La legalità come fattore produttivo

Al Dipartimento di Economia e Impresa il convegno sul contrasto alle infiltrazioni mafiose nel Pnrr nell’ambito del progetto Grins

Alfio Russo

Sono 3328 i progetti pubblici finanziati con fondi Pnrr nell’area metropolitana di Catania tra appalti, contributi e finanziamenti e, inoltre, crediti di imposta per un importo complessivo di 12 milioni 775 mila euro.

Tanti soldi pubblici che, ovviamente, fanno gola anche alla criminalità organizzata. A fornire i dati è stato il generale di brigata Antonino Raimondo, comandante provinciale della Guardia di Finanza, intervenuto ieri mattina al convegno dal titolo “Contrasto alle infiltrazioni mafiose negli appalti Pnrr” organizzato, nell’ambito del progetto Grins dell’Università di Catania, su iniziativa dell’Associazione nazionale antimafia “Alfredo Agosta”.

«Nel periodo compreso tra il 2020 e il 2023 a Catania sono state denunciate 142 persone per corruzione, di cui 22 sono state arrestate, per un danno economico allo Stato pari a 1,22 milioni di euro e beni sequestrati per un valore di 700mila euro – ha aggiunto Antonino Raimondo -. Il rischio infiltrazioni della criminalità organizzata sui fondi del Pnrr, tra appalti, sub-appalti e fornitura di manodopera è altissima. Mirano a una vera e propria “gestione” delle procedure di aggiudicazione delle opere».

Ma il rappresentante della Fiamme gialle ha anche evidenziato che la “torta” dei fondi del Pnrr, tramite il Next Generation Eu, ammonta «235 miliardi di euro oltre ad altri 90 miliardi di fondi di bilancio 2014-2020 e 2021-2027 destinati all’Italia».

un momento dell'intervento di Antonino Raimondo

Un momento dell'intervento di Antonino Raimondo, comandante provinciale della Guardia di Finanza

«Si tratta di tanti soldi, destinati al nostro Paese, che interessano alle varie mafie e per evitare questo occorre un “gioco di squadra” di tutte le istituzioni. Non a caso è stata creata una Rete dei Referenti antifrode che ha scovato solo nel 2022 frodi in Italia per 140 milioni di euro. È fondamentale lo scambio di informazioni tra i soggetti pubblici per prevenire e reprimere i reati di natura finanziaria a danno dello Stato, dell’Ue, delle Regioni e dei Comuni e non a caso ho personalmente sottoscritto otto protocolli di intesa con le principali amministrazioni pubbliche dell’Area metropolitana di Catania per rafforzare questo “scambio di dati” per analizzare sul nascere qualsiasi tentativo di reato», ha aggiunto.

«Non possiamo permettere che le mafie compromettano il futuro dei nostri giovani e lo sviluppo del nostro territorio», ha detto in chiusura di intervento il comandante provinciale della Guardia di Finanza.

Di particolare rilevanza anche l’intervento di Agata Santonocito, procuratore della Repubblica facente funzioni di Catania, alla presenza del questore Giuseppe Bellassai e del comandante provinciale del Carabinieri, col. Salvatore Altavilla.

«I fondi del Pnrr rappresentano una speranza per il territorio che necessita oggi più che mai della realizzazione di opere pubbliche in tempi reale. Sappiamo bene che le organizzazioni criminali vogliono inserirsi in questo contesto per ottenere un illecito profitto e per questo va tenuta alta la guardia. Il mio ruolo mi porta a vedere la parte oscura di questo aspetto», ha detto in apertura il procuratore.

Un momento dell'intervento del procuratore Agata Santonocito

Un momento dell'intervento di Agata Santonocito, procuratore della Repubblica di Catania facente funzioni

«L’accelerazione delle procedure di affidamento dei lavori porta con sé alla semplificazione della forma e la forma spesso non è orpello, ma sostanza. Per questo occorre svolgere tutte quelle fasi di accertamento sulle ditte e la lentezza nell’agire permette di verificare con chi abbiamo a che fare, ma noi oggi dobbiamo correre. Il Pnrr ci impone di correre per non perdere i finanziamenti o addirittura restituire quanto già ricevuto se non riusciamo a completare nei tempi previsti quanto concordato. Questo significa che, grazie al Pnrr, è possibile appaltare opere tramite affidamento diretto fino ad un milione di euro. Capiamo bene cosa significa e le preoccupazioni sia delle procure, sia delle forze dell’ordine», ha aggiunto.

«Le procedure semplificate rappresentano quindi una problematica su cui dobbiamo lavorare e indagare perché, ascoltando le voci dei funzionari e degli amministratori, capiamo bene che aggirare l’aspetto dei cinque preventivi è piuttosto facile. E mi focalizzo in particolar modo nei piccoli centri che sono i destinatari di buona parte dei finanziamenti del Pnrr e dove i rapporti di conoscenza sono ordinari», ha tenuto a precisare la rappresentante della Procura etnea.

Ma nel corso del suo intervento ha evidenziato anche il rischio che «senza un adeguato controllo sulle eventuali infiltrazioni mafiose si corre il rischio che, oltre a procurare un illecito profitto per le organizzazioni criminali, si possano realizzare opere non a norma e assistere poi a ponti che crollano ad esempio», ha aggiunto.

rappresentanti delle istituzioni, docenti e studenti presenti ai lavori

Rappresentanti delle istituzioni, docenti e studenti presenti ai lavori

«La rappresentazione che abbiamo avuto della mafia nel corso degli anni e della storia è quella di una mafia che opera in modo brutale per ottenere quel che vuole. Ma non è più così. Vi è una mafia a Catania che opera tramite diverse “famiglie” su due livelli: quella sulla strada che impone il controllo del territorio, anche tramite le estorsioni, ed è quella “militare”; poi vi è quella di livello più elevato, quella che opera insinuandosi nell’economia del territorio per appropriarsi dei fondi pubblici, già da prima che arrivasse il Pnrr», ha detto Agata Santonocito.

«La mafia cerca sponde nelle amministrazioni pubbliche tramite le elezioni e prima o poi incide sulle scelte amministrative perché si presenta sempre a batter cassa quando si tratta di affidamenti di appalti indicando un imprenditore piuttosto che un altro – ha evidenziato il procuratore etneo -. Già a partire dagli anni ’90 la mafia a Catania ha avuto un forte interesse sugli appalti. Il sistema delle associazioni mafiose è di infiltrarsi per controllare la politica e gli appalti e tutto questo rappresenta un quadro di grande allarme per i fondi del Pnrr. In alcune occasioni abbiamo verificato che le associazioni mafiose si circondano di imprenditori che svolgono la funzione di “agenzia di servizi generali” che si occupano dai rapporti con le amministrazioni alle vertenze sindacali interne e al recupero crediti».

«È importante e fondamentale che il mondo imprenditoriale comprenda la posta in gioco, è il nostro futuro. Purtroppo quando la Procura interviene a volte il danno è fatto e non possiamo permetterlo. In questo contesto ritengo che sia indispensabile, e di questo ringrazio l’Università di Catania, la diffusione dei principi di legalità e la conoscenza delle norme ai nostri giovani, ai professionisti e agli imprenditori per garantire il nostro e il vostro futuro», ha detto in chiusura Agata Santonocito.

Un momento dei lavori del convegno

Un momento dei lavori del convegno

E proprio il rettore Francesco Priolo, in apertura dei lavori, ha sottolineato che «il tema della criminalità in generale, in tutte le sue sfaccettature, è una problematica che investe tutti noi e per sconfiggerla occorre un cambiamento culturale profondo che soprattutto i giovani devono portare avanti». «In Italia il tasso dei laureati è tra i più bassi in Europa, tra i 30 e i 34 anni solo il 25% a fronte del 40% della media europea, e le colpe sono delle università e delle istituzioni. Occorre innalzare questo dato e grazie al Pnrr abbiamo l’occasione per ripartire e far crescere il nostro territorio».

«L’Università di Catania è coinvolta nell’ambito del Pnrr in 25 progetti di ricerca per oltre 140 milioni di euro a disposizione, ma anche nella realizzazione di opere pubbliche nei locali degli ex ospedali Vittorio Emanuele e Ascoli-Tomaselli per 100 milioni di euro per la realizzazione di posti letto, aule e laboratori – ha aggiunto -. Il progetto Grins rientra tra i progetti finanziati dal Pnrr. Ma sempre grazie ai fondi del Pnrr abbiamo già assunto 120 nuovi ricercatori e avviato lo scorso anno il Progetto OUI di orientamento delle future matricole con un coinvolgimento di oltre 8mila studenti degli ultimi tre anni degli istituti scolastici della Sicilia orientale. Quest’anno, grazie agli ottimi risultati dello scorso, premiati dallo stesso Mur, abbiamo ricevuto richieste per oltre 12mila studenti e di 66 istituti scolastici superando di gran lunga in target previsto».

«È un chiaro segnale di come lavorando in sinergia le istituzioni tutte possano ottenere importanti risultati per le future generazioni perché cultura significa avere una società migliore. E a proposito di future generazioni mi preme ricordare l’importanza delle attività dell’Osservatorio Provinciale sul fenomeno della dispersione scolastica e per la promozione del successo formativo, di cui l’ateneo è parte, per affrontare questa problematica. Lo studente che non va a scuola alimenta la malavita e l’impegno dell’Università di Catania nel contrasto alla criminalità non può che essere la formazione e la cultura della legalità, ovvero la migliore risposta alla mafia».

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

E a seguire, proprio il prefetto Maria Carmela Librizzi, ha ribadito che «i fondi del Pnrr rappresentano una opportunità per il territorio, ma anche un’attrattiva per le organizzazioni criminali».

«Sono stati istituiti dei gruppi interforze antimafia per intervenire con misure di prevenzione che nel triennio 2021-2023 hanno portato all’adozione di 80 interdittive antimafia – ha aggiunto -, ma stiamo lavorando con le amministrazioni comunali per sostenerle nelle attività amministrative e tecniche e i risultati ad oggi sono positivi visto che molti comuni hanno ottenuto le anticipazioni dei fondi Pnrr. Questo piano cambierà il volto del Paese e soprattutto del Sud e non possiamo lasciarlo nelle mani della mafia».

Nel corso dei lavori – moderati dal prof. Marco Romano del Dipartimento di Economia e Impresa - è intervenuto anche Carmelo La Rosa, presidente dell’Associazione nazionale antimafia “Alfredo Agosta”, che ha invitato «tutte le istituzioni a fare rete al fine di rimuovere gli ostacoli alla crescita del nostro territorio».

Per Vincenzo Ragazzi, componente dell’Associazione nazionale antimafia “Alfredo Agosta”, «denunciare gli estortori che attanagliano gli imprenditori rende liberi, ma occorre una unità di azioni tra tutte le istituzioni e le associazioni per raggiungere questo obiettivo, soprattutto informando le vittime degli strumenti che lo Stato italiano ha messo in campo come ad esempio i Fondi per le vittime di estorsione e usura».

«Come associazione abbiamo posto in essere diversi “osservatori” sulla legalità, sulle violenza sulle donne, su diritti umani, sulla criminalità organizzata e sulle mafie oltre a una serie di incontri formativi rivolti ai giovani sulla legalità grazie anche al sostegno dell’Università di Catania e delle istituzioni», ha detto in chiusura di intervento.

Un momento dell'intervento del prefetto Maria Carmela Librizzi

Un momento dell'intervento del prefetto Maria Carmela Librizzi

Il prof. Roberto Cellini, direttore del Dipartimento di Economia e Impresa, è intervenuto sul progetto Grins, di cui è coordinatore dello Spoke leader.

«Il progetto coinvolge 12 atenei e 13 imprese che, grazie a un finanziamento con fondi Prin pari a 130 milioni di euro, studierà i problemi di coesione sociale visto che esistono diverse performance nei territori italiani in merito alle dotazioni strutturali, alla digitalizzazione, alla partecipazione attiva al mondo del lavoro, in particolar modo delle donne, oltre alla problematica delle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni», ha spiegato il prof. Cellini.

«La sostenibilità sociale è il tema principale del progetto che prevede tre punti cardine di studio e di analisi: la partecipazione culturale, politica e sociale dei giovani; le infiltrazioni criminali nelle pubbliche amministrazioni e nelle imprese da analizzare tramite le nuove tecnologie e le banche dati; l’educazione imprenditoriale perché la formazione è essenziale per garantire l’inclusione sociale – ha aggiunto -. La legalità è un aspetto trasversale e indispensabile per garantire la crescita del territorio. I fondi del Pnrr sono tanti, ma vi è una carenza di consapevolezza su come impegnarli. Se non li spendiamo al meglio, rischiamo di peggiorare la situazione».

Un momento dell'intervento del prof. Roberto Cellini, direttore del Dei e coordinatore dello spoke leader del progetto Grins

Un momento dell'intervento del prof. Roberto Cellini, direttore del Dei e coordinatore dello spoke leader del progetto Grins