Lucio Corsi e la sua umanità

Il cantautore toscano incanta il pubblico catanese con il suo immaginario onirico tra glam rock e folk

Andrea Spadaro

La Villa Bellini di Catania ospita ormai da anni i migliori artisti italiani e internazionali grazie a Sotto il Vulcano Festival, che quest’anno ha visto la partecipazione del cantautore rivelazione dell’anno Lucio Corsi, arrivato nel capoluogo etneo sorridente mentre tiene in mano una bandiera dei pirati. Originario di Vetulonia e con quattro album alle spalle, Lucio approda in Sicilia per la prima volta, dopo il secondo posto al Festival di Sanremo di quest’anno e il quinto posto ottenuto all’Eurovision Song Contest, con tanto di apprezzamenti ricevuti da Ed Sheeran, che l’ha definito “geniale”.

Sul palco, l'artista si racconta attraverso la musica supportato dalla sua band, perché ogni sua canzone nasconde una storia: dalle difficoltà da superare – narrate in Freccia Bianca – al contrasto tra immaginazione e realtà di Bocca della verità o di Orme, tratte da La gente che sogna. Passando dalla storia sulla percezione del vento di Trieste e da Amico vola via. Quest’ultima – come spiega lui stesso prima di cantarla – è stata scritta a Lugano e parla di un suo amico, così secco che volava col vento, come le foglie autunnali che venivano tolte dalle strade perché deturpavano il paesaggio, criticando così le persone che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi altrui.

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Il cantautore si sposta poi verso il suo ultimo album: Volevo essere un duro parla di infanzia, di amicizia e di amore, mescolando ricordi veri e falsi a località che variano dai prati di margherite alle squallide zone industriali.

Ecco allora che Lucio scende dal palco e si scatena insieme ai fan con Il re del rave, una sagoma sgangherata che lo riporta nei suoi occhi di ragazzino capaci di rendere banali anche gli Dei, ma soprattutto con Francis Delacroix, un talking blues contenente tante parole, città e allucinazioni che raccontano del suo amico fotografo, nonché il bugiardo più autentico che lui abbia mai conosciuto.

Amore e amicizia vengono esplorati quando Lucio Corsi siede al pianoforte per Situazione complicata, storia tragicomica di un uomo dal cuore ingarbugliato, e Nel cuore della notte, canzone che chiude il disco con una lunga coda di pianoforte delicato, facendo emozionare i tantissimi presenti.

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Il concerto, invece, viene chiuso da Cosa faremo da grandi? (tratta dall’omonimo album) che legittima la possibilità di ripartire serenamente da zero, festeggiando le partenze piuttosto che i traguardi, seguita da Tu sei il mattino e la sua narrazione del tempo che scorre inesorabile. 

E poi ancora, dal viaggio verso un mondo senza difetti di Astronave Giradisco e le sue space vibrations e, nel rispetto di ogni concerto, dal bis di Francis Delacroix, che ha compiuto gli anni quella sera.

Lucio Corsi alla chitarra

Lucio Corsi alla chitarra

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