La storica area portuale del borgo dei Malavoglia “simbolo” della Sicilia

Il porto di Aci Trezza è stato iscritto nell'apposito "libro" regionale

Alfio Russo (foto di Giulia Sorbello e Pippo Lombardo)
Il prof. Gianni Petino
Il prof. Vincenzo Asero
Il mastro d'ascia Salvatore Martino Rodolico
Un momento dell'incontro

I borghi marinari, come quello di Aci Trezza, sono sempre caratterizzati da una forte identità culturale legata ai pescatori e alla loro attività, al mare e alle sue tradizioni come le particolari barche o strumenti da pesca. E non mancano ovviamente le tradizioni culinarie locali o il caratteristico storico patrimonio culturale.

E il borgo trezzoto – descritto dal Verga ne I Malavoglia e poi immortalato da Luchino Visconti ne La terra trema – racchiude in sé tutte queste caratteristiche. E non a caso negli anni scorsi la Regione Siciliana ha prima riconosciuto Salvatore Martino Rodolico, lo storico maestro d’ascia di Aci Trezza, come Tesoro umano vivente della Sicilia inserendolo nel Libro apposito del Registro delle Eredità Immateriali.

Adesso la Regione Siciliana ha iscritto la storica area portuale – teatro delle vicende dei Malavoglia e quotidiane della vita dei pescatori trezzoti – nell'apposito libro degli Spazi simbolici.

Ancora un riconoscimento, dunque, per il borgo marinaro trezzoto che è stato protagonista, nei giorni scorsi, del convegno Trizza. Le Eredità Immateriali come Genius Loci. Lo Spazio Simbolico nei locali di Villa Fortuna (rivedi gli interventi).

Il cantiere navale, l'area portuale e l'Isola Lachea con il Faraglione grande (foto di Alfio Russo)

Il cantiere navale, l'area portuale e l'Isola Lachea con il Faraglione grande (foto di Alfio Russo)

L’iniziativa è stata organizzata dal Centro Studi Acitrezza in collaborazione con il Coordinamento delle associazioni trezzote che comprende, oltre allo stesso Csa, anche U Pisci a Mari, Commissione dei Festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista, Mastri d’Ascia di Trezza, Marineria di Aci Trezza, Fantasticheria e Casa dei Pescatori.

Un momento di incontro tra le istituzioni, le associazioni e la cittadinanza per rafforzare il dialogo e il dibattito sulle iniziative immateriali e divulgare la folta documentazione prodotta dal Centro Studi Aci Trezza in questi anni che ha permesso appunto l’iscrizione dell’area storica del porto trezzoto nel libro degli Spazi simbolici.

Ad aprire i lavori dell’incontro - patrocinato dall’Assessorato ai Beni culturali e dell’Identità Siciliana, dall’Università di Catania con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, dal Comune di Aci Castello, dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, dalla Soprintendenza del Mare e dalla Diocesi di Acireale – è stato Antonio Castorina, presidente del Centro Studi Acitrezza, che ha richiamato l’attenzione sull’importanza “della collaborazione tra cittadinanza, associazionismo e istituzioni pubbliche”.

In foto un momento dell'intervento di Antonio Castorina

In foto un momento dell'intervento di Antonio Castorina

E insieme con la segretaria del Csa, Francesca Bonaccorso, il presidente dell’associazione trezzota ha sottolineato che "l'organizzazione del convegno si colloca nel solco dell'iniziativa avviata lo scorso anno, mantenendo il medesimo titolo a testimonianza della continuità dell'impegno volto alla salvaguardia della memoria storica del nostro paese, un patrimonio di cui siamo profondamente orgogliosi".

A seguire Grazia Nicotra, dottoranda dell’Università di Catania, ha sottolineato come il convegno rappresenti “il frutto di un intenso lavoro di squadra che ha coinvolto associazioni, studiosi e istituzioni in un percorso condiviso”. “L’impegno organizzativo è stato notevole – ha aggiunto -, ma ripagato dalla qualità e profondità degli interventi, che hanno saputo offrire uno sguardo autentico e plurale sulla ricchezza del patrimonio immateriale di Aci Trezza, ma anche uno sguardo su progetti nazionali con cui condividere obiettivi comuni”.

Dopo gli interventi istituzionali, moderati da Giusy Russo, si sono tenute, nell’arco dell’intera giornata, tre sessioni di lavoro dedicate ai temi della Storia e Tutela del patrimonio immateriale, della Cultura e saperi del Mare e sugli Itinerari del turismo esperienziale.

in foto i moderatori

In foto da sinistra i moderatori Antonio Agostini, Grazia Nicotra e Marilisa Spironello

Storia e Tutela del patrimonio immateriale

Nella prima sessione – dedicata al tema Storia e Tutela del patrimonio immateriale e moderata da Grazia Nicotra, dottoranda del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania -,  è intervenuto Paolo Valentini, segretario della Commissione dei Beni culturali della Regione Siciliana, che ha posto l’accento “sull’attività di valorizzazione del patrimonio culturale portata avanti dall’associazione Centro Studi Acitrezza ormai divenuto modello da replicare anche in altri siti”. che è

“Aci Trezza oggi è un modello virtuoso perché esiste un partenariato locale tra associazioni e persone che hanno cammini unici ma obiettivi comuni – ha aggiunto -. L'assessorato regionale ai Beni culturali è vicino a voi riconoscendo l'importanza delle istanze portate dal basso”.

Vincenzo Asero, docente del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, ha evidenziato “l’importanza dell’associazione tra turismo e patrimonio culturale, sottolineata anche dall’Unesco che riconosce il valore del patrimonio materiale e immateriale di un territorio, riconsegnandolo alle collettività locali perché ne garantiscano la salvaguardia e la fruizione”.

Una parte del pubblico presente all'incontro

Una parte del pubblico presente all'incontro

“Ed è in questo scenario che l’esperienza di Aci Trezza evidenzia l’importanza del suo patrimonio culturale immateriale come risorsa da preservare in quanto elemento identitario del territorio e da valorizzare anche a fini turistici grazie alle azioni poste in essere dagli attori locali, come il Csa e le altre associazioni trezzote facenti parte del coordinamento”, ha aggiunto Vincenzo Asero, docente dell’ateneo catanese.

A seguire, proprio per comprendere maggiormente l’importanza del riconoscimento dello spazio simbolico dell’Area storica del porto di Aci Trezza e la sua Marina, è intervenuta Francesca Bonaccorso, segretaria del Csa, che ha sottolineato come “a partire dai concetti di spazio assoluto, relativo e vissuto, si indaga il processo attraverso cui una porzione di territorio si carica di significati culturali, storici e simbolici attraverso i vissuti, le esperienze e le relazioni fra le persone che nel tempo lo hanno abitato”.

“Il porto antico di Aci Trezza, con i suoi elementi naturali e architettonici come i basalti colonnari, i lavatoi, la fontana antica e con la sua lunga storia di marineria, si configura come uno spazio profondamente vissuto, agito e narrato, che ha costituito il fulcro della vita comunitaria, da secoli al centro delle pratiche economiche, religiose e culturali del borgo”, ha aggiunto.

In foto Francesca Bonaccorso

In foto Francesca Bonaccorso e il docente Vincenzo Asero

Cultura e saperi del Mare

La seconda sessione – dedicata al tema della Cultura e saperi del Mare e moderata da Antonio Agostini, dottorando dell’Università di Catania - ha visto, tra gli altri, l’intervento di Salvo Costanzo, neo direttore della Riserva naturale integrale Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi gestita dall'Area della Terza missione dell'ateneo catanese. Nel suo intervento, Salvo Costanzo ha legato “l’importanza dell’arcipelago dei ciclopi con l’intero territorio etneo, senza dimenticare il legame storico e culturale tra le isole e il territorio di Aci Trezza”.

A seguire sono intervenuti anche i maestri d’ascia Salvatore Martino Rodolico e Giovanni Rodolico dello storico cantiere navale trezzoto insieme con l’artista Alice Valenti che si sono soffermati sulle sardare, le coloratissime barche di legno per la pesca, con remi e vela latina, e sui decori tipici dello scafo realizzati secondo l’antica scuola catanese dei pingisanti.

In foto Salvo Costanzo

In foto Salvo Costanzo

E proprio sul Cantiere navale trezzoto, Grazia Nicotra, ha sottolineato che “in Sicilia esso rappresentava non solo un luogo produttivo, ma era un presidio di cultura, un laboratorio artigiano ma anche uno spazio sociale”.

“Un luogo dove l’odore del legno si fonde con l’eco della tradizione e dove si custodivano materiali come legname, pece, stoppa, ferri del mestiere, oltre a strumenti specifici, spesso costruiti a mano dallo stesso artigiano e nonostante ad un occhio esterno poteva sembrare un ambiente caotico, per chi vi operava era un mondo ordinato secondo logiche antiche, dove ogni odore e ogni suono aveva un significato preciso”, ha aggiunto.

“I cantieri navali, la figura del mastro d’ascia e le tecniche costruttive sono in pericolo di estinzione”, ha detto la dott.ssa Nicotra suggerendo poi “programmi di interventi mirati per la conservazione, ma anche momenti di comunicazione verso le nuove generazioni”.

In foto Grazia Nicotra

In foto Grazia Nicotra

Itinerari del turismo esperienziale

Nella terza sessione – dedicata al tema Itinerari del turismo esperienziale e moderata da Marilisa Spironello, dottoranda dell’Università di Catania – è intervenuto, tra gli altri, Gianni Petino, vicedirettore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’ateneo e presidente del Cts del Consiglio regionale degli Ecomusei.

Proprio gli ecomusei rappresentano un processo partecipato di riconoscimento, cura e gestione del patrimonio culturale locale finalizzato a favorire uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile mettendo in relazione usi, tecniche, colture, produzioni e risorse di un ambito territoriale con i beni culturali presenti. Si tratta di percorsi di crescita culturale delle comunità locali fondati sulla partecipazione attiva degli abitanti e la collaborazione di enti e associazioni.

E un aspetto fondamentale per la valorizzazione e lo sviluppo socio-economico del territorio è rappresentato dagli itinerari turistici che, come ha sottolineato Marilisa Spironello, “rappresentano uno strumento di rilettura dello spazio simbolico di Acitrezza”. “La costruzione di percorsi turistici ben strutturati può rafforzare il legame tra patrimonio materiale e immateriale”, ha aggiunto.

In foto in primo piano le brogne e sullo sfondo Marisilia Spironello e Elena Bonaccorso

In foto in primo piano le brogne e sullo sfondo Marisilia Spironello e Elena Bonaccorso

“Grazie ai contributi dei relatori abbiamo compreso quanto sia cruciale promuovere Aci Trezza, non solo come destinazione turistica, ma come spazio simbolico in cui convergono tradizioni, memoria e identità condivisa – ha proseguito nel suo intervento Marilisa Spironello -. Le riflessioni e le proposte emerse durante la giornata rappresentano un fondamentale passo avanti per promuovere Acitrezza come un modello di turismo culturale sostenibile, capace di coniugare tradizione, innovazione e inclusività”.

A seguire la socia del Csa Elena Bonaccorso ha evidenziato come “la consacrazione definitiva di Aci Trezza come spazio simbolico avviene nel 1948 grazie al film La terra trema, capolavoro del Neorealismo firmato da Luchino Visconti”.

“Il film, ispirato al romanzo verghiano I Malavoglia, ha trasformato il borgo in un set naturale, scelto per la sua autenticità e potenza espressiva – ha aggiunto -. Visconti ha compiuto una scelta rivoluzionaria girando in esterni, con attori non professionisti del luogo e dialoghi in lingua siciliana. Questa impostazione ibrida tra documentario e finzione, che portava al Neorealismo gli insegnamenti del cinema verità, restituisce un’immagine viva e cruda della vita ad Aci Trezza, rafforzando la valenza simbolica del borgo come emblema della condizione umana e della lotta sociale”.

I curatori del convegno

In foto da sinistra Marilisa Spironello, Grazia Nicotra, Giovanni Grasso, Antonio Castorina, Francesca Bonaccorso, Elena Bonaccorso e Luisa Marino

Il suono della brogna

Uno spazio importante del convegno è stato dedicato al suono della brogna grazie a Giovanni Grasso, vicepresidente del Centro Studi Acitrezza e fondatore del collettivo Brezza – Brogne di Trezza. Proprio l’artista ha condotto i presenti in un giro virtuale del globo terrestre per scoprire ciò che da millenni lega Aci Trezza con l’umanità del mondo, ovvero il suono della brogna.

“Così come fino al secolo scorso i pescatori tra i faraglioni la suonavano per segnalare i momenti più importanti della vita quotidiana, nel lavoro e nella festa, allo stesso modo, tante popolazioni del mondo, ancora oggi la usano come strumento cerimoniale e di lavoro”, ha spiegato Giovanni Grasso prima di dare una dimostrazione del suono delle brogne.

A seguire Antonio Grasso e Giovanni Grasso hanno intonato le storie scritte da Alfio Mirabella su Aci Trezza, sulla barca dei Malavoglia, ovvero la Provvidenza, e sulle brogne.

I suonatori di brogne

I suonatori di brogne

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