Muovere la trama del racconto

A Catania torna la Compagnia Teatrale Thalìa con un nuovo spettacolo in cui la tradizione musicale incontra la tradizione dei pupi

Giuliana De Luca

«Se più parlassi, io non risponderia; / Piacendoti dormir, dòrmite ad aggio, / E se meco parlare hai pur diletto, / De arme, o de amore a ragionar t’aspetto».

Amore o armi: così Agricane si rivolge a Orlando, in una pausa dal duello per Angelica narrato da Matteo Maria Boiardo nell’Orlando Innamorato. Ed è proprio dalla medesima unione di passioni e battaglie che prende forma la sceneggiatura di Antonino Viola per Orlando a lu Campu d’Agricane, portata in scena il 7 settembre dalla Compagnia Teatrale Thalìa nella Chiesa di Santa Maria dell’Aiuto a Catania.

L’appuntamento, curato dall’Associazione Areasud, si inserisce nel progetto Tradizionario – Le radici dell’arte: un percorso che intreccia memoria e innovazione, volto a rafforzare la coesione sociale e a valorizzare il patrimonio culturale siciliano. Sostenuto dal Ministero della Cultura e dall’associazione promotrice, il progetto si distingue per la capacità di rinnovare il dialogo tra il teatro popolare e i luoghi che ne hanno custodito la tradizione, coinvolgendo musicisti, esperti di etnomusicologia e giovani operatori del panorama artistico e teatrale contemporaneo.

Un momento dello spettacolo dei pupi

Un momento dello spettacolo dei pupi

Dalla letteratura al teatro

Lo spettacolo ha riportato in vita l’Opera dei Pupi, iscritta dal 2008 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. In Orlando a lu Campu d’Agricane, il paladino di Carlo Magno incontra Agricane, re dei Tartari, deciso a muovere guerra a Parigi e innamorato, a sua volta, di Angelica, la principessa del Catai. Angelica, già contesa tra Orlando e Rinaldo, diventa il motore di un duello fatale: Orlando affronta Agricane, lo sconfigge e, su richiesta del nemico morente, lo battezza.

Questi episodi, nati nella letteratura cavalleresca, vengono trasformati nell’opera dei pupi in azione scenica, mantenendo il carattere tragico e morale e adattandosi ai codici teatrali dell'opera: duelli serrati, dialoghi concitati, improvvisi slittamenti dal registro epico a quello comico. Nella riscrittura questa tradizione si rinnova, perché accanto alla solennità di Agricane trovano spazio personaggi secondari che, con ironia e leggerezza, spezzano la tensione drammatica e coinvolgono il pubblico in un gioco di contrasti.

A reggere l’architettura dello spettacolo sono gli operatori dell’opra: il maniante, che muove i pupi dal ponte di scena; il pruituri, che li porge dietro le quinte; e il parraturi, che dà voce ai personaggi. Assieme, sono esecutori e interpreti e agiscono attraverso un linguaggio codificato,fatto di sguardi e gesti.

I musicisti Roberto Catalano e Vittorio Ugo Vicari

I musicisti Roberto Catalano e Vittorio Ugo Vicari

Musica e tradizione

Determinante nella rielaborazione dello spettacolo è stata la componente musicale, curata da Roberto Catalano e Vittorio Ugo Vicari. Con un organico ricco e variegato – dal mandolino al flauto di cristallo, dall’autoharp al marranzano – i due musicisti hanno composto brani ispirati al ciclo carolingio e creato effetti sonori capaci di esaltare la forza evocativa della parola, amplificando l’intensità emotiva della scena. 

Sul piano stilistico, hanno attinto a forme della tradizione siciliana, come la sikeliana, danza barocca lenta e di carattere pastorale, e talvolta hanno inserito suggestioni melodiche provenienti dalla tradizione araba, integrando così diversi codici sonori in dialogo con l’azione scenica.

Il momento conclusivo dello spettacolo

Il momento conclusivo dello spettacolo

Prossimi appuntamenti

La Compagnia Teatrale Thalìa ha presentato uno spettacolo ricco di pathos e ironia, sotto lo sguardo vigile e soddisfatto del maestro puparo Biagio Foti, creatore dei pupi in scena. La narrazione è stata affidata a Massimo Scuto, mentre i manianti Carmelo, Francesco e Antonino Viola hanno dato vita ai personaggi; Agnese Fallica ha interpretato la voce di Angelica.

Il progetto Tradizionario – Le Radici dell’Arte prosegue con A pinna di Hu, spettacolo teatrale scritto e interpretato da Iridiana Petrone. Due le date da segnare in agenda: sabato 13 settembre (alle 21) nella Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto (via Consolato della Seta, Catania) e domenica 14 settembre (alle 21) nella Parrocchia San Pio X (via San Pio X, Catania). L’ingresso è gratuito.

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