Le innovazioni sostenibili per migliorare l’uva da tavola siciliana

Sono state realizzate nell’ambito del progetto Innovitis grazie ad una sinergia tra imprese e enti di ricerca

Alfio Russo
Nino Azzaro (Innovation broker del progetto) e Elisabetta Nicolosi (responsabile scientifico del progetto)
Uve a bacca bianca ottenute da programmi di breeding del Di3A
Uve a bacca nera ottenute da programmi di breeding del Di3A
Uve a bacca rossa ottenute da programmi di breeding del Di3A

Migliorare l’uva da tavola siciliana grazie alle attività di ricerca e di trasferimento tecnologico promosse e realizzate nell’ambito di una sinergia tra pubblico e privato.

Il progetto, dal titolo Innovitis - Innovazioni sostenibili di processo e di prodotto per il miglioramento dell’uva da tavola siciliana, è stato realizzato, nell’ambito della Misura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2020, da un partenariato costituito da imprese del settore del comprensorio di Mazzarone e centri di ricerca, e ha riguardato diversi aspetti della filiera: dall’adeguamento della piattaforma varietale, con l’introduzione nel comprensorio di Mazzarrone di innovazioni genetiche di uva da tavola, al trasferimento di protocolli di coltivazione delle viti in fuori suolo. 

Ma anche il trasferimento di protocolli di gestione del suolo e dell’utilizzo razionale della risorsa idrica e, inoltre, per la gestione del grappolo mediante la tecnica dell’insacchettamento. Per chiudere la filiera, il progetto ha previsto azioni riguardanti la trasformazione dell’uva da tavola in confettura per una ulteriore diversificazione di prodotto.

Proprio il comprensorio di Mazzarrone è considerato leader di eccellenza per l’uva da tavola, non a caso può fregiarsi di un marchio a indicazione geografica protetta: IGP Uva da tavola di Mazzarrone. Ed è proprio alle imprese agricole del territorio che gli enti di ricerca e di innovazione – Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, Crea e Csei Catania – hanno trasferito le innovazioni nell’ambito del progetto il cui partner capofila è l’Organizzazione Produttori Agricoli Siciliani - Opas di Mazzarrone.

A far parte del partenariato anche un’impresa fornitrice di mezzi tecnici (Irritec) e una di trasformazione (BonSicilia) e ben sei aziende del territorio (Astuto Gaetano, Agricola La Bell’Uva, Di Pietro Cesario, Distefano Gabriella, Turlì Claudio, Ca.Fra. Società Agricola).

I risultati del progetto sono stati presentati lunedì 24 luglio a Mazzarrone, nei locali del Casale dei Consoli, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e dei centri di ricerca.

Innovitis, il tavolo dei relatori

Innovitis, il tavolo dei relatori

«I risultati del progetto sono il frutto della disponibilità all’innovazione di prodotto e di processo da parte delle imprese stesse che operano in un territorio dall’alta vocazione viticola – spiega la prof.ssa Elisabetta Nicolosi del Di3A dell’ateneo catanese -. Al tempo stesso si è cercato di migliorare l’attività agricola che, negli ultimi anni, è stata fortemente penalizzata da una serie di criticità che riguardano l’intero comparto. Basti pensare ai forti segnali di instabilità causate da annate produttive poco soddisfacenti che periodicamente si registrano in seguito a improvvise emergenze fitosanitarie e meteorologiche e, inoltre, per la costante pressione dovuta all’immissione di uva proveniente da nuovi Paesi produttori». 

Per questi motivi il progetto di ricerca ha puntato sull’innovazione genetica dell’uva da tavola e su innovazioni di tipo tecnico e colturale.

«La competitività del comparto è strettamente connessa all’innovazione varietale che è alla base del successo commerciale registrato in altri distretti produttivi internazionali» ha spiegato la prof.ssa Alessandra Gentile del Di3A di Unict. 

«In questo contesto la possibilità di scelte varietali innovative e in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori diventa una esigenza prioritaria – ha aggiunto la prof.ssa Alessandra Gentile -. Nonostante l’ampiezza del germoplasma viticolo esistente, la ricerca di innovazione è sempre attiva».

«I principali criteri di selezione per le nuove varietà hanno riguardato l'elevata e costante produttività, la tolleranza agli stress biotici e abiotici, l'attrattività estetica del grappolo e della bacca, la consistenza della polpa, l'apirenia, il sapore, l'aroma e le proprietà nutraceutiche, nonché la resistenza alle manipolazioni, al trasporto e alla conservazione» ha precisato. 

Innovitis, valutazione delle innovazioni genetiche da parte degli esperti

Innovitis, valutazione delle innovazioni genetiche da parte degli esperti

«Il consumatore, infatti, è sempre più attento alla salubrità e oggi ricerca un prodotto ottenuto con processi più sostenibili per l’ambiente e per i produttori stessi – ha evidenziato la prof.ssa Elisabetta Nicolosi -. Pertanto l'innovazione varietale, congiuntamente alle innovazioni dei processi produttivi, può considerarsi la chiave di volta per una produzione all'avanguardia e competitiva negli scenari internazionali».

Nel corso della presentazione dei risultati sono intervenuti - oltre alla prof.ssa Elisabetta Nicolosi, responsabile scientifico del progetto, che ha esposto gli obiettivi prefissati e i risultati ottenuti – il prof Gaetano Distefano, il dott. Francesco Scollo, il dott. Leonardo Luca e il dott. Filippo Ferlito del Crea-Ofa di Acireale. 

Tutte le attività sono state svolte in sinergia tra i ricercatori e le imprese del partenariato, con il supporto di AgriUniTech, spinoff dell’Università di Catania.

In apertura dei lavori, invece, sull’importanza del progetto di ricerca si sono soffermati Nunzio Busacca (presidente dell’Organizzazione produttori agricoli siciliani), Giovanni Raniolo (presidente del Consorzio di tutela uva da tavola di Mazzarone), Giovanni Sutera (dirigente dell’Ispettorato agricoltura di Catania), Mario D’Amico (direttore del Di3A di Unict), Riccardo Randello (consigliere dell’Ordine dei dottori Agronomi e forestali di Catania), Antonino Azzaro (Innovation broker del progetto) e Salvatore Barbagallo (presidente Csei Catania) insieme con i sindaci del comprensorio. 

A chiudere i lavori il prof. Rosario Di Lorenzo dell’Università di Palermo.

Innovitis, una da tavola da innovazioni genetiche