La Conta europea dei Senza Dimora

Unict ha coordinato le attività a Brescia, Catania e Padova e rappresenta l’Italia nella rilevazione europea 

 

Teresa Consoli
Lo staff di Brescia
Lo staff della Croce Rossa Italiana di Catania
Lo staff di Padova

A giugno 2021, dietro la spinta della Commissione Europea e della Presidenza portoghese dell'UE, è stata creata la Piattaforma Europea per il Contrasto alla Homelessness (EPOCH) e affermato l’impegno da parte degli stati membri a collaborare per porre fine alla homelessness entro il 2030.

All’interno della Piattaforma è stata finanziata la sperimentazione di una metodologia di indagine sul fenomeno dei senza dimora che prevede una Conta delle persone che dormono (e spesso vivono) in strada o in spazi pubblici (ETHOS1 nella classificazione europea della Homelessness) e la somministrazione di interviste alle persone senza dimora ospitate nei servizi di emergenza (ETHOS2) e servizi di lunga permanenza (ETHOS3).

Il progetto European Homelessness Count (EHC) è stato avviato lo scorso anno attraverso un partenariato composto da Università e Centro di ricerca con capofila l’Università di Leuven (prof. K. Hermans) ed ha consentito una prima sperimentazione di questa metodologia su 15 città europee.

L‘Università di Catania – con il supporto del Centro di ricerca Laposs - ha coordinato la sperimentazione per l’Italia nelle città di Catania e Milano ad ottobre del 2024 attraverso una importante collaborazione con le due amministrazioni comunali e moltissimi volontari e operatori del sociale e di servizi di Volontariato.

Nel 2025, la sperimentazione ha riguardato 35 città europee tra cui Amsterdam, Atene, Barcellona, Bucarest, Budapest, Dublino, Innsbruck, Lione, Munster, Riga, Salisburgo, Sofia, Spalato e, per l’Italia, oltre Catania quest’anno l’Università di Catania ha coordinato in collaborazione con la FioPSD, la sperimentazione nelle città di Brescia, Padova e Catania.

A Brescia e Padova la conta su strada è stata realizzata il 14 ottobre e nei giorni successivi, il 15 e 16, sono state somministrate le interviste presso i servizi, mentre a Catania la conta è stata realizzata il 20 ottobre e nei giorni 15 e 16 sono state somministrate le interviste presso i servizi di bassa soglia e di lunga permanenza attivi su un territorio più esteso rispetto allo scorso anno e disponibili a partecipare all’indagine.

Alcuni componenti dello staff del progetto a Catania

Alcuni componenti dello staff del progetto a Catania

I dati e le esperienze

I dati raccolti nelle giornate della conta e attraverso le interviste vengono trasmessi tramite un sistema di raccolta online all’Università di Leuven e prima di essere divulgati devono essere validati dalla Commissione Europea, ma certamente l’esperienza realizzata quest’anno nelle tre città presenta già elementi di grande interesse.

Innanzitutto, il processo di realizzazione della EHC richiede la messa in rete del volontariato e dei servizi di strada (pubblici e privati) e crea delle sinergie inaspettate sia sul versante della conoscenza del territorio che della possibilità di confrontarsi in maniera costruttiva su questa conoscenza. 

A Padova, ad esempio, dove esiste un Tavolo sulla Inclusione coordinato dall’amministrazione comunale da ben 35 anni, l’esperienza della EHC ha consentito di condividere per la prima volta mappe, informazioni, saperi e conoscenze del territorio e certamente sarà foriera di un intervento più consapevole anche da parte dell’amministrazione comunale. 

Stessa sinergia è stata registrata a Catania che, avendo già realizzato la Conta lo scorso anno, ha messo a frutto quanto emerso ed ha concentrato la rilevazione su 22 delle 39 aree precedentemente individuate e coordinato le squadre di rilevazione da Centri di smistamento (Caritas, La Locanda, CRI, Solco, La Moschea della Misericordia) a testimonianza di una preziosa condivisione di saperi e anche di spazi.

Altro elemento di grande valore è rappresentato dalla partecipazione a questa attività di rilevazione di giovani, studenti, volontari e semplici cittadini che hanno dedicato alcune ore del loro tempo per conoscere meglio la città in cui vivono. Una volontaria a Padova ha dichiarato di aver vissuto “una botta di realtà” e di aver visto una parte della città che neppure immaginava, pur vivendo lì da molti anni.

Sullo sguardo attento verso la città e le persone che l’EHC ha alimentato e diffuso, una volontaria a Catania ha dichiarato: “l’esperienza è stata davvero arricchente perché mi ha costretta a prestare attenzione e guardare luoghi e persone della mia città rispetto ai quali abitualmente distogliamo lo sguardo”.

Nelle tre città abbiamo registrato una grande disponibilità dei cittadini di offrire il proprio tempo per conoscere meglio i propri territori e prestarsi a elaborare conoscenze e rendere queste città più inclusive e più vivibili.

Questa occasione è stata realizzata dall’Università di Catania all’interno del progetto EHC, ma speriamo che ogni amministrazione coinvolta possa farne tesoro, valorizzare questa disponibilità e replicare processi di questo tipo nel tempo.   

Sulla prospettiva di indagine che l’EHC sta consolidando nelle città europee e sulla possibile generalizzazione di questo approccio si svolgeranno nei prossimi mesi incontri e verranno costruite occasioni di confronto con la Commissione Europea. I dati saranno oggetto di attenta comparazione tra le 35 città coinvolte e verranno condivise strategie per porre fine alla Homelessness nel 2030.

Alcuni componenti dello staff del progetto a Catania

Alcuni componenti dello staff del progetto a Catania

Teresa Consoli, ordinaria di Sociologia del Diritto e della Devianza all’Università di Catania e referente del progetto European Homelessness Count

 

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