Le piante dell’area mediterranea tra conservazione e valorizzazione

L’Università di Catania ha ospitato quasi un centinaio di esperti di tutto il mondo per approfondire studi e ricerche

Alfio Russo
Etna, specie vegetale
Etna, specie vegetale
Etna, specie vegetale
Etna, un momento della visita guidata

Le specie vegetali dell’area mediterranea e in particolar modo dell’Etna affascinano sempre più i ricercatori di tutto il mondo. E proprio nei giorni scorsi quasi un centinaio di esperti – oltre il 60% provenienti dagli Stati Uniti d’America a Malta, dal Portogallo alla Spagna, dalla Francia all’Algeria e al Marocco – hanno preso parte al XV International Seminar in Plant ecology and conservation in the Mediterranean area.

Il seminario internazionale in "Biodiversity Management and Conservation" è stato inaugurato nel 2008 fa dall'Università di Jaén in Spagna e si tiene ogni anno in diversi paesi della penisola iberica Italia, Andorra e Francia. Il prossimo anno sarà ospitato ad Évora, il capoluogo della regione centro-meridionale dell'Alentejo in Portogallo.

L’edizione etnea, di quest’anno, ha registrato la presentazione di oltre 60 studi e ricerche sulla conservazione delle piante nell'area mediterranea e soprattutto sui temi relativi all’habitat delle zone umide, alle piante aliene invasive, alla tassonomia e studi floristici, al monitoraggio degli habitat, alla mappatura e monitoraggio con l’utilizzo di droni, all’ecofisiologia vegetale, al ripristino degli habitat naturali, agli effetti del cambiamento climatico sulla vegetazione e all’insegnamento delle scienze naturali.

un momento della visita guidata sull'Etna

Un momento della visita guidata sull'Etna

Organizzato dai docenti Gianpietro Giusso del Galdo, Saverio Sciandrello, Pietro Minissale del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, con il supporto dei dottorandi Veronica Ranno e Gianmarco Tavilla, la conferenza si è snodata lungo cinque giornate tra seminari e attività sul campo.

Ad aprire i lavori Luca Stagnitta (sindaco di Linguaglossa), Stefano Branca (Direttore dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia di Catania), Vincenzo Spartà e Salvo Caffo (Ente Parco Etna), Agatino Sidoti (dirigente del Dipartimento Regionale Sviluppo Rurale e Territoriale), Filippo Buscemi (dirigente del Corpo Forestale della Regione Siciliana) e Gianpietro Giusso del Galdo (direttore del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali). 

La prima attività sul campo si è svolta a Pizzi dei Neri sull’Etna con visita all’Osservatorio Etneo guidata dal direttore dell’Ingv Stefano Branca. Successivamente i partecipanti hanno percorso il suggestivo sentiero che dall’osservatorio li ha condotti fino al rifugio Citelli.

Lungo il sentiero è stata osservata la tipica flora di alta quota come la Anthemis aetnensis Spreng., Astragalus siculus Biv., Festuca circummediterranea Patzke, Robertia taraxacoides (Loisel.) DC., Rumex scutatus L. subsp. aetnensis (C.Presl) Cif. & Giacom.

Alcuni partecipanti all'escursione

Alcuni ricercatori ed esperti presenti all'escursione sull'Etna

A metà percorso l’affascinante Grotta di Serracozzo definita dai partecipanti stranieri come un “santuario della natura”. 

Proseguendo verso la meta il bosco di Betula etnensis Raf. con al suo interno specie rare come: Adenocarpus complicatus (L.) J.Gay subsp. bivonae (C.Presl) Peruzzi, Centhaurea giardinae Raimondo & Spadaro, Cephalantera longifolia (L.) Fritsch, Genista etnensis (Raf.) DC..

La seconda escursione si è svolta alle Ripe della Naca e Bocche del 1928 sull’Etna. Il percorso è iniziato dalla chiesetta Magazzeni dove gli esperti hanno osservato le coltivazioni di noccioleti. 

Proseguendo lungo il percorso le formazioni boschive a Quercus cerris L. e Quercus congesta C.Presl, dove, in alcuni tratti, si arricchivano di una variegata flora, tra cui Acer opalus Mill. subsp. obtusatum (Waldst. & Kit. ex Willd.) Gams, Lonicera etrusca Santi, Cytisus villosus Pourr, Lathyrus grandiflorus Sm., Vicia pseudocracca Bertol., Vicia incana Gouan, Luzula forsteri (Sm.) DC., Silene italica (L.) Pers. subsp. sicula (Ucria) Jeanm. 

Il punto più alto è stato raggiunto alle Bocche del 1928 dove si è potuta ammirare la bocca più grande dei crateri ricoperta da una cascata di felci a dominanza di Asplenium trichomanes L.