Le aree umide in Sicilia

All’Orto Botanico, in occasione della Giornata internazionale della Terra, sono intervenuti i responsabili dei siti tra recupero, gestione e rigenerazione socio-ecologica

Alfio Russo
Saline di Priolo
Saline di Priolo
Riserva Geloi Wetland - Piana di Gela
Riserva Geloi Wetland - Piana di Gela
Oasi del Simeto
Oasi di Vendicare
Pantani Cuba & Longarini
Pantani Cuba & Longarini

Il ruolo delle aree umide in un’epoca di cambiamenti climatici, la loro drastica riduzione a livello regionale e globale pari al 35-50%, la gestione e pianificazione delle azioni mirate alla conservazione degli habitat. E ancora la ricchezza di forme e vita animale e vegetale, i processi di rewilding, infrastrutture ambientali ed ecologiche e soprattutto i servizi ecosistemici e benefici che riescono a fornire alla collettività.

Su questi argomenti si sono concentrate le riflessioni dei responsabili delle aree umide protette siciliane che, nei giorni scorsi, sono intervenuti al seminario Aree umide in Sicilia: tra recupero, gestione e rigenerazione socio-ecologica organizzato, nei locali dell’Orto Botanico dell’ateneo catanese, dai docenti Saverio Sciandrello del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali e Alessandro Lutri del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania nell’ambito della ricorrenza annuale della Giornata Internazionale della Terra.

L'intervento di Saverio Sciandrello

Un momento dell'intervento di Saverio Sciandrello

Dopo una breve presentazione sul valore ecologico e biodiversità, criticità e gestione, vivibilità socio-ecologica delle aree umide in Sicilia dei docenti Sciandrello e Lutri, sono intervenuti i prof. Christian Mulder, delegato all’Ecologia e alla Emergenza climatica dell’Università di Catania e Gianpietro Giusso del Galdo, responsabile scientifico dell’Orto Botanico ed Herbarium dell’ateneo catanese.

Entrambi hanno evidenziato la sensibilità dell’Università di Catania sui temi della conservazione della natura, della gestione e delle buone pratiche delle aree protette e ad un uso sostenibile delle risorse naturali.

A seguire sono intervenuti il prof. Alessandro Lutri focalizzando l’attenzione sulle centralità delle scienze umane e sociali per contenere l’emergenza ambiente e il dott. Paolo Gruppuso del Dipartimento di Scienze politiche e sociali di Unict con una relazione dal titolo Il “tempo” delle zone umide: storia, ecologia, conservazione.

Un tema ripreso anche dal prof. Saverio Sciandrello che ha messo in risalto il valore ecologico e la ricchezza di forme e vita vegetale nelle aree umide in Sicilia e alcune specie a rischio di conservazione. Nel corso del suo intervento sono state proiettate le immagini di alcune specie acquatiche di notevole valore naturalistico, come la Wolffia arrhiza, tra le piante a fiore più piccole al mondo, la Utricularia australis, “pianta carnivora” dei nostri stagni di alta quota, la Thelypteris palustris, rarissima felce di palude, la Elatine gussonei, rarissima specie di direttiva tipica delle pozze temporanee, la Halocnenum cruciatum, specie basso-arbustiva alofila, con la sua forma bizzarra per superare la rigidità degli ambienti costieri ricchi in sale.

Il pubblico presente in sala

Il pubblico presente in sala

I lavori sono proseguiti con l’intervento del prof. Enrico Foti del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura sugli interessanti risultati del progetto REST-COAST riguardo il restauro costiero per la mitigazione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici, mentre Umberto Troja della Città Metropolitana di Catania - Ufficio Gestione Riserve Naturali ha presentato gli interventi di contenimento ed eradicazione di alcune specie aliene invasive – come la Pennisetum setaceum, Carpobrotus acinaciformis, Acacia saligna, Ricinus communis, Nicotiana glauca - nella Riserve naturale orientata Oasi del Simeto. Interventi mirati alla conservazione degli habitat naturali e della flora spontanea della riserva.

Sulle strategie per una migliore fruizione e la conservazione delle Rno Oasi faunistica di Vendicari, tra le aree umide costiere più importanti e meglio conservate della Sicilia, è intervenuto Giancarlo Perrotta del Dipartimento regionale Sviluppo rurale e territoriale, mentre Manuel Andrea Zafarana ha illustrato i risultati delle azioni di rewilding nella riserva naturale privata “Geloi wetland” nella Piana di Gela.

In particolar modo interventi sulle misure di conservazione per la biodiversità per garantire un luogo di sosta per gli uccelli migratori e anche per creare un modello di agricoltura sostenibile e presidio di legalità e polo educativo.

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

Paolo Galasso della Riserva naturale privata Pantani Cuba e Longarini ha presentato il progetto di conservazione e recupero ambientale dei Pantani Cuba e Longarini. Un sistema di aree umide costiere tra le più importante della Sicilia sud-orientale, non solo per l’avifauna migratoria ma anche per le comunità vegetali. Focalizzando l’attenzione su Anatra marmorizzata.

Nel suo intervento ha evidenziato i principali risultati conseguiti dal 2013 ad oggi: acquisto e bonifica di 470 ettari di area umida, eradicazione delle attività di bracconaggio e pesca abusiva, rimozione di 15 ettari di serre e miglioramento del paesaggio, individuazione di quattro nuove specie nidificanti di uccelli e crescita di almeno dieci volte della popolazione di anatra marmorizzata.

In chiusura gli interventi di Fabio Cilea della Riserva naturale Saline di Priolo gestita dalla Lipu per la promozione della biodiversità della Riserva Naturale Saline di Priolo in un contesto industriale e di Emilio Giudice della Riserva naturale Biviere di Gela, gestita sempre dalla Lipu, una zona Ramsar tra le piantagioni industriali fossili grazie alle azioni di tutela per garantire un futuro sostenibile.

La convenzione di Ramsar, stipulata nel lontano 1971, rappresenta uno dei primi traguardi dell’umanità verso il principio di «sostenibilità» ed è stata seguita da successive norme europee ed internazionali come l’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori africano-eurasiatici.