«L’intelligenza umana batterà sempre l’intelligenza artificiale»

A sostenerlo è Massimo Sideri del Corriere della Sera intervenuto a Unict per il primo appuntamento con le masterclass di giornalismo per lo stage Taobuk

Alfio Russo

«L’intelligenza umana batterà sempre l’intelligenza artificiale. È vero che oggi ci sentiamo un po’ spiazzati davanti a queste tecnologie, ma ChatGpt e l’IA sono entrate nelle nostre vite e quindi sono una realtà con cui dobbiamo confrontarci. Anche perché l’IA è una intelligenza flessibile e generale con numerosi campi di applicazione che consente quindi all’uomo di ‘saltare’ dalla poesia all’arte, dall’ingegneria alla matematica e ad altre grandi e fini intuizioni». Massimo Sideri, inviato ed editorialista del Corriere della Sera ed esperto di nuove tecnologie, sgombra immediatamente il campo da eventuali dubbi sulla 'pericolosità' delle nuove tecnologie.

«Ad oggi l’IA è generativa, ci stupisce perché replica in qualche maniera con un algoritmo la nostra capacità di parlare. Ma noi siamo i ‘padroni’ che abbiamo creato l’arte del parlare e dello scrivere. Adesso ci troviamo di fronte ad algoritmi che emulano e parlano di noi con noi» ha aggiunto a margine della prima delle quattro masterclass nate dalla collaborazione fra Taobuk e l'Università di Catania finalizzate a consentire agli studenti dell'ateneo di effettuare uno stage residenziale in occasione della XIII edizione del Taobuk Festival – See Sicily, il festival letterario internazionale in programma a Taormina dal 15 al 19 giugno. 

Il rapporto tra uomo e tecnologia

«L’uomo ha avuto sempre paura della tecnologia che però fa parte della storia dell’uomo. Possiamo dire che la tecnologia ha preso un po’ la posizione che nella storia ha avuto la religione e quindi il rapporto tra Dio e l’Uomo – ha aggiunto nell’aula magna del Dipartimento di Matematica e Informatica alla Cittadella universitaria -. Già Keynes nel 1930 scriveva che quando arrivano nuove tecnologie, che oggi chiamiamo ‘disruptive’, ovvero che creano innovazione, avvengono principalmente due cose: alcuni posti di lavoro diventano obsoleti e vengono messi da parte dalla tecnologia, ma al tempo stesso la tecnologia crea nuove opportunità per l’arte e la cultura e quindi si crea nuova occupazione e nuovi lavori. Lo dice la storia. Per Keynes, secondo la sua teoria, il buon politico della società deve guardare al ‘saldo’ tra lavori che scompaiono e quelli che nascono. Il rapporto tra tecnologia e società, e quindi progresso, cultura e arte c’è sempre stato e ci sarà sempre, ma dovrà essere gestito».

Massimo Sideri

L'intervento di Massimo Sideri

La tecnologia e i ‘rischi’ per l’Uomo

«Negli ultimi 15-20 anni abbiamo assistito a diversi ‘pentimenti’ da parte chi lavora in questi contesti – sottolinea il giornalista -. Si parte dalla consapevolezza che la tecnologia che prima è stata sviluppata poteva essere utilizzata contro l’uomo. Basti pensare ad Einstein e alla bomba atomica. Prima lo scienziato invitò gli Stati Uniti a crearla informando gli americani che i nazisti stavano sviluppando una tecnologia simile. Dopo la guerra però, alla luce dell’utilizzo dell’atomica, ha ammesso che avrebbe preferito fare l’orologiaio e non lo scienziato, riprendendo il suo amore per gli orologi che sono sempre stati presenti nella sua teoria della relatività». 

«Il rapporto tra scienziato e propria coscienza, quindi, ha sempre fatto parte della storia dell’uomo, adesso però parliamo di applicazioni commerciali e non di sviluppi scientifici puri – continua l’editorialista -. Il tema della IA che diventa pericolosa per l’umanità è vecchissima e risale al libro di fine ottocento di Samuel Butler, contemporaneo di Charles Darwin. Nel suo libro immaginava un mondo in cui le macchine avrebbero preso il controllo dell’uomo e addirittura si replicavano. Sembra fantascienza, ma in verità Butler guardava maggiormente alla sostituzione dell’uomo con le macchine. È chiaro che ci ricolleghiamo alla teoria di Keynes ovvero che la tecnologia va governata. Lo abbiamo sempre fatto e dobbiamo continuare a farlo».

sideri

«In the morning eat the frog» Charles Dickens

Dal blu egizio al blu dell'intelligenza artificiale: come la tecnologia ha influenzato la cultura

Nel corso dell’incontro con gli studenti – dal titolo "Dal blu egizio al blu dell'intelligenza artificiale: come la tecnologia ha influenzato la cultura" -, il giornalista Massimo Sideri si è soffermato sul blu come metafora del rapporto tra l’uomo e il digitale e la tecnologia.

Introdotto dal prof. Filippo Stanco del Dipartimento di Matematica e Informatica, Massimo Sideri ha inaugurato il ciclo di incontri concentrandosi sul «colore blu, un colore che si presta bene a raccontare questa interazione tra Uomo e Tecnologia che nell’antichità non era percepita come tale».

«Oggi pensiamo al digitale come quel qualcosa che si trova dentro i pc, ma l’uomo ha interagito sempre con la tecnologia con le grandi invenzioni, basti pensare alla ruota e alla scrittura – ha spiegato -. Umberto Eco diceva che alcune invenzioni nascono perfette, ma alcune sono state migliorate anche se non nella forma, basti pensare al cucchiaio. È impossibile da digitalizzare. Ci hanno provato grandi designer e architetti. Quindi alcune tecnologie nascono perfette». 

«Il blu ha una storia a sé stante nella storia dell’arte e della società e anche nel nostro rapporto con le immagini, prima sacre e poi pop perché se guardiamo le pitture rupestri, o le immagini preistoriche, manca il blu – ha aggiunto -. Il blu è il grande assente. Come mai? C’era il rosso, il marrone e il nero, ma il blu naturale non esisteva. E quindi nasce la storia della tecnologia cominciando a collegare il colore blu e la tecnologia del blu con la storia dell’arte». 

«Sono stati gli antichi egizi a creare il primo blu artificiale – ha raccontato -. In natura esisteva il lapislazzuli che veniva estratto solo in poche miniere situate in Afghanistan per produrre monili e alcuni oggetti, ma non si poteva creare il blu triturando il lapislazzuli. Allora gli egizi misero a punto una tecnologia, un processo per creare il primo pigmento artificiale con un processo molto costoso e lungo, un tetrasilicato di rame e calcio la cui formula la ritroviamo in Diogene. È un processo costoso e quindi veniva utilizzato solo per alcune figure come l’Ibis che rappresenta la scrittura, quindi la divinità della Cultura. E poi è stato utilizzato per i Faraoni».

E proprio agli antichi Egizi il giornalista ha fatto riferimento in merito al 'sangue blue' che «noi riconduciamo all’aristocrazia medievale». «Ma, invece, è legato al libro dei morti dell’Antico Egitto in quanto il faraone, una volta morto, subiva un processo di trasformazione de sangue da rosso a blu per migrare verso il mondo delle divinità – ha spiegato -. Quindi dire avere il ‘sangue blu’ è legato ai faraoni egizi». «Non a caso già ai tempi veniva utilizzato con parsimonia così come il suo utilizzo avveniva con molta oculatezza anche in tutta la storia dell’arte – ha aggiunto -. Basti pensare al velo della Madonna nel corso dei secoli. Nel 1500, invece, il blu esplode in modo importante grazie Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina. Il blu conquista la storia dell’arte, rivoluziona il paradigma artistico e di conseguenza influenza l’arte con un importante salto tecnologico». 

«Da allora è stato un continuo applicare il blu – ha detto in chiusura Massimo Sideri -. Grazie ai mercanti genovesi che viaggiando nelle Indie avevano scoperto l’indaco. Arriviamo così al blu della stoffa e al blu di Genova ovvero il blue jeans. Fino ai giorni nostri in cui il blu è il colore dell’Intelligenza artificiale e del Metaverso».

incontro con massimo sideri

Un momento dell'incontro con gli studenti

Le masterclass di Taobuk

In apertura dell’incontro sono intervenute l’ideatrice di Taobuk, Antonella Ferrara, e la coordinatrice dell’Area per la comunicazione dell’Università di Catania, Laura Vagnoni, che, nel sottolineare «la storica sinergia e collaborazione tra i due enti», hanno evidenziato l’importanza delle «masterclass condotte da prestigiose personalità del mondo culturale e scientifico su innovazione, nuove tecnologie, cultura e informazione e coordinate da docenti universitari».

La partecipazione ad almeno tre delle quattro masterclass consentirà agli studenti dell'Ateneo di effettuare uno stage residenziale in occasione della XIII edizione del Taobuk Festival – See Sicily, il festival letterario internazionale ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà a Taormina dal 15 al 19 giugno 2023.

Dopo aver partecipato agli incontri, dal 25 al 30 maggio sarà possibile presentare la propria candidatura inviando un'email all’indirizzo centro.teatrale@unict.it, con oggetto “Candidatura stage Taobuk”, indicando il proprio nominativo, il numero di matricola, il corso di laurea di appartenenza ei titoli delle masterclass a cui si è preso parte. 

Le altre masterclass: “Arte e libertà” in programma giovedì 11 maggio, alle 10, nell'aula 106 del Monastero dei Benedettini, con Roberta Scorranese, vice caposervizio nella redazione "Eventi Culturali" del Corriere della Sera; “I media e la voce delle libertà” in programma lunedì 22 maggio, alle 10, nell'aula 21 marzo del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, con Andrea Nicastro, inviato speciale del Corriere della Sera in Kosovo, Cecenia, Afghanistan, Iran e Ucraina; “Empowerment femminile e parità di genere”, in programma giovedì 25 maggio, alle 10, nell'auditorium dell'ex Chiesa della Purità, con Serena Uccello, vice caposervizio "Il Sole 24 Ore".

intervento di Antonella Ferrara

Da sinistra Laura Vagnoni, Antonella Ferrara, Massimo Sideri e Filippo Stanco