La giornata divulgativa, mirata al cambio di archetipo ideologico, si è tenuta alla Scuola Superiore di Catania
Il termine One-Health racchiude in sé un nuovo concetto di salute globale che comprende persone, animali ed ecosistemi che convivono unificati, in equilibrio.
Su questo tema nei giorni scorsi, nell’aula magna di Villa San Saverio, sede della Scuola Superiore dell’Università di Catania, si è tenuta una giornata divulgativa – dal titolo One-Health: uno stile di vita sostenibile per la salute dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi - che ha approfondito tematiche come la sostenibilità e la giustizia per tutti i viventi.
Il direttore del Dipartimento di Scienze del Farmaco e della salute dell’Università di Catania, Rosario Pignatello, in apertura dei lavori, si è soffermato sulla necessità di spiegare il fenomeno alle nuove generazioni ed abbandonare la visione antropocentrica che da sempre muove gli studi. «Dal 2021 sono aumentati esponenzialmente i lavori divulgativi ed i libri sull’argomento, ma l’approccio porta alla salvaguardia solo dell’essere umano», ha spiegato il docente.
Ad introdurre i relatori è stato il prof. Salvatore Petralia del Dipartimento di Scienze del Farmaco che ha evidenziato come il termine One Health racchiude «un nuovo concetto di salute globale intesa come approccio integrato e unificante che mira a equilibrare e ottimizzare in modo sostenibile la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi riconoscendo la salute degli esseri umani, animali domestici e selvatici, di piante e dell’ambiente lato sensu, come strettamente correlati, collegati e interdipendenti».

Un momento dell'intervento del prof. Rosario Pignatello
«Dal concetto di One-Health, che colloca gli esseri umani in un rapporto interconnesso e interdipendente con gli animali non umani e l’ambiente, consegue pertanto un sottile e pacifico cambiamento di prospettiva: tutta la vita è uguale, di pari dignità ed interesse – ha aggiunto -. Tale ideologico cambio di paradigma getta le basi per nuovi approcci alle realtà con cui ci si confronta quotidianamente e, in tal senso, gli ambienti accademici possono giocare un ruolo centrale nella divulgazione dei principi di sostenibilità, protezione e giustizia per tutti gli esseri viventi».
Quella causata dal One-Health è una «rivoluzione necessaria» ha affermato la dott.ssa Marianna Messina nel suo intervento ricordando che «una rivoluzione all’apparenza sembra violenta, ma può anche essere lenta e pacifica». «C’è bisogno di riconnettersi alla natura perché siamo sordi e ciechi di fronte alla sofferenza altrui», ha aggiunto.
Gli animali sono sempre stati distinti tra quelli destinati all’addomesticazione e quelli da «reddito, che producono qualcosa», ha precisato Marianna Messina criticando «la scelta degli esseri umani nell’assegnare questo ruolo a chi è stato definito essere senziente solo con il Trattato di Lisbona».
Gli animali, inoltre, influenzano le scelte di governi e parlamenti. Un tema su cui si è soffermato Gianluca Felicetti, presidente della Lega Anti Vivisezione, che, nel suo intervento, ha ripercorso alcune tappe dei governi italiani ed europei riguardo la commercializzazione degli animali – come il pipistrello egiziano – e in generale i mercati di animali esistenti in Italia.
Il presidente della Lav ha anche sottolineato «l’influenza del Coronavirus sulla vita degli animali, in quanto alcuni sono stati accusati di trasmettere il virus».

Il tavolo dei relatori in un momento dell'intervento del prof. Salvatore Petralia
A seguire José De Giorgio della Schoorl – Associazione Sparta ha esortato, colleghi e non, a parlare sempre più di One-Health e fare dei passi in avanti, organizzando altri eventi come questo. «L’associazione di cui faccio parte propone un cambio di paradigma che si focalizza sull’anti-specismo, per comprendere meglio i fenomeni naturali e ambientali».
Proprio su questo tema si è basato l’intervento di Josè De Giorgio che ha spaziato tra obiettivi a medio e lungo termine ed etica dal punto di vista animale. «L’animalità è qualcosa da preservare, una bussola per trovare la propria strada nella vita», ha detto.
Purtroppo, l’animalità viene spesso soppressa, ma nei santuari, osservatori in cui vedere animali in condizioni di benessere, questi riescono a vivere liberi e felici. Sara D’Angelo della Rete dei Santuari per Animali Liberi ha raccontato la sua esperienza con gli animali “da reddito” che diventano animali “da debito”. «Non si distrugge – ha affermato Sara D’Angelo –, ma si costruisce un’alternativa fondata su gentilezza ed empatia».
«Nella gestione dei Santuari rientrano anche ostacoli logistici ed alimentari», ha detto Silvia Clementi della Rete dei Santuari per Animali Liberi. «Ma questi non fermano la nostra attività o quella dell’Arca di Natalia”, che dal 2020 si batte per curare gli animali accolti da sequestri causati da maltrattamenti», ha spiegato Silvia Clementi.

I relatori dell'incontro insieme con il prof. Salvatore Petralia