La Guerra delle Sabbie

Giuseppe Maimone, docente di Storia dell’Africa, è intervenuto al ciclo di seminari “Conoscere il mondo islamico”, ripercorrendo le tappe del conflitto tra Marocco e Algeria

Valentina Coco

Il conflitto tra Marocco e Algeria, la cosiddetta Guerra delle Sabbie, ma anche la questione sahrawi, le origini degli scontri, le motivazioni alla base dell'opposizione e la conquista dei territori del Sahara Occidentale. Sono stati i temi cardine del secondo incontro del ciclo di seminari Mondo islamico: guerre, diritti e manifestazioni artistiche promosso dal Dipartimento di Scienze umanistiche nell’ambito della decima edizione dei seminari didattici interdipartimentali dal titolo Conoscere il mondo islamico.

A ricostruire il dibattito storico, nel corso dell’incontro al Monastero dei Benedettini, chiarendo le motivazioni del conflitto marocco-algerino, è stato il prof. Giuseppe Maimone, docente di Storia dell’Africa al Dipartimento di Scienze politiche e sociali, introdotto dalla prof.ssa Cristina La Rosa, docente in Lingua e Letteratura Araba al Dipartimento di Scienze umanistiche.

Nel corso dell’incontro il relatore ha evidenziato come «il conflitto geopolitico che ha coinvolto il Marocco e l’Algeria sia particolarmente complesso, con l’inasprirsi dei rapporti già durante il periodo coloniale francese e la conquista, da parte della Francia, di una porzione di territorio algerino dapprima sotto il controllo del Regno del Marocco».

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

La nuova colonia algerina-francese non ha visto mai la netta ridefinizione dei suoi confini poiché trascurata da parte della Francia che la riteneva inospitale e desertica.

«Nonostante la negligenza la Francia ha continuato comunque ad inglobare in Algeria nuovi territori sottratti, ancora una volta, al Regno del Marocco mancando, anche in questo caso, di ridefinire chiare frontiere – ha aggiunto -. La necessità di demarcazione territoriale venne manifestata con insistenza dalla Francia solo quando furono scoperti giacimenti di petrolio e cave minerarie nei territori tra Béchar e Tindouf, con la possibilità di trarre grossi guadagni da quegli stessi territori dapprima dichiarati poco sfruttabili ed inabitabili».

Nel 1912 il Marocco è diventato protettorato francese, ma, ottenuta l'indipendenza nel 1956, ha rivendicato immediatamente Tindouf con l'obiettivo di ricostruire il “Grande Marocco”.

«Il provvisorio governo algerino, denominato Fronte di Liberazione Nazionale, si è opposto ai tentativi di conquista del Marocco dichiarandosi disposto a ridefinire i confini tra le due terre una volta ottenuta l'indipendenza dell'Algeria», ha precisato.

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

«Nel 1963 l’Algeria, divenuta indipendente, si è appellata al principio della non negoziabilità delle frontiere per contrastare le pretese del Marocco che, in risposta, ha aperto il fuoco dando il via a quella battaglia conosciuta ad oggi come “Guerra delle Sabbie”», ha detto il prof. Maimone.

La guerra è stata temporaneamente fermata grazie all'intervento dell’Organizzazione dell’Unità Africana e alla firma di un armistizio. «Tuttavia si è conclusa ufficialmente 12 anni dopo a seguito della conquista marocchina di terre del Sahara Occidentale appartenute anticamente alla Spagna», ha detto in chiusura il docente.

Una storia sulle dinamiche del lungo conflitto e dei cattivi rapporti tra Marocco e Algeria che, come ha detto il prof. Giuseppe Maimone in chiusura dell’incontro, dovrebbe «sensibilizzare il pubblico sulle gravi e devastanti conseguenze della guerra e su quanto importante sia promuovere sempre la pace».