Dal 10 al 13 settembre, Catania ospiterà la nuova edizione del Music in the Circle. Un’occasione unica per i professionisti del settore musicale
Nato nel 2022 come iniziativa sostenuta dal programma europeo Europa Creativa, Music in the Circle (MiC) è cresciuto in pochi anni, divenendo un punto di incontro e scambio tra musicisti, operatori culturali e professionisti del settore musicale. Promosso dall’Associazione Darshan insieme a quattro Paesi partner ‒ Lettonia, Serbia, Olanda e Ungheria ‒ MiC ha dato vita a residenze artistiche, workshop e collaborazioni che hanno superato i confini geografici e linguistici, aprendo orizzonti nuovi di creazione e formazione.
Il momento culminante di questo percorso è MiC Expo, che torna a Catania dal 10 al 13 settembre 2025 con la sua seconda edizione, caratterizzata da seminari, incontri di networking e concerti.
Per capire meglio lo spirito del progetto, abbiamo raccolto le testimonianze di chi ha aderito al bando europeo, scommettendo su Catania: Mario Gulisano (coordinator) e Mariaelena Urso (project manager).

Da sinistra Alfredo Giammanco, Mariaelena Urso e Mario Gulisano
Dalle radici europee a un progetto in continua evoluzione
«MiC nasce come progetto europeo – spiega Mariaelena Urso – promosso dall’Associazione Darshan con la collaborazione di quattro Paesi partner e finanziato da Europa Creativa. Fin dall’inizio abbiamo immaginato due percorsi paralleli: uno rivolto a operatori culturali, MiC Professionals, e l’altro pensato per i musicisti, la MiC Open Orchestra».
La MiC Open Orchestra è composta da artisti che partecipano annualmente a delle residenze artistiche, con l’obiettivo di sperimentare nuove forme musicali e costruire una rete internazionale di contatti nel settore.
La vera cifra distintiva di questa formazione, sottolinea Mario Gulisano, è la presenza di un nucleo stabile di tre musicisti – Alfredo Giammanco, Goran Milosevic e Roberto Fiore – che ogni anno collaborano con artisti locali nei Paesi partner. Questo approccio trasforma l’orchestra in un organismo vivo: stabile e affidabile, ma al tempo stesso in continuo cambiamento. Da qui il nome Open Orchestra, che riflette la sua natura flessibile, senza limiti né di componenti né di generi musicali.

La MiC Open Orchestra
Una musica che nasce dall’improvvisazione
L’esperienza delle residenze artistiche si traduce in un approccio musicale radicalmente aperto. «Non ci sono spartiti né canovacci – racconta Gulisano –. Il direttore, Alfredo Giammanco, lavora sugli spunti dei musicisti e li trasforma in repertorio attraverso la conduction, un metodo che permette di attivare o sospendere in tempo reale i contributi dei singoli. Ogni concerto diventa un evento unico, che coinvolge anche il pubblico: la sua presenza influisce direttamente sulla performance».
E la dimensione immersiva completa il quadro: «I musicisti suonano in cerchio – continua – circondati a loro volta dal pubblico. Non c’è distanza tra chi crea e chi ascolta, ma un unico spazio condiviso».
Dal palco alla formazione: la sfida di crescere insieme
Ma MiC non è solo spettacolo. «Accanto alla parte creativa – sottolinea Mariaelena Urso – abbiamo sempre voluto una componente formativa. Nei vari Paesi partner abbiamo organizzato workshop e panel su temi cruciali come la mobilità dei musicisti o l’importanza dei network internazionali. Anche quest’anno continueremo su questa strada, perché crediamo che un musicista non debba solo suonare, ma anche conoscere gli strumenti per orientarsi in un mercato complesso».
Il workshop che Urso guiderà a Catania sarà proprio dedicato ai bandi europei: «Troppi giovani si scoraggiano di fronte al linguaggio tecnico dei formulari. Con questo laboratorio vogliamo dare strumenti pratici, esercitandoci insieme a compilare un progetto. L’idea è trasformare un ostacolo in un’opportunità concreta».

Un momento formativo della scorsa edizione
Un laboratorio vivo, diverso da ogni altro
Se chiediamo cosa distingua MiC nel panorama italiano, Mario Gulisano non ha dubbi: «Non ci limitiamo a parlare di musica, la produciamo. La residenza artistica genera un repertorio che diventa un prodotto reale, pronto a entrare nel mercato. È un laboratorio vivo».
Un approccio che, sottolinea Urso, non vuole sostituirsi ad altre esperienze ma affiancarle: «Ci sono altre realtà, ad esempio, che lavorano in maniera più specifica sull’aspetto musicale. Noi abbiamo scelto di allargare lo sguardo, introducendo workshop di progettazione europea o di management culturale. È la nostra peculiarità: dare strumenti trasversali».
Lo sguardo al futuro
Nonostante la conclusione dei fondi europei, MiC non si è fermato. «Abbiamo fatto camminare l’Expo con risorse locali – racconta Gulisano – e il successo ci ha spinti a guardare avanti. Nei prossimi anni lavoreremo a una nuova candidatura per Europa Creativa, ma intanto continuiamo ad accendere focolai di collaborazione: dischi, piattaforme di distribuzione, nuove reti tra artisti. È un motore che non si è mai spento».

MiC Expo 2025
MiC Expo 2025: il programma
L’edizione di quest’anno conferma la doppia anima del progetto: da un lato la creazione artistica, dall’altro la formazione e il networking. Dall’8 settembre, il Tinni Tinni Arts Club ospiterà la residenza internazionale della MiC Open Orchestra, al termine della quale seguirà un concerto finale.
Dal 12 settembre i riflettori si sposteranno al Monk Jazz Club, con l’apertura ufficiale dei lavori e un seminario dedicato a Europa Creativa curato da Marzia Santone. Seguiranno i laboratori tematici, dalla progettazione culturale alla promozione musicale, affidati a Mariaelena Urso ed Eric E. van Monckhoven. La giornata si concluderà con un concerto all’aperto della MiC Open Orchestra, nella piazza dell'ex ospedale Santa Marta.
Il giorno successivo toccherà ai workshop su musica e parità di genere, a un panel internazionale sull’educazione musicale – che vedrà la partecipazione di reti e istituzioni europee – e infine a uno showcase dedicato ai musicisti siciliani, segno tangibile dell’attenzione di MiC al territorio che lo ospita.
Un programma denso, che conferma Catania come crocevia di scambi culturali e musicali: un luogo dove la creatività locale incontra le esperienze internazionali, e dove il pubblico diventa parte di un processo condiviso.