La “voce” di Unict alla Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Quasi un centinaio di studenti e studentesse dei diversi dipartimenti dell'ateneo catanese hanno preso parte all’iniziativa organizzata a Trapani dall'associazione Libera 

Alfio Russo
Un momento della iniziativa
Un momento della iniziativa
Un momento della iniziativa
I docenti Livio Ferrante e Maurizio Caserta

Anche l’Università di Catania, con un centinaio di studentesse e studenti, ha marciato per le strade di Trapani per dire “no” alla mafia e ricordarne le vittime. E proprio dal palco di piazza Vittorio Emanuele, in apertura della XXX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie organizzata da Libera, sono stati letti i nomi delle 1101 vittime di mafia.

A scandirli anche le studentesse e gli studenti dei diversi dipartimenti dell’ateneo catanese approdati nel cuore di Trapani dopo un viaggio cominciato alle 5 del mattino promosso da Unict e dalla Consulta degli studenti.

Insieme con loro tantissimi altri giovani provenienti da ogni parte della Sicilia e anche da oltre lo Stretto di Messina. In migliaia - tra cittadini, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni e una folta rappresentanza dei gruppi scout – hanno prima sfilato per il lungomare e le vie di una soleggiata e ventosa Trapani al grido di Ribellati, intonato più volte e poi ascoltato il messaggio di don Luigi Ciotti.

Studentesse e studenti di Unict alla Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Studentesse e studenti di Unict alla Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Nel suo discorso, don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha parlato non solo di mafia, ma anche di giustizia, toccando vari punti, dalla corruzione all'ambiente, dalle spese per il riarmo alla riduzione dei fondi per l'istruzione e la ricerca, dall'essere guidati dall'umanità nelle scelte che si fanno al mandato ai giovani di essere un vento che faccia andare avanti questo mondo che ultimamente, invece, sta facendo vari passi indietro.

“Dobbiamo trasformare la memoria del passato in etica del presente”, ha detto in apertura don Ciotti.

“L’Italia è un paese non ancora del tutto libero: il processo di liberazione non è ancora terminato – ha scandito Ciotti di fronte ai familiari delle vittime –. Gli avversari di cui dobbiamo liberarci oggi si chiamano corruzione, mafia, disuguaglianze, povertà e abuso di potere”.

Nel suo intervento ha richiamato la Costituzione, “primo vero testo antimafia”, che non dev’essere solo carta ma “carne viva” e i cui pilastri “non devono essere demoliti come qualcuno vorrebbe”.

Tanti gli studenti e i giovani attivisti presenti in piazza e rivolto a loro ha detto che “questo non è un mondo per giovani". "A parole affidiamo loro le nostre speranze per il futuro - ha proseguito -, ma nei fatti togliamo risorse all’istruzione, alla ricerca, all’università, togliamo garanzie di lavoro, che spesso è precario, neghiamo loro il diritto all’abitare. Non bastano investimenti occasionali, chiediamo alla politica il più grande investimento della storia per i giovani”.

Un momento del discorso di don Luigi Ciotti (foto di Paolo Valenti)

Un momento del discorso di don Luigi Ciotti (foto di Paolo Valenti)

Una giornata che è proseguita anche con diversi seminari di approfondimento, ben dieci in programma dopo il pranzo.

A farne parte anche le studentesse e gli studenti di Unict accompagnati dai docenti Maurizio Caserta e Livio Ferrante. In particolar modo la delegazione Unict ha partecipato ai seminari  "Per un'Europa di Pace: armi e traffico di vite, foraggio per le mafie",  "Vecchie e nuove rotte dei traffici illeciti internazionali: quali risposte?", "Ripartire dallo sguardo: la risposta educativa alla violenza giovanile" e  "Fare antimafia nel mondo del lavoro - Etica e responsabilità sociale d'impresa".

Temi che più volte sono stati al centro dei seminari organizzati da Unict e che proprio nel febbraio scorso, sono stati al centro dell'incontro con don Luigi Ciotti nell’aula del Dipartimento di Economia e Impresa, aveva

Proprio l’ateneo catanese, nel febbraio scorso, aveva accolto l’invito di don Ciotti a partecipare all’iniziativa sposata in pieno da Unict.

Studentesse e studenti di Unict alla Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Studentesse e studenti di Unict alla Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

"Le nostre università hanno il compito fondamentale di formare coscienze critiche tra i propri studenti e per questo devono rivendicare in maniera sempre più forte il loro ruolo insostituibile nella formazione dei giovani - ha spiegato il prof. Livio Ferrante -. Formazione che nasce dalle relazioni che si creano nei nostri ambienti. Dobbiamo quindi sfatare anche quel luogo comune che vede i giovani disinteressati ai problemi del nostro mondo". 

"Hanno solo bisogno di luoghi, spazi e occasioni per diventare quel "vento" che fa cambiare rotta ad un sistema in cui, richiamando le parole di Don Ciotti, le cose contano più delle persone - ha aggiunto -. L'indifferenza, il non schierarci, ci fanno complici di tutto ciò". 

Ed è per questi motivi che gli studenti, nel viaggio di ritorno, si sono dati un impegno reciproco nel non disperdere queste energie. "Indipendentemente dal proprio percorso di studi - ha precisato Livio Ferrante - cercheremo di creare momenti di confronto sui tanti temi attuali che stanno cambiando il nostro mondo, con un intento non solo formativo ma anche propositivo".

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