L’altro volto di Giacomo Puccini: alla riscoperta del genio segreto

Al Teatro Massimo Bellini il concerto sinfonico-corale esplora l’anima nascosta del compositore italiano

Rossella Liliana Laudani (foto di Giacomo Orlando)

A Catania, là dove la musica trova da sempre casa, il Teatro Massimo Bellini ha celebrato non solo la grandezza della tradizione operistica italiana, ma anche un anniversario ricco di storia e significato: l’inaugurazione del teatro stesso, avvenuta il 31 maggio 1890.

Per rendere omaggio a questa ricorrenza, la direzione artistica ha proposto un concerto sinfonico-corale dal titolo L’altro Puccini: un viaggio inedito nel repertorio meno noto del celebre compositore toscano, arricchito da musiche di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini e dedicato alla memoria di Carlo Sada, l’architetto che diede forma al prestigioso teatro.

Diretto dal maestro Fabrizio Maria Carminati, il concerto ha visto la partecipazione di due interpreti di primo piano – il tenore Sung Kyu Park e il baritono Giorgio Caoduro – entrambi apprezzati per la loro finezza espressiva.

Il maestro Fabrizio Maria Carminati e il tenore Sung Kyu Park

Il maestro Fabrizio Maria Carminati e il tenore Sung Kyu Park

Il programma si è aperto con un omaggio a Verdi: è stato eseguito l’Inno delle nazioni per tenore e coro, brano di rado in repertorio ma di grande impatto, concepito come manifesto musicale che unisce slancio patriottico e intensità lirica, contrapponendo gli inni di Regno Unito (God Save the Queen), Francia (La Marseillaise) e Italia (Il canto degli italiani di Mameli e Novaro).

Scritto per l’Esposizione universale di Londra su invito dell’impresario James Henry Mapleson, fu eseguito solo il 24 maggio 1862, dopo anni di tensioni legate alla nascente Unità d’Italia. Una delle interpretazioni più celebri resta quella di Arturo Toscanini del 1943, registrata in un cortometraggio di propaganda a sostegno degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale.

Il cuore della serata è stato dedicato a Puccini in una veste inusuale: quella del compositore sinfonico e celebrativo. L’Inno a Roma per canto e coro, carico di retorica imperiale e potenza orchestrale, venne definito dallo stesso Puccini «una bella porcheria»; negli anni successivi fu adottato dal regime fascista per le manifestazioni ufficiali.

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Il Capriccio sinfonico in fa maggiore (1883) mostra, invece, il volto giovane e sperimentale del musicista: articolato in due movimenti – un Andante moderato seguito da un Allegro vivace – anticipa motivi che Puccini svilupperà poi in Le Villi (1883), Edgar (1888) e La bohème (1895).

Il culmine del concerto è stata la Messa di GloriaKyrie (Larghetto, la bemolle maggiore), Gloria (Allegro ma non troppo, do maggiore), Credo (Andante, do minore), Sanctus (Andante, sol maggiore) e Agnus Dei (Andantino, do maggiore) – per tenore, baritono, coro misto e orchestra.

Qui, passaggi corali e arie solistiche si sono intrecciati con intensità, posti nelle mani esperte dei solisti e del Coro e Orchestra del Teatro Massimo Bellini, vera anima di una serata che ha accompagnato il pubblico catanese alla scoperta di un Puccini meno noto, ma non meno ricco di versatilità e profondità linguistica.

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