con quello della stagione ancora in corso, si nota subito che Giuseppe Verdi cederà il testimone a… Giuseppe Verdi. Da Otello, ultimo titolo operistico della stagione 2025, si passerà infatti ad Aida (1870), simbolo incontrastato della grande tradizione ottocentesca, apripista nella programmazione del prossimo anno. A impreziosire la partitura verdiana, riproposta al Bellini dopo ventitré anni di assenza, sarà una nuova produzione pensata appositamente per il teatro catanese.
Seguirà La Vedova Allegra (1905) di Franz Lehár, l’operetta delle operette, scelta perché «è molto interessante e piace al pubblico – ha spiegato il direttore artistico del Teatro, Fabrizio Maria Carminati – e perchè sprizza gioia in ogni battuta». Con Andrea Chénier (1896) di Umberto Giordano si tornerà al dramma lirico a tinte forti, ricco di pathos e intensità. Lo spazio coreutico sarà invece segnato da Sogno di una notte di mezza estate, balletto in due atti con musiche di Felix Mendelssohn e Camille Saint-Saëns.
Continuerà anche il progetto, avviato in occasione della stagione 2025, di proporre ogni anno un’opera di Vincenzo Bellini: l’anno prossimo sarà la volta de I Puritani (1835), con la straordinaria Jessica Pratt nel ruolo di Elvira. La stagione proseguirà con Carmen (1875) di Georges Bizet – un sold out preannunciato – e, infine, in prossimità delle festività natalizie, calerà il sipario con La Bella Addormentata (1890) di Pëtr Il'ič Čajkovskij.

Un momento della presentazione
È una stagione interessante, per via di alcuni temi ricorrenti. «Il tema della pace – ha sottolineato Giovanni Cultrera – lo troviamo in Aida, I Puritani e nel patriottismo di Andrea Chénier», tutte opere che, in questo senso, ci riportano alla nostra epoca. E poi c’è il tema della tradizione, una comfort zone per il pubblico, in contrapposizione all’azzardo della scoperta. Scelta ragionevole in termini commerciali – perché i biglietti vanno pur sempre venduti, ci mancherebbe – soprattutto dopo le vendite registrate negli ultimi anni, risultati lusinghieri e pressanti allo stesso tempo.
Il risultato è un baricentro estetico che non si sposta più di tanto dal gusto romantico e tardo-romantico, con un accenno di modernità nel verismo misurato di Giordano. Tirando le somme, il motore è anche la bellezza del botteghino. Ben diverso il respiro della stagione sinfonica – dodici appuntamenti con Mahler, Šostakovič, Prokof’ev, ma anche Bach, Haydn e Schumann, per un calendario che promette bene e davvero accontenterà tutti.
Restando nel territorio dell’opera, la novità più interessante è la rassegna Le opere da camera, ospitata al Teatro Sangiorgi, che per l’occasione sviluppa il golfo mistico (lo spazio riservato all'orchestra che suona dal vivo, tra il proscenio e la platea) e diventa teatro d’opera a tutti gli effetti.
Nata da una costola della stagione principale, la breve ‘stagione nella stagione’ sarà lo spazio ideale per il pubblico più curioso e attratto dalle novità. In questo àmbito, andranno in scena tre opere commissionate a compositori siciliani contemporanei: Il quinto moschettiere di Matteo Musumeci e un dittico di Joe Schittino, costituito da L’orso e La domanda di matrimonio; è un’alternativa dinamica, che dona uno slancio di vitalità all’offerta culturale dell’ente.
Beninteso, il "Bellini" non è certo nuovo all’opera contemporanea: nel cartellone del 2024 comparivano due titoli di Marco Tutino (La Lupa e, in prima assoluta, Il Berretto a Sonagli); e addirittura comparivano accanto a Turandot, Lucia di Lammermoor e Rigoletto. Meglio di niente: gli appassionati della musica contemporanea saranno accontentati; ai fan sfegatati di Mozart – o peggio, di Monteverdi – magari andrà meglio nel 2027.