L’opera dal punto di vista di chi la interpreta

Dentro la grande macchina dell’opera tanti ruoli, tutti importanti. La regista e attrice Anna Aiello racconta il suo percorso teatrale fino a scegliere di stare dalla parte del testo

Irene Isajia

L’opera lirica è un mondo meraviglioso. Potrebbe essere pensato come una scatola cinese in cui tutti gli elementi in essa racchiusi sono parte integrante e concorrono alla sua bellezza. 

Tanti sono i mestieri che orbitano all’interno della grande macchina lavorativa che è l’opera: dai cantanti, alle comparse, ai musicisti, agli scenografi, costumisti, sarte, tecnici senza trascurare direttori di scena, d’orchestra, registi. 

L’incontro inatteso con Anna Aiello ha permesso di entrare dentro alcuni mestieri connessi alla regia e che ci aiutano a comprendere che ciascuno può trovare la sua dimensione dentro lo spazio performativo. 

Anna Aiello è nostra conterranea, belpassese per l’esattezza. Incontrata nell’occasione della messa in scena di Tosca al Teatro Antico di Taormina, in veste di aiuto regista di Carlo Antonio De Lucia, racconta la sua esperienza formativa e professionale, ma anche alcuni aspetti e scelte della messa in opera dello spettacolo. 

Attrice, regista e drammaturga. Qual è stato il tuo percorso?

«Sono partita dal teatro – racconta -. Sono un’attrice, diplomata con Guglielmo Ferro alla Scuola del Teatro contemporaneo a Catania, e una performer studiando all’Accademia di Musical BMA per dieci anni praticando recitazione, canto e danza. Ho fatto tournée nazionali e internazionali, tutto quello che mi era possibile nel campo. Ad un certo punto il palcoscenico non mi è più bastato e mi sono innamorata della scrittura, sono una drammaturga, passando così dall’azione alla penna in mano». 

«La domanda a cui avevo bisogno di dar risposta era come mettere in scena ciò che scrivevo – aggiunge la regista -. Ho iniziato, quindi, un percorso accademico e filologico a Catania; in seguito, ho partecipato ad un’audizione al Verona Opera Academy e ho passato la selezione per un master che mi permetteva di studiare la regia d’opera. L’opera, più del teatro di prosa, mi conquistava sin da ragazzina».

«La mia carriera procede sul percorso della regia, partendo da stagista. Poi ho incontrato Paolo Panizza, aiuto regia di Pier Luigi Pizzi, uno dei più grandi registi d’opera del mondo e da lì, di maestro in maestro, costruisco la strada – sottolinea -. Un giorno il regista doveva andare in Russia a fare un’opera, ma ebbe un impedimento e mandò me. A San Pietroburgo il mio debutto, la mia prima regia. Sono seguiti Tel Aviv e Gerusalemme con Il Barbiere di Siviglia, ma anche in Italia, a Trieste e a Cagliari, lo scorso anno Carmen proprio qui al Teatro Antico di Taormina».

L'attrice e regista Anna Aiello

L'attrice e regista Anna Aiello

Assistente alla regia e aiuto regia, che figure sono?

«Si tratta di due figure distinte, con compiti e responsabilità differenti. L’assistente alla regia è la persona che segue il regista dall’inizio della sua carriera e che prende le indicazioni del regista e le porta sul palcoscenico. Questa figura non ha autonomia di azione, non può fare scelte proprie», racconta Anna Aiello.

«L’aiuto regia è, invece, la persona che, lavorando a fianco del regista per diverso tempo, ha libertà di agire su tanti aspetti; una figura che potremmo definire l’azzeccagarbugli – dice sorridendo l’attrice -. Tutte le problematiche, e non sono poche, che emergono dal palco, regia e tecnici vengono gestiti dall’aiuto regia che diventa il ponte di comunicazione. È chiaro che questo ruolo necessita di conoscere tutto ciò che avviene nei minimi dettagli, controlla gli ingressi e le uscite sul palco, se gli attori/cantanti hanno chiari i movimenti di scena e li accompagna in tutto il loro percorso». 

«Il regista fornisce le indicazioni e l’aiuto regia prende appunti; lo spettacolo, a quel punto, ‘diventa suo’ in tutte le sue forme, ne conosce a memoria ogni minuto del suo svolgimento. La competenza del regista sta nella creazione e direzione – continua -. L’assistente alla regia non ha tutte queste competenze e le forma nel corso della sua carriera. Io ho iniziato occupandomi del coro, poi sono passata alla direzione solisti. Attualmente il team è diviso in due sezioni: il regista si occupa dei solisti uno e due, io mi occupo dei solisti tre e quattro, uniamo le forze e il lavoro cammina più spedito. L’aiuto-regia è un compito davvero, davvero, complesso ma per me divertente perché ha a che fare con la macchina ‘umana’ dell’opera».

L'attrice e regista Anna Aiello

L'attrice e regista Anna Aiello

Regia tradizionale o regia attualizzante?

«Nel caso di questa Tosca in scena al Teatro antico vi è un rispetto profondissimo per lo spartito – ci tiene a sottolineare Anna Aiello -. Puccini era un grande autore di spartiti e Illica e Giacosa, i librettisti, sono noti per i dettagli. Questo permette di mettere in scena un’opera fedele: dal telo sul quadro ai movimenti e i sentimenti di Tosca, tutto è raccontato alla lettera sullo spartito da Puccini e gli spettatori vedranno quell’opera così come il compositore e gli autori l’hanno pensata e voluta». 

«Certamente il teatro, questo teatro di Taormina in particolare, richiama la tradizione e la classicità della storia – aggiunge -. Il pubblico viene qui per vedere l’opera tradizionale e ascoltare le belle voci dei cantanti attraverso le arie più conosciute al mondo. Io, poi, sono anche figlia del mio tempo». 

«Concordo con l’opera contemporanea e modernissima: ho messo in scena recentemente una Turandot al Teatro Verdi di Trieste ipercyber, quasi ‘Star wars’, perché volevamo raccontare un mondo che non c’è più, una Cina frantumata come un vaso cinese a pezzi. Gli attori avevano pezzi di coccio addosso come se il futuro fosse entrato con potenza nel passato. Questo significa che non c’è una regola: rispettando il libretto, puoi scegliere di declinarlo come vuoi», chiarisce l’aiuto regista. 

Le regie attualizzanti spesso sono di difficile comprensione per chi non è abituato a seguire l’opera. Come possiamo aiutare il pubblico a lasciarsi sempre più affascinare?

«Stiamo lavorando ad un progetto, New Opera rivolto ai giovani. Si tratta di elaborare un testo contemporaneo da un punto di vista nuovo del personaggio», dice Anna Aiello. 

«La mia opera, per esempio, si chiama All Lucy ed è liberamente tratto da Lucia di Lammermoore di Donizetti – spiega -. Il testo prevede un attore e un’attrice che interpretano Edgardo e Lucia. La storia racconta un nuovo punto di vista del personaggio di Edgardo ma che filologicamente rispetta il libretto, perché determinate indicazioni le troviamo scritte». 

«Il pubblico, però, fruirà di una storia nuova attraverso un linguaggio contemporaneo, abiti modernissimi e con un approccio alla musica dell’opera non in maniera integrale ma con assaggi alle arie più famose – aggiunge la drammaturga -. Poi, in un secondo momento, vedranno l’opera e metteranno insieme la storia. Avremo aiutato a capire i contenuti con una lingua moderna e non proprio con termini ormai desueti del libretto, poco compresi dai giovani, e andando incontro anche ai tempi di ascolto e di attenzione del pubblico giovane. Un graduale avvicinamento che può produrre un graduale interesse sempre più consapevole».