Storie di passione, impegno e condivisione in un’orchestra amatoriale
«Bisogna ascoltare ciò che ci sta attorno: ogni elemento ha un suono, e il primo che ascoltiamo è il battito del nostro cuore». L’Orchestra Amatoriale Vincenzo Scontrino è una realtà unica nel panorama musicale siciliano: una formazione per amatori che unisce persone di età, professioni e livelli di esperienza diversi, dimostrando che la musica può essere un linguaggio universale, capace di creare armonia anche tra vite apparentemente lontane. Abbiamo incontrato tre membri di questa orchestra, che ci hanno raccontato il loro percorso musicale, le emozioni del suonare insieme e il significato profondo che la musica ha per loro.
Barbara Di Pasquale: dal reparto di ospedale al palcoscenico
«La musica è comunicazione, e suonare in orchestra è un’esigenza dell’anima». Barbara Di Pasquale, infermiera professionista, suona il violino da pochi anni.
«Ho imparato a leggere lo spartito, le note, le pause e le melodie. Ci vuole impegno e dedizione se vuoi sentire la musica nascere da te e dal tuo strumento», racconta. Appassionata di musica classica fin da piccola, si è avvicinata allo studio del violino solo in età adulta, spinta dalla curiosità e dalla voglia di mettersi in gioco. «Quando ho conosciuto l’Orchestra Scontrino, non credevo di poter farne parte. E invece eccomi qui, a fare concerti con loro. Ogni volta che entro in sala prove, sento crescere la passione e la consapevolezza che far parte di un’orchestra richiede impegno costante».
Barbara porta la musica anche nel suo lavoro: «Tra i pazienti canticchio, ripasso gli spartiti. Cerco di trasmettere un sorriso e un attimo di curiosità. Molti mi chiedono cosa stia canticchiando, e io racconto volentieri della mia passione. Non riesco ancora a coinvolgerli del tutto, ma sono sicura che ci riuscirò».
Per lei, la musica è espressione pura: «Il lavoro che svolgo mi piace, ma è un dovere; suonare, invece, è un piacere che viene dal cuore. Con la musica esprimiamo ciò che abbiamo dentro, perché è comunicazione diretta. La musica classica va promossa, fatta conoscere, e il modo migliore è ascoltare un’orchestra dal vivo. Farne parte, per me, è un bisogno e una gioia». Il ricordo del suo primo concerto è ancora vivido: «Avevo paura, ma non mi sono arresa. Quando ho suonato con l’orchestra per la prima volta, mi sono commossa: avevo realizzato un desiderio che credevo impossibile».
Un momento del concerto
Francesca Rizzotto: la musica come vocazione spirituale
«Il mio violino è una preghiera, e l’orchestra mi fa sentire protetta». Francesca Rizzotto, psicoterapeuta, vive la musica come una chiamata. «Tutto è nato nel 2006 a Medjugorje, quando ho sentito suonare Melinda, una violinista. Non avevo mai visto un violino da vicino prima, ma in quel momento ho capito che dovevo imparare a suonarlo per la Madonna». Inizia così a comporre canti di lode e, nel 2018, prende le prime lezioni di violino. «Qualche anno fa ho cambiato insegnante e sono arrivata all’Orchestra Scontrino. Prima, eseguivo spartiti di una pagina; qui ho scoperto che leggere la musica significa rispettare tempi, pause e ritmo. Ma non mi sono persa d’animo: ho trovato un ambiente sereno, dove principianti ed esperti suonano insieme come colleghi».
Francesca ha imparato a riconoscere la voce del suo violino tra gli altri strumenti e, in soli due anni e mezzo, è già salita sul palco per concerti. «Recentemente ho aggiunto anche la chitarra, che suono durante la messa. E proprio questa settimana realizzerò un progetto speciale: suonerò il violino accompagnata dal pianoforte in un’adorazione ispirata a Medjugorje». Per lei, la musica è anche uno strumento terapeutico: «Nel mio lavoro la uso per sciogliere blocchi emotivi e difficoltà di apprendimento. Quando si dice che la musica è vita, non è un modo di dire: tutto ciò che ci circonda ha un suono, e il primo è il battito del nostro cuore».
L’orchestra le ha regalato un obiettivo preciso: «Non suono per perfezionarmi, ma per toccare i cuori. Anche due semplici battute, se suonate con intensità, possono commuovere. Durante il mio primo concerto ho provato una gratitudine immensa. E suonare in orchestra mi dà sicurezza: se sbagli, puoi sempre riprenderti, perché sei sostenuta dagli altri».
Roberto Nicosia: insegnare musica, suonare con l’anima
«La musica è sfogo e condivisione: quando suoni con sentimento, il pubblico lo sente». Roberto Nicosia, insegnante di musica in una scuola media, suona da tutta una vita. «Nell’Orchestra Scontrino ho trovato un ambiente diverso da tutto ciò che avevo vissuto prima: c’è fraternità, mutuo aiuto, democrazia. Non è solo un gruppo musicale, ma un laboratorio di rapporti umani e conoscenze».
Per lui, la musica è catarsi: «È godimento personale, ma anche sfogo. Quando suoni, catalizzi le emozioni negative e le trasformi in qualcosa di bello. E poi c’è la magia del contatto con il pubblico: puoi sbagliare qualche nota, ma se suoni con sentimento, le persone lo percepiscono». Roberto cerca di trasmettere questa filosofia ai suoi alunni: «Bisogna educarli all’ascolto, far capire che la musica non è solo tecnica, ma emozione condivisa».
Che valore ha un’orchestra amatoriale?
Le risposte dei tre musicisti convergono: Barbara: «Dà spazio a chi non ha avuto la possibilità di studiare musica professionalmente, ma ha la passione e la costanza per suonare». Francesca: «È più genuina, perché nasce dall’amore puro per la musica, non dalla ricerca della perfezione». Roberto: «Dimostra che la musica classica non è un’élite, ma un patrimonio di tutti. E quando persone diverse si uniscono, l’impossibile diventa possibile».