La libertà della scienza tra etica e responsabilità

La ricercatrice e senatrice a vita, Elena Cattaneo, è stata ospite dell’Università di Catania per parlare di storie di vita e di ricerca

Alfio Russo

«L'etica professionale è la struttura portante della scienza e dell'avventura dello studioso che deve solamente indagare come stanno le cose per scoprire la verità e consegnare questa verità, anche quando è scomoda, a tutti». Elena Cattaneo, ordinario di Farmacologia all’Università di Milano e senatrice a vita dal 2013, ha aperto con queste parole il suo intervento in occasione dell’incontro La libertà della scienza tra etica e responsabilità – Storie di vita e di ricerca nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania.

Ad introdurla il rettore Francesco Priolo che, in apertura, ha rimarcato «come Elena Cattaneo abbia dedicato alla ricerca la sua vita e adesso si occupa di ricerca e politica per far sì che la ricerca sia sempre più libera e possa appassionare i giovani perché la ricerca rappresenta il futuro e l'innovazione, la chiave di volta per la nostra umanità».

Proprio su come sia possibile conciliare la responsabilità pubblica con la ricerca, la senatrice Cattaneo ha precisato che «quello che tutti noi ricercatori facciamo, perché studiare ed essere parte di un'università importante come l'Università di Catania, è lavorare per coloro che stanno fuori dagli atenei, lavorare per i cittadini, e anche per mettere nelle mani del legislatore le migliori prove, le migliori evidenze disponibili su quel che ci circonda e per cui è meglio legiferare».

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo

Il rapporto tra la libertà della scienza e società rappresenta oggi un nodo fondamentale della ricerca scientifica che genera sviluppo sostenibile, progresso e benessere.

Sul punto la scienziata di fama internazionale ha evidenziato che «la scienza ha come caratteristica fondante il fatto che deve essere trasparente, cioè deve dire ogni giorno quel che svolge, con quali risorse, e soprattutto, così come io dico sempre ai più giovani che lavorano nel mio laboratorio all'Università di Milano, di immaginarci sempre un cittadino che viene a trovarci e noi dobbiamo essere pronti in ogni istante a spiegare tutto quel che facciamo e come».

«Credo che la caratteristica più importante della ricerca sia la fiducia, creare la fiducia nel prossimo perché se non sei trasparente si perde la fiducia e da quel momento, in questo caso, le persone cominceranno a diffidare, cominceranno a credere di più ai ciarlatani, cominceranno a temere rispetto al futuro. Quindi costruire la fiducia è la parte più importante dell'opera scientifica», ha aggiunto.

La senatrice a vita Elena Cattaneo

La senatrice a vita Elena Cattaneo

E sulla ricerca in Italia, la senatrice Elena Cattaneo ha evidenziato che «abbiamo grandissimi ricercatori e ricercatrici, dal Nord al Sud, e l'Università di Catania ne è un esempio, purtroppo gli investimenti in ricerca, ma non da oggi, da decenni, sono veramente bassi».

«È un problema che si ripete costantemente, purtroppo ci sono due facce della stessa medaglia che non si frequentano come dovrebbero per sviluppare un percorso conoscitivo e sappiamo tutti che conoscere significa sapere e sapere significa saper fare. Dispiace che questo Paese ha le potenzialità in tutte le discipline per essere ben più avanti di quello che è, sappiamo che le nostre università formano molto bene, tant'è che i nostri giovani veramente vengono presi immediatamente ovunque perché poi sono appassionati, siamo anche abituati a crescere la passione, ma purtroppo non riusciamo ad andare oltre nel campo degli investimenti», ha aggiunto.

«Politica e scienza sono due facce della stessa medaglia, perché gli studiosi lavorano appunto per la società e lavorano su mandato della società e nel contesto delle decisioni politiche – ha evidenziato -. La politica d'altro canto può avvalersi, di ciò che si scopre nelle varie discipline per meglio legiferare, sono due facce della stessa medaglia che però a volte entrano in conflitto, e quando il conflitto deteriora a perderne siamo tutti, quindi bisogna stare attenti e bisogna prepararsi. Politica e scienza devono frequentarsi di più».

«Dobbiamo immaginare i programmi da qui a dieci anni, cioè dove vogliamo essere tra dieci anni come Paese, quali frontiere vogliamo occupare e di cui vogliamo caricarci dal punto di vista della responsabilità sociale, ad oggi non abbiamo programmi che possano resistere ai cicli della politica e senza programmazione sarà molto difficile risolvere questo problema, ma non dobbiamo rinunciarci», ha evidenziato la scienziata nota per gli studi sulla Còrea di Huntington, sulla quale lavora con l’obiettivo di rallentarne il decorso o bloccarne l’insorgenza.

Un momento dell'intervento della ricercatrice Elena Cattaneo

Un momento dell'intervento della ricercatrice Elena Cattaneo

E sulle resistenze che le donne ancora oggi incontrano nella ricerca, Elena Cattaneo ha detto «che esiste una discriminazione di genere a 360 gradi e non solo nella ricerca, ma ovunque, in tutti gli ambiti». «Probabilmente perché stiamo parlando di una parte dell'umanità che è partita tardi, che è in una fase di rincorsa, ma ce la farà, ce la faremo. Occorre lavorare ancora molto», ha spiegato.

«Alle giovani ricercatrici dico che non bisogna rinunciare alle proprie ambizioni, a disegnare i propri traguardi, a immaginarsi esattamente là dove si vuole essere e che il raggiungimento del traguardo non deve essere necessariamente un traguardo apicale, il vero traguardo è riuscire a fare quel che più ci appassiona, al meglio del rispetto delle nostre possibilità», ha esortato l’accademica dei Lincei.

Nel suo intervento la Cattaneo ha sottolineato l'importanza della scienza all'interno della società di oggi evidenziando che «lo studioso ogni giorno è una sentinella per la società, per i cittadini, perché si mette al fianco dei cittadini per dar loro la possibilità per decidere e posizionare le proprie opinioni nel modo migliore».

E rivolgendosi ai giovani che intendono intraprendere la carriera di ricercatori, ha detto: «Studiare è bellissimo e meraviglioso, aggiungere pezzi di conoscenza è stupendo perché possiamo contribuire a realizzare una società migliore. Sfidare l'ignoto è quello che ci accompagna come specie umana da sempre. E lo possiamo fare anche a Catania dove conosco colleghi ricercatori che non hanno paura di porsi domande che nessuno si era mai posto prima, di affrontare esperimenti che nessuno aveva mai immaginato prima e quindi la strada è bellissima e se hai una domanda, se hai un obiettivo, un traguardo, l'università è il modo giusto per affrontare quel cammino».

Il pubblico presente nell'aula magna del Palazzo centrale

Il pubblico presente nell'aula magna del Palazzo centrale

E prendendo spunto dal libro Scienziate. Storie di vita e di ricerca di Elena Cattaneo, la prof.ssa Alessandra Gentile ha sottolineato l’importanza della comunicazione nel campo della ricerca. «Comunicare la ricerca e condividerla non è affatto facile – ha detto la prof.ssa Gentile, tra le dieci ricercatrici di cui la Cattaneo racconta la storia nel proprio libro -. Raccontare la ricerca oggi è fondamentale, in qualunque modo, anche con eventi come questo perché la conoscenza è unica al di là dei settori disciplinari. Anzi, proprio oggi occorre una ricerca e conoscenza sempre più interdisciplinari senza alcun tipo di barriere».

Un tema su cui la Cattaneo è intervenuta precisando che «nella comunicazione della ricerca occorre essere sempre sfidanti e mai passivi, occorre provare a comunicare la ricerca con la massima trasparenza». E riprendendo il volume, l’accademica dei Lincei ha sottolineato che «l’Italia è disseminata di storie di ricerca e di passione simili alla mia e racconto storie di scienza e di studiose».

Attraverso le voci delle protagoniste vengono esplorati ambiti di studio molto diversi: dalle lingue antiche all’astrofisica passando per la vita degli scimpanzé, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza collettiva sul contributo delle tante scienziate alla crescita culturale, scientifica, sociale del paese.

Alessandra Gentile

Un momento dell'intervento della prof.ssa Alessandra Gentile

Un libro che rappresenta una rivoluzione in corso, l’inizio di un cammino che libera le ragazze da zavorre e pregiudizi che in passato ne hanno impedito o rallentato i percorsi di emancipazione.

Nel libro si raccontano le storie di Mariafelicia De Laurentis, astrofisica che ha provato l’emozione della scoperta dei buchi neri, e di Simona Lodato, indagatrice del cervello e della sua complessità, ma anche di Miriam Melis, elettrofisiologa che analizza gli effetti dell’abuso di cannabis, e di Alessandra Mascaro, studiosa degli scimpanzè in Africa.

E ancora di Cătălina Curceanu sulla fisica quantistica, della filologa Silvia Ferrara che spiega i processi di decifrazione delle lingue ancora oscure e di Alessandra Gentile che dà un’idea di che cosa siano gli ostacoli ideologici che frenano la ricerca, in particolar modo sulla genetica delle piante.

Il libro si sofferma anche sulla chimica dei beni culturali di Costanza Miliani, dell’ingegnera sismica Maria Giovanna Durante e della genetista Vincenza Colonna, quest’ultima oggi all’Università del Tennessee dove dirige una biobanca con oltre 15mila campioni di Dna raccolti a Memphis.

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