L’ombra della distruzione: “Maschere e pugnali”

Il potere e le conseguenze della bomba atomica attraverso la visione di un pezzo di storia recente: da Fritz Lang a J. Robert Oppenheimer

Stefano Zito

La rassegna cinematografica organizzata dal KinEst Fest Catania, al Zō Centro Culture Contemporanee, è giunta al termine martedì 6 febbraio con il terzo e ultimo appuntamento del ciclo di incontri su Fritz Lang, regista cinematografico americano di origine austriaca, i cui film sono considerati capolavori di composizione visiva ed espressionistica.

Maschere e pugnali (1946) di Fritz Lang è ambientato verso la fine della seconda guerra mondiale. Il protagonista è Alvah Jasper, un professore di fisica nucleare americano, interpretato da Gary Cooper, che viene contattato dai servizi segreti e mandato in Svizzera e in Italia per raccogliere informazioni sulle scoperte dei tedeschi sull’energia nucleare.

La serata è stata introdotta da Dario Stazzone, dottore di ricerca dell’Università di Catania, che ha raccontato: «Questo film è l’ultimo di Fritz Lang sulla propaganda antinazista. La Warner Bros ha posto dei tagli significativi, a causa di alcune scene che alludevano al potenziale della bomba atomica e alle conseguenze dell’uso». E ha poi aggiunto: «Nonostante ciò, il film mantiene una sua coerenza, creando un intreccio tra schermo e vita reale».

Dario Stazzone

Dario Stazzone, dottore di ricerca dell’Università di Catania

«Per la prima volta mi fa ribrezzo essere uno scienziato». Queste le parole del protagonista Jasper, dopo aver scoperto tutto il male che avrebbe causato la bomba atomica. «Sono spaventato, perché migliaia di scienziati stanno lavorando insieme per costruire una bomba»  ̶ afferma Jasper, aggiungendo  ̶ «ma chi avrebbe mai finanziato la società prima della guerra per battere la tubercolosi? E quando mai avremmo dato un miliardo di dollari per vincere il cancro?».

Queste parole fanno riflettere sulle gravi conseguenze dell’ordigno nucleare, che a distanza di anni resta un simbolo della capacità annientatrice dell’umanità. Gli attacchi atomici su Hiroshima e Nagasaki durante la Seconda guerra mondiale hanno causato perdite umane immense e hanno lasciato un'impronta indelebile sulla storia e sulla coscienza globale. Le esplosioni hanno generato onde d’urto distruttive, incendi devastanti e radiazioni letali, provocando la morte immediata di migliaia di persone e causando sofferenze prolungate a coloro che sono sopravvissuti. Questi ultimi hanno subito gravi danni fisici, traumi psicologici e malattie correlate alle radiazioni, spesso estese alle generazioni successive.

Questi eventi tragici sottolineano la necessità di impegnarsi per il disarmo nucleare e per la prevenzione di conflitti che potrebbero portare a una simile devastazione. La bomba atomica rappresenta una minaccia esistenziale per l’intera umanità e la memoria di tragedie simili dovrebbe servire da monito costante, affinché la pace e la diplomazia prevalgano sulle soluzioni belliche, proteggendo così il futuro delle generazioni a venire.

Oppenheimer (2023) di Christopher Nolan

Una scena di Oppenheimer di Christopher Nolan

Recentemente questo tema è tornato popolare, generando anche riflessioni tra i giovani, per merito del film Oppenheimer (2023) di Christopher Nolan. Il biopic ripercorre la vita del fisico J. Robert Oppenheimer, inventore della bomba atomica.

Oppenheimer, dopo l’ultimo test (nome in codice Trinity), cita uno dei versi più famosi e fraintesi della Bhagavadgītā, testo sacro induista: «Adesso sono diventato Morte, il distruttore di mondi». La previsione del fisico Albert Einstein, dopo aver visionato i calcoli di Oppenheimer, rivela che tutto ciò avrebbe scatenato una reazione a catena che nel tempo avrebbe distrutto il mondo.

Al centro del film troviamo la controversa creazione della nuova arma militare. Da un lato viene esaltato il progresso scientifico, dall’altro, invece, viene sottolineato come due miliardi di dollari americani siano stati investiti dall’uomo per uno strumento capace di distruggere il genere umano stesso.

Maschere e pugnali

Gary Cooper e Vladimir Sokoloff in una scena del film "Maschere e pugnali" di Fritz Lang

Fritz Lang affronta con Maschere e pugnali l’argomento in maniera lucida e il suo film riesce a trasmettere il potenziale potere distruttivo delle armi nucleari. La bomba atomica non solo distrugge il presente, ma lascia un’eredità di sofferenza e disastri per le generazioni future.

Il regista Lang, attraverso il personaggio Jasper, spinge lo spettatore a una riflessione sulle distorte priorità e mancanza di prospettive umanitarie nella storia degli investimenti di una nazione. Mentre le risorse vengono indirizzate verso la distruzione, le necessità umane fondamentali, come la ricerca medica, la cura delle malattie e la promozione della salute, sono trascurate. Questo sbilanciamento non solo mina il benessere della popolazione, ma perpetua anche un ciclo di violenza e instabilità internazionale.

Le gravi conseguenze della bomba atomica, come previsto da Albert Einstein, non si limitano solo al momento dell’esplosione, ma si estendono attraverso il tempo e lo spazio, lasciando un’eredità di sofferenza, distruzione e paura che richiede impegno e responsabilità globale per evitare che si ripeta in futuro.