Mattia Grassani racconta il diritto sportivo ai giovani soffermandosi sul valore economico e giuridico dello sport. L’esperienza di uno dei massimi esperti italiani nell’ambito del Progetto OUI dell’Università di Catania
Il diritto sportivo come una delle frontiere più dinamiche e complesse delle professioni giuridiche del futuro, raccontato direttamente ai giovani da un vero top player of the law. È questo il cuore degli incontri che hanno visto come protagonista l’avvocato Mattia Grassani, tra i massimi esperti italiani di diritto sportivo e consulente legale di club di Serie A, Federazioni e Leghe, chiamato a confrontarsi con studenti e studentesse delle classi terze, quarte e quinte dei licei a indirizzo sportivo e giuridico di Catania e provincia.
Più che semplici lezioni orientative, Grassani ha offerto un “viaggio” dentro un settore in cui diritto, economia, giustizia e responsabilità si intrecciano ogni giorno con interessi milionari e decisioni capaci di incidere profondamente sulla vita delle società sportive.
Un vero e proprio sguardo sulle professioni del futuro, in cui Grassani ha messo a disposizione dei ragazzi la propria esperienza maturata sul campo, spiegando come lo sport sia oggi un laboratorio avanzato di professionalità giuridiche altamente specializzate.
Due giornate di confronto diretto con le future matricole universitarie per raccontare non solo una professione, ma un intero ecosistema di opportunità.
Un momento dell'intervento dell'avvocato Mattia Grassani. Al suo fianco il docente Tommaso Mauceri
Gli appuntamenti sono stati organizzati nell’ambito del Progetto OUI – Ovunque da qui (finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU), promosso dall’Università di Catania e organizzato dall’Ufficio Orientamento dell’Area Comunicazione in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza con l’obiettivo di far conoscere ai maturandi e alle maturande le molteplici figure professionali collegate ai corsi di laurea dell’ateneo.
Ad essere coinvolti i giovani e le giovani degli istituti superiori Vaccarini, San Giuseppe e Spedalieri di Catania, del Majorana di San Giovanni La Punta, del Leonardo di Giarre e del Majorana-Arcoleo di Caltagirone.
Tra le aule del Palazzo centrale dell’Università di Catania e l’aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza a Villa Cerami, Mattia Grassani si è soffermato nei tre incontri sui temi de L’Avvocato dello Sport. Il diritto sportivo tra tutela, giustizia e responsabilità. Analisi dei principi, dei procedimenti e delle violazioni nell’ordinamento sportivo, Orientarsi nel mondo delle professioni giuridiche e Casi e questioni di diritto sportivo.
Al suo fianco la responsabile del Progetto OUI Violetta Brundo (coadiuvata dalle dottoresse Giusy Agosta e Marcella Nucifora nell'organizzazione dell'evento), il docente di Diritto costituzionale Giancarlo Ferro e il docente di Diritto privato Tommaso Mauceri insieme con il magistrato ordinario in tirocinio Marco Mazzullo.

In foto da sinistra Giancarlo Ferro, Mattia Grassani, Tommaso Mauceri e Marco Marzullo
Ed è proprio dal dialogo con i giovani che nasce la riflessione di Grassani sul senso e sulle prospettive del diritto sportivo. «Ovviamente consiglierei ai giovani di iscriversi in Giurisprudenza e seguire il ramo del diritto sportivo – ha detto sin dalle prime battute l’avvocato Mattia Grassani -. Il tutto con una visione più ampia, impostando un discorso anche più allargato, non solo al diritto dello sport, perché lo sport è laboratorio, incubatrice di professionalità che 15-20 anni fa, per non andare troppo indietro, erano impensabili».
Nel suo intervento, l’avvocato ha voluto trasmettere ai giovani, nei diversi incontri, un messaggio chiaro: «Occorre concepire lo sport non solo come una passione, come una parte importante della vita non lavorativa, ma anche, indipendentemente dal fatto che frequentino Giurisprudenza, di pensare sempre più che oggi le declinazioni del mondo del lavoro sportivo sono amplissime – ha detto -. Ci sono specificità e specializzazioni che possono partire dall'economia, quindi nuovi esperti di diritto fiscale e tributario, di scienza medica, medicina dello sport, psicologia dello sport, fino al mondo dell'informazione, scienza delle comunicazioni applicate allo sport».
Un mondo in cui le competenze si intrecciano: «Ci sono già corsi di giornalismo sportivo a Milano, alla scuola Walter Tobagi e ad altre scuole che formano giornalisti nella disciplina sportiva – ha detto Grassani -. La mia esperienza è che il diritto è comunque, a livello sportivo, forse la più complessa e variegata offerta di lavoro che si può constatare oggi in ambito sportivo, perché c'è chi è esperto di giustizia sportiva, c'è chi è esperto di doping, c'è chi è esperto di frode sportive, c'è chi è esperto di diritti audiovisivi».
Studentesse e studenti presenti all'incontro nell'aula magna del Palazzo centrale dell'Università di Catania
Per Mattia Grassani lo sport rappresenta il contesto più avanzato di integrazione tra saperi: «E quindi lo sport, per quanto riguarda il diritto, rappresenta il connubio maggiormente multidisciplinare e integrato che oggi noi possiamo riscontrare. Da un punto di vista formativo, le professioni giuridiche ormai hanno assunto tante connotazioni, tante declinazioni».
Sul piano dell'offerta formativa universitaria, il legale riconosce i progressi fatti, ma individua ancora margini di crescita: «Passi in avanti ne sono stati fatti tantissimi, direi passi da gigante. Non parlo della mia epoca che rappresenta la preistoria, quindi il periodo tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, ma anche oggi certamente si deve fare ancora qualcosa».
«Vedo sicuramente un proliferare di corsi, anche multidisciplinari, che sono per me quelli preferibili in cui si possano coniugare tante e diverse figure, quindi non solo giuristi, ma anche medici, psicologi, scienza delle comunicazioni e tutti quei segmenti interattivi», ha detto.
«Purtroppo ancora oggi il diritto sportivo soffre ancora di un pregiudizio – ha tenuto a precisare l’avvocato Grassani -. Secondo me è ancora considerato una disciplina di serie B, per cui merita maggiore dignità, merita di essere considerato come un diritto assolutamente paritario rispetto agli altri, anche perché il volume economico dello sport è un motore enorme».
«Un settore in cui circolano grandi interessi e che richiede competenze di altissimo livello – ha aggiunto -. E dove ci sono interessi economici, dove ci sono imprese, dove ci sono aziende, abbiamo società sportive quotate in borsa, e quindi c'è bisogno di una professionalità al top di livello e questo secondo me non è ancora lo standard formativo che viene offerto».

Un momento dell'incontro nell'aula 3 del Palazzo centrale dell'Università di Catania
In questo quadro si inserisce anche il celebre caso Calcio Catania, che Grassani ha seguito direttamente e che ancora oggi rappresenta uno spartiacque: «Il caso Catania da un punto di vista proprio processuale rappresenta un po' lo spartiacque del diritto sportivo perché forse per la prima volta ci siamo resi conto che anche nello sport c'era bisogno del diritto che non dovesse essere soltanto legato solo ai contratti».
«La sentenza del caso Catania, per il suo valore, è sicuramente lo spartiacque del diritto sportivo, nel senso che si è passati da un diritto sportivo, seppure ci trovassimo nel 2003, quindi nel terzo millennio, un po' raffazzonato, un po' artigianale, un po' fai da te, ad uno nuovo in cui si è constatato che una semplice squalifica, quindi due cartellini gialli inflitti a un giocatore, potevano costare 15 milioni di euro sul bilancio di una società, il calcio Catania SPA all'epoca», ha evidenziato.
«Quell'esperienza certamente ha determinato tanto negli avvocati, che hanno poi patrocinato le varie difese, io in quella vicenda tutelai il Calcio Catania, quanto nel corpo giudicante, quindi negli organi della giustizia sportiva – ha detto -. Da quel momento, con quell’esperienza, è maturato il convincimento che il diritto sportivo fosse una cosa tremendamente seria che necessitasse tanto da parte degli avvocati quanto da parte dei giudici dei percorsi dedicati full time a questo tipo di materia».
«Ai giovani pertanto lancio un messaggio chiaro – ha detto in chiusura -: il diritto sportivo non è una nicchia, ma una delle frontiere più dinamiche e complesse delle professioni del futuro».

Studentesse e studenti con Mattia Grassani e gli organizzatori a conclusione dell'incontro nell'aula magna di Villa Cerami al Dipartimento di Giurisprudenza