Il riconoscimento alla ricercatrice in Fisiologia di Unict è stato assegnato per il particolare focus sulla malattia di Alzheimer
È stato assegnato a Maria Rosaria Tropea, ricercatrice in Fisiologia all'Università di Catania, il prestigioso Premio Anna Kuliscioff 2024.
Il riconoscimento è stato conferito dal Comitato Scientifico della Fondazione Anna Kuliscioff nel corso di una cerimonia di premiazione all'Università di Milano per il suo contributo innovativo nel campo della ricerca biomedica, in particolar modo per gli studi sulla malattia di Alzheimer.
Istituito in onore di Anna Kuliscioff, medico e studiosa, il premio non solo ricorda il suo impegno scientifico e sociale, ma mira anche a promuovere il ruolo cruciale delle giovani ricercatrici nel progresso scientifico. Attraverso questo riconoscimento, la Fondazione valorizza l'eccellenza femminile nella scienza, sottolineando l'importanza del contributo delle donne nella costruzione di un futuro migliore.
Durante il suo percorso accademico, Maria Rosaria Tropea si è dedicata all’analisi dei meccanismi che regolano l’apprendimento e la memoria, in condizioni fisiologiche e patologiche, con un focus particolare sulla malattia di Alzheimer.
Nel corso della sua formazione in Medicina e del dottorato in Neuroscienze all’Università di Catania, la sua ricerca ha chiarito aspetti fondamentali del ruolo della proteina β-amiloide, una molecola cruciale nella patogenesi dell’Alzheimer.
In particolar modo la ricercatrice ha approfondito le interazioni della β-amiloide con bersagli molecolari come i recettori nicotinici dell’acetilcolina, i nucleotidi ciclici e i recettori della dopamina, offrendo nuovi spunti per comprendere i meccanismi alla base della malattia.
«La malattia di Alzheimer rappresenta la forma più diffusa di demenza, e la sua incidenza sta crescendo rapidamente a causa dell'invecchiamento progressivo della popolazione», spiega la dott.ssa Maria Rosaria Tropea.
«Attualmente, non esistono terapie risolutive per questa malattia. I farmaci disponibili hanno un’efficacia limitata, soprattutto se somministrati nelle prime fasi, e molti studi clinici condotti negli ultimi vent'anni non hanno prodotto risultati significativi», aggiunge la ricercatrice.
Per decenni, le ricerche sull’Alzheimer si sono concentrate sull’accumulo della proteina β-amiloide, noto marker della malattia responsabile della formazione delle placche senili nel cervello. Tuttavia, la dott.ssa Maria Rosaria Tropea, insieme al gruppo di ricerca guidato dalla prof.ssa Daniela Puzzo, ha evidenziato una funzione diversa e finora meno esplorata della β-amiloide.
A basse concentrazioni, questa proteina è presente anche nel cervello sano, dove svolge un ruolo cruciale nei processi di apprendimento e memoria, interagendo con il recettore α7 nicotinico dell’acetilcolina.
«L’aumento compensatorio di β-amiloide in risposta alla carenza del suo recettore segue un classico meccanismo di regolazione a feedback negativo, tipico di molti processi fisiologici», spiega la dott.ssa Tropea.
«In questa prospettiva, invece, di mirare alla semplice eliminazione dell’eccesso di β-amiloide, potrebbe essere più efficace ripristinare le sue funzioni fisiologiche».
«Credo che la memoria rappresenti un elemento cardine nella vita – ha affermato Maria Rosaria Tropea – Le esperienze che viviamo definiscono chi siamo, costruendo la nostra identità. La perdita di memoria, come avviene nella malattia di Alzheimer o in altre forme di demenza, equivale a perdere una parte di sé stessi e della propria storia personale. È questa convinzione che alimenta la mia passione per la ricerca, con l’obiettivo di contribuire alla scoperta di nuovi approcci terapeutici che siano sia efficaci sia sicuri».

La ricercatrice Maria Rosaria Tropea