La frutta come antistress

Lo studio, nell'ambito di una più ampia attività di ricerca denominata "psichiatria nutrizionale", correla il consumo di alimenti ricchi di antocianine con la salute mentale

Alfio Russo

Fragole, ciliegie e, naturalmente, arancia rossa e fichi d’india riducono lo stress e migliorano la 'salute' del sistema nervoso centrale.

Lo rivela uno studio pubblicato di recente dei ricercatori dell’Università di Catania che dimostra l’associazione tra il consumo di alimenti ricchi di antocianine (composti polifenolici a potenziale azione antiossidante e, più probabilmente, anti-infiammatoria) e la salute mentale. 

Tra gli alimenti di maggior rilievo, vista la derivazione geografica del campione di persone esaminato, spiccavano fragole, ciliegie, arancia rossa e fichi d’india

«Lo studio si inserisce nel contesto di una ampia attività di ricerca che riguarda la cosiddetta "psichiatria nutrizionale”, una ipotesi che vede variabili nutrizionali come potenziali fattori protettivi o di rischio per la “salute” del sistema nervoso centrale – spiega il prof. Giuseppe Grosso, ordinario di Scienze tecniche dietetiche applicate al Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università di Catania -. Gli elementi della dieta che potrebbero entrare in gioco sono molteplici, da modelli alimentari in toto, come la dieta Mediterranea, a caratteristiche specifiche, come per l’appunto i polifenoli, i grassi, oppure gruppi di alimenti a possibile effetto inverso, quali gli alimenti ultra-trasformati». 

«Gli outcomes di interesse sono di salute mentale generica, quindi sintomi depressivi, qualità del sonno, stress percepito – aggiunge il docente dell’ateneo catanese -. Ovviamente non si parla di patologie e men che meno di cura»

L’attività di ricerca è svolta nell’ambito di una recente collaborazione con la Global burden of disease Lifestyle And mental Disorders (GLAD) Taskforce, guidata dalla Deakin University (da dove è generata l’ipotesi della psichiatria nutrizionale).

«Confidiamo che nuovi aspetti, che possano spiegare i meccanismi dietro tali relazioni come ad esempio il ruolo del microbiota intestinale, potranno essere ulteriormente investigati nel contesto del progetto OnFoods - "Research and innovation network on food and nutrition Sustainability, Safety and Security – Working ON Foods” finanziato dal Pnrr e di cui Unict è parte» conclude il prof. Giuseppe Grosso.

Giuseppe Grosso

Il prof. Giuseppe Grosso