La riscoperta di Napoleone Colajanni

Al Dipartimento di Scienze politiche e sociali una ‘lectio’ sulla poliedrica figura su un protagonista siciliano della vita intellettuale e politica 

Miriam Finocchiaro

«La partecipazione dei giovani all’incontro di oggi é indicativa del valore di questo personaggio e della sua storia che parla sicuramente del nostro passato, ma anche certamente del nostro futuro». Sono state queste le parole che il prof. Giuseppe Astuto ha voluto spendere di fronte ai tanti studenti che hanno preso parte, nei giorni scorsi, nell’aula magna di Palazzo Pedagaggi del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, alla presentazione del suo ultimo volume Napoleone Colajanni - Europa Italia e Mezzogiorno (Bonfirraro editore, 2023).

Il volume - a 100 anni dalla morte di Napoleone Colajanni - raccoglie i saggi di studiosi, italiani e stranieri, di diverse discipline, che hanno contribuito, con nuovi approcci e con l'utilizzo di fonti inedite, al rinnovamento della storiografia sulla Sicilia, sul Mezzogiorno e sulle élite locali in rapporto alle vicende dello Stato italiano. 

Francesco Bonini, politilogo e rettore dell’Università Lumsa, con una domanda ha aperto ufficialmente il dibattito dell’incontro: “Come ci si destreggia a raccontare un periodo ad alta velocità come la fine dell’800 in Europa?”

«Colajanni è stato in grado di creare un metodo evolutivo e sperimentale applicato alle diverse politiche pubbliche su uno spazio e un tempo lungo; riflette infatti sui problemi a lungo termine legati a Europa, Italia e Mezzogiorno, in quello che però non è un rapporto di subordinazione, ma un circuito», ha spiegato il docente.

La folta platea presente nell'aula magna del Palazzo Pedagaggi

La folta platea presente nell'aula magna di Palazzo Pedagaggi

Si lega a questo “carattere innovativo” della politica di Colajanni anche l’intervento di Luigi Chiara, ordinario dell’Università di Messina. «Colajanni non è stato solo un politico, ma anche e soprattutto, un intellettuale poliedrico», ha proseguito il suo intervento il docente mettendo in risalto il positivismo lungimirante di Napoleone Colajanni. «Credeva nel miglioramento sociale, era un meridionalista che comprese, in tempi non sospetti, come il liberismo non sarebbe giovato al nostro paese», ha aggiunto.

A seguire il prof. Giuseppe Astuto ha evidenziato i tre principali aspetti che hanno contraddistinto la riflessione di Colajanni e dunque centrali nella stesura del volume da lui pubblicato.

«La questione meridionale viene declinata dal politico in tutti i suoi aspetti; tuttavia egli si concentra sulla Sicilia che viene definita scenario unico nell’800», ha spiegato.

In foto il prof. Giuseppe Astuto con i relatori

In foto il prof. Giuseppe Astuto con i relatori e l'editore 

In particolar modo il docente ha sottolineato nel suo intervento i tre punti cardine della figura di Napoleone Colajanni, affrontati nel libro sul protagonista della giornata: i fasci siciliani, il ruolo della mafia e, infine, l’avvento del fascismo, a cui l'intellettuale e politico siciliano ha assistito negli ultimi anni della sua vita, già percependo la pericolosità di Mussolini.

«Nel movimento dei Fasci Siciliani - prosegue il prof. Giuseppe Astuto - Colajanni vedeva un forte tentativo di democratizzazione dei rapporti di lavoro seppur sostenitore delle rivendicazioni del mondo contadino, egli non credeva nella lotta di classe ma nella riconciliazione di classe».

«Colajanni si è distinto per le battaglie contro le arretratezze della Sicilia e del Mezzogiorno, egli vedeva nel suo socialismo evoluzionista la chiave per la nascita di uno stato democratico», ha proseguito nel suo intervento il prof. Astuto che ha restituito al pubblico presente, nell’aula magna del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, parte dell’eredità lasciata da questo grande politico siciliano, a volte, dimenticato.

In video gli interventi dei docenti Francesco Bonini, politilogo e rettore dell’Università Lumsa, Giuseppe Astuto dell'Università di Catania e Giuseppe Chiara dell'Università di Messina 

Gli interventi istituzionali

In apertura dei lavori il rettore Francesco Priolo aveva evidenziato «l’importanza del volume curato dal docente Giuseppe Astuto che consente di comprendere una particolare fase storica siciliana e italiana tramite la figura di Napoleone Colajanni». «Una fase storica che ci aiuta a riflettere sulla storia di oggi del Meridione e sulle problematiche che purtroppo ancora oggi attanagliano il Sud Italia».

A seguire la prof.ssa Pinella Di Gregorio, direttrice del Dipartimento di Scienze politiche e sociali si era soffermata «sulla figura di Napoleone Colajanni, un uomo dal profilo intellettuale moderno e attuale e di particolare importanza in quanto ci consente di capire meglio il nostro presente».

Un momento dell'intervento della prof.ssa Pinella Di Gregorio

Un momento dell'intervento della prof.ssa Pinella Di Gregorio. In foto anche Francesco Bonini, Francesco Priolo, Nello Musumeci e Giuseppe Astuto

In chiusura dei saluti istituzionali il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, nel suo intervento, aveva rimarcato «la figura di Colajanni che non implode nel localismo, ma anzi sostiene quel dialogo tra la politica nazionale e quella locale e soprattutto quell’impegno per il Mezzogiorno con una visione internazionale visto che guardava già a quel periodo industriale inglese e francese».

«A poco più di 100 anni dalla sua morte, dunque, il volume impone una riflessione su un personaggio che non è stato oggetto di una sufficiente analisi per il suo contributo in campo storico, sociale e politico – ha aggiunto il ministro -. Un personaggio a tratti contraddittorio e controverso in quanto da socialista non accettava le teorie del marxismo, era un riformista che si è sempre dedicato alla Nazione senza alcun interesse ideologico o di parte. Credo che rappresenti un esempio importante per tutti noi».

Un momento dell'intervento del ministro Nello Musumeci

Un momento dell'intervento del ministro Nello Musumeci