Al Monastero dei Benedettini è intervenuto Manuel Castiñeiras, studioso di fama internazionale e ordinario di Storia dell’arte medievale all’Università Autonoma di Barcellona
L’incontro, organizzato nell’ambito del ciclo di conferenze di Storia dell’arte medievale e Storia dell’arte bizantina del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, è stato promosso da Giulia Arcidiacono e Tancredi Maria Bella, docenti del corso di laurea in Beni culturali e del corso di laurea magistrale Storia dell’arte e beni culturali oltre che del dottorato in Scienze per il Patrimonio e la Promozione Culturale.
Ad aprire la conferenza è stato Valter Pinto, presidente del corso di laurea Storia dell’arte e beni culturali e docente di Storia dell’arte moderna, che ha evidenziato, vista la presenza di numerosi studenti, «come l’interesse per la storia dell’arte sia molto forte».
Oggetto della conferenza è stato un prezioso manoscritto miniato, copia della celebre Sinossi della storia di Giovanni Scilitze, meglio nota come Cronaca illustrata, che narra la storia dell’impero bizantino (dall’811 d.c. al 1057 d.c.). Lo storico bizantino scrisse l’opera nella seconda metà dell’XI sec., mentre lo Skylitzes matritensis, copia oggi conservata nelle sale della Biblioteca Nazionale di Spagna a Madrid, è stata realizzata nel XII sec.
Un particolare del manoscritto
Il manoscritto è attualmente studiato all’interno del progetto Mabilus, coordinato dal prof. Manuel Castiñeiras, studioso di fama internazionale e ordinario di Storia dell’arte medievale all’Università Autonoma di Barcellona, e coinvolge una pluralità di studiosi provenienti da diversi Paesi e di cui fa parte anche Giulia Arcidiacono, docente di Storia dell’arte bizantina dell’Università di Catania.
La docente dell’ateneo catanese Giulia Arcidiacono ha spiegato che l’idea della conferenza sia nata «dalla collaborazione con il prof. Castiñeiras, che aveva necessità di trovare uno studioso che si occupasse di cultura bizantina e greca in Sicilia, per cui si è rivolto a me e abbiamo avviato questa collaborazione che poi è confluita nel progetto Mabilus».
«Un progetto che riguarda manoscritti bizantini conservati in Spagna – ha aggiunto -. Nell’ambito di questa collaborazione ho deciso con il prof. Tancredi Bella, con cui collaboro e con cui abbiamo promosso questa iniziativa del ciclo di conferenze di Storia bizantina e di Storia dell’arte medievale, di invitare docenti che hanno una particolare attenzione verso determinati aspetti e temi di ricerca perché è sempre utile per gli studenti sentire una voce autorevole su determinati argomenti e poter avere anche occasioni di scambio, di apertura e di conoscenza. Il desiderio che abbiamo io e il prof. Bella è quello di promuovere la disciplina e ottenere questa apertura attraverso contatti con grandi personalità della storia dell’arte, per cui abbiamo organizzato questo incontro».
Un momento dell'incontro
E il prof. Castiñeiras, nel corso del suo intervento, ha evidenziato come «questo manoscritto rappresenti un lussuoso codice di inestimabile valore».
«È composto da 233 fogli di pergamena e miniato con 574 miniature – ha aggiunto -. Il suo esteso apparato decorativo è una testimonianza incredibile della civiltà bizantina e soprattutto è un esempio di arte profana. In età medievale la maggioranza dell’arte è religiosa, qua siamo invece davanti ad un esempio di arte profana».
«Per questo lo Skylitzes matritensis è interessante, per pensare come vivevano in passato, è un’icona internazionale della vita quotidiana a Bisanzio – ha tenuto a precisare -. Il codice è stato da sempre una sfida per gli studiosi, che continuano a chiedersi che cosa ci facesse un manoscritto del genere nella città di Messina. Sappiamo che è stato nella città di Messina dal secolo XV al secolo XVII. È interessante che l’opera fu composta quando Bisanzio aveva già perso definitivamente il controllo sulla Sicilia, conquistata prima dai Musulmani e poi dai Normanni. Cioè, questo manoscritto del XII sec. fu prodotto in Sicilia su una cronaca degli imperatori bizantini quando non c’era potere bizantino nell’isola».
Un momento della presentazione del manoscritto
Castiñeiras ha afferma che «le miniature mostrano come questi miniatori bizantini avevano una maestria incredibile perché non c’è nessun disegno preparatorio, sapevano direttamente disegnare le scene. Ma soprattutto è da notare la differenza tra gli artisti bizantini che sicuramente venivano da Costantinopoli e i miniatori locali, che hanno una mano molto diversa. Lo Skylitzes è un’opera di grande discussione che fa porre interrogativi sul quando e dove è stato fatto, e su chi l’ha fatto».
«Castiñeiras – ha aggiunto la docente Arcidiacono - ha affrontato tutti i vari problemi che riguardano la provenienza, l’ambito di realizzazione, il contesto culturale, la distribuzione delle varie maestranze, insomma tutti gli aspetti sia tecnici, sia storici, sia di contesto sono stati presentati in maniera straordinaria. Tra l’altro con il prof. Castiñeiras abbiamo presentato, nei giorni scorsi, a Palermo, in occasione del convegno internazionale di studi Miniatura in Sicilia. Nuovi studi e prospettive della ricerca sulle orme di Angela Daneu Lattanzi, un paper su uno dei manoscritti dalla collezione italo-greca alla Real Biblioteca de San Lorenzo de El Escorial dal titolo Il Tetravangelo X. IV. 21 della Real Biblioteca de San Lorenzo de El Escorial e la cultura figurativa italo-greca verso l'anno 1140».
Un convegno che ha richiamato numerosi esperti del settore di studi (vai all'articolo di Allegra Francesca Hardt).
Un momento dell'incontro
«La ciclicità di queste iniziative che noi organizziamo per il corso di Storia dell’arte medievale triennale, per il corso di Storia dell’arte bizantina magistrale e per gli studenti del dottorato è di fondamentale importanza – ha tenuto a precisare la docente -. Soprattutto perché cerchiamo di invitare esperti di un determinato tipo di settore. Abbiamo finora invitato il prof. Antonio Iacobini, notissimo bizantinista, e il prof. Castiñeiras, nell’ambito del rapporto di collaborazione del progetto Mabilus e nel futuro vedremo».
Dagli studi compiuti fino ad ora sullo Skylitzes matritensis non è emerso nulla di certo, ma molte ipotesi sono state avanzate. Secondo la più quotata pare che il manoscritto sia stato realizzato a Palermo intorno al 1160, e che la commissione sia legata al re Ruggero II (1130-1154) o a suo figlio Guglielmo II (1154-1166). Non sappiamo tuttavia per mano di chi sia giunto a Messina. Le miniature mostrano sette culture artistiche diverse, due maestranze bizantine e cinque di cultura siciliana con forte presenza di elementi musulmani e latini.
Gli studi su questo manoscritto proseguiranno per comprendere sempre più le culture che hanno caratterizzato un passato ormai lontano. Dopotutto lo scopo della storia dell’arte è proprio questo, studiare un passato che ci ha portato oggi a godere di un patrimonio culturale materiale e immateriale di inestimabile valore.