“La traviata”: un assaggio dell’intensità delle emozioni che permeano l’opera

Anna Tedesco, musicologa dell’Università di Palermo, in occasione del Preludio all’Opera al Teatro Massimo Bellini, ha offerto un’anticipazione dei motivi che caratterizzano la maestria compositiva di Giuseppe Verdi 

Giada Apa

«Traviata è una delle prime opere che ho visto nella mia vita quand’ero bambina e forse anche per questo mi sono improntata agli studi musicologici». Così ha esordito la docente Anna Tedesco in apertura del Preludio all’Opera nel foyer del Teatro Massimo Bellini, prima di introdurre ai temi e conflitti presenti nella trama. 

Nel corso della lectio della docente, i presenti al Preludio hanno avuto la possibilità di immergersi nel mondo de La traviata, ancor prima che il sipario si alzasse sul palco.

Un’opera lirica intramontabile che continua a influenzare la contemporaneità attraverso i suoi temi universali – ampiamente affrontanti durante il Preludio – a partire dalla figura di Violetta: un personaggio complesso e tridimensionale, capace di unire la bellezza esteriore a una profondità interiore, simbolo della lotta umana e sociale che essa incarna.

In considerazione di questo, è stato presentato un video che ha catturato la Scena V dell’atto primo di Traviata, dove è presente unicamente Violetta e la sua interiorità, sola, in quel «popoloso deserto» che la circonda. Con questa sua opera Verdi vuole inaugurare una nuova maniera, più vicina al realismo del teatro di prosa, capace di abbracciare l’innovazione senza tuttavia perdere il rispetto per la tradizione. 

In foto la musicologia Anna Tedesco

 La musicologia Anna Tedesco

«Può essere considerata la prima opera realistica, ma non veristica», ha precisato la professoressa Tedesco; di fatti la protagonista dell’opera trae ispirazione da una donna realmente esistita, Alphonsine Rose Plessis, celebre cortigiana che ha ispirato e affasciato numerosi scrittori, tra cui Alexandre Dumas, autore de “La signora delle Camelie”.

Quest’opera letteraria ha successivamente costituito la base per il libretto de “La traviata”, che per l’appunto presenta «una tinta parigina, la tinta del valzer, che invade e colora la scena anche nei momenti privati», una versione però «edulcorata» della vicenda, poiché la censura non ha permesso di mettere in scena Violetta nelle vesti di una prostituta.

Nonostante ciò, essa volge principalmente a sottolineare la critica alla società borghese immettendosi nel filone del «sacrificio d’amore» che diventa fulcro di qualcosa di molto più ampio. L’antagonista di Violetta non è un amante infedele, bensì il padre di Alfredo, Giorgio Germont, che se nel romanzo appare quasi di sfuggita, in Verdi è invece un personaggio centrale che incarna la visione morale della sua epoca. «La versione che tra qualche giorno ascolterete è la seconda versione scritta da Verdi per il Teatro San Benedetto del 1854, e non quella del 1853» spiega Anna Tedesco, analizzando le differenze e le analogie di cui abbiamo numerosa testimonianza scritta.

Le docenti Graziella Seminara, Anna Tedesco e Maria Rosa De Luca

Le docenti Graziella Seminara, Anna Tedesco e Maria Rosa De Luca

Al termine dell’illuminante illustrazione a cura della professoressa Tedesco, si è avviata una conversazione con Maria Rosa De Luca e Graziella Seminara, docenti del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania e coordinatrici del ciclo di Preludi all’Opera, con la partecipazione del pubblico presente.

Un dibattito incentrato principalmente sulla figura di Violetta – e sulla sua redenzione sul finire dell’opera – che ha reso questo Preludio «il più dibattuto finora», a detta delle professoresse presenti.

L’evento ha dato l’opportunità unica di entrare in un’atmosfera di anticipazione ed eccitazione, mettendo i presenti a conoscenza di premesse necessarie per comprendere l’opera nella sua totalità.

«Prima di oggi non mi ero mai accorto di questa valenza», ha detto uno spettatore, parafrasando quasi il pensiero di tutto il pubblico in sala. Non resta che godersi a teatro l’intramontabile capolavoro.