Nei laboratori Unict le “cure” per il pomodoro e le cucurbitacee

Ne hanno discusso a Catania i massimi esperti del settore nell’ambito del progetto europeo Virtigation. Sul tavolo innovazione tecnologica, brevetti e linee guida

Alfio Russo

Pomodoro e cucurbitacee (soprattutto zucchino, cetriolo e melone) sono tra le colture orticole più prodotte al mondo e in questi ultimi anni sono state interessate da rischi emergenti globali legati alla diffusione di virus, come i begomovirus e i tobamovirus, spesso trasmessi da insetti del gruppo degli Aleirodidi, meglio noti come “mosche bianche”.

Virus che riducono quantitativamente e qualitativamente il valore delle colture orticole, aumentandone i costi di produzione e gli impatti ambientali a causa delle necessarie misure di mitigazione e dell’uso di pesticidi.

Una situazione che investe pienamente la Sicilia così come il sud Europa e i paesi del bacino del Mediterraneo con danni ingenti per gli operatori del settore.

In questo contesto si inserisce il progetto europeo Virtigation - Emerging viral diseases in tomatoes and cucurbits: implementation of mitigation strategies for durable disease management finanziato con fondi Horizon 2020 che mira a migliorare i metodi e le strategie per contenere la diffusione e i danni di queste malattie da virus.

Attività di prevenzione

Prove sperimentali di controllo di insetti vettori di virus con insetticidi innovativi di origine naturale nell'ambito del progetto Virtigation

E proprio a Catania, in questa settimana, si sono riuniti i massimi esperti del settore provenienti da quasi venti istituzioni, tra atenei e enti di ricerca, provenienti dal Belgio, Spagna, Lussemburgo, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Germania, Austria, Israele, Marocco e India.

Ad ospitare il terzo meeting di questo progetto, dopo quelli di Almeria (Spagna) e di Tel Aviv (Israele), è stato il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania.

«La problematica che stiamo affrontando con questo progetto è quella dei virus delle piante coltivate e in particolar modo il pomodoro e le diverse cucurbitacee come cetriolo e zucchino – ha spiegato il prof. Carmelo Rapisarda, responsabile del progetto per Unict -. Tali virus fitopatogeni sono in buona parte trasmessi da insetti vettori, sicché il controllo della loro diffusione e la limitazione della loro dannosità presentano non soltanto aspetti virologici ma anche entomologici. Infatti, il controllo di queste virosi non può prescindere da quello degli agenti che li diffondono, ovvero gli insetti vettori che, passando da una pianta infetta ad una sana, trasportano i virus».

Virus

Aleirodidi vettori di virus individuati durante le attività di ricerca

«I cambiamenti climatici hanno delle conseguenze anche in questo campo visto che gli insetti che trasmettono queste virosi sulle colture orticole citate appartengono alla famiglia degli Aleirodidi, comunemente chiamati mosche bianche. Si tratta di insetti termofili e quindi tipici di aree tropicali e subtropicali», ha aggiunto il prof. Rapisarsa che guida un team composto anche dai docenti Pompeo Suma e Giuseppe Eros Massimino Cocuzza insieme con gli assegnisti di ricerca Alessia Farina, Marco Di Domenico e Luca Girgenti.

«È chiaro che con l’innalzamento delle temperature questi insetti termofili si stanno diffondendo anche nelle nostre zone trovando adesso delle condizioni decisamente più favorevoli» ha precisato il docente in apertura dei lavori in aula magna del Palazzo centrale insieme con il responsabile scientifico del progetto, Hervé Vanderschuren dell’Università di Liege in Belgio, e la vicedirettrice del Di3A di Unict, Simona Consoli.

In foto da sinistra Simona Consoli, Hervé Vanderschuren e Carmelo Rapisarda

In foto da sinistra Simona Consoli, Hervé Vanderschuren e Carmelo Rapisarda

«Da considerare che in alcune occasioni sia i virus che i loro vettori possono essere trasportati passivamente dall’uomo con materiale vegetale infetto – ha aggiunto il prof. Carmelo Rapisarda, docente di Entomologia generale e applicata -. Anche in Sicilia le problematiche legate alle virosi di tali piante orticole sono assai diffuse; e gli insetti vettori coinvolti sono soprattutto Bemisia tabaci e, secondariamente, Trialeurodes vaporariorum, il cui controllo risulta di fondamentale importanza».

«I risultati che si stanno ottenendo tramite questo progetto sono importanti sia sul fronte della lotta alle virosi, anche a monte, creando delle varietà resistenti e vaccini alle piante contro i virus, che su quello del controllo degli insetti vettori con interventi ecocompatibili, ovvero con un minore impiego di insetticidi sintetici – ha precisato il docente -. Non a caso stiamo sperimentando tramite il progetto degli insetticidi di origine naturale, con l’impiego di estratti di piante e di microrganismi, con risultati molto interessanti».

I rappresentanti dei partner del progetto Virtigation

I rappresentanti dei partner del progetto Virtigation

«Anche se non da soli questo nuovo tipo di insetticidi, integrati con altri, possono ridurre di gran lunga l’utilizzo di pesticidi convenzionali – ha aggiunto il prof. Rapisarda -. Tutto ciò comporterà dei benefici sia nelle azioni di controllo delle virosi, sia per la salute dell’uomo e per il rispetto dell’ambiente.

danni alle colture ad oggi sono stati tanti e basti pensare che anche la prevenzione ha un costo e quindi gli agricoltori si trovano a dover affrontare dei costi aggiuntivi per prevenire i danni con azioni preventive».

A conclusione del progetto saranno elaborate delle linee guida che saranno trasferite agli organi internazionali europei che presiedono al controllo delle malattie delle piante. Tra questi la European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO) che è presente nel progetto con un proprio rappresentante nell’advisor board.

Un momento della visita nella serra della Azienda agraria sperimentale di Unict

Un momento della visita nella serra della Azienda agraria sperimentale di Unict, in cui sono in corso attività di studio nell’ambito del progetto Virtigation

«Ci sarà quindi un trasferimento diretto dei risultati della ricerca e delle linee guida oltre alla produzione di innovazione tecnologica e quindi di brevetti sulle sostanze vegetali – ha detto in chiusura di intervento il prof. Carmelo Rapisarda -. Proprio a Unict stiamo studiando e testando sul campo l’impiego di nuove sostanze di origine vegetale come azione preventiva mirata al controllo degli insetti vettori; e abbiamo già ottenuto dei risultati importanti. Ci auguriamo che da questo progetto Unict possa contribuire a sviluppare innovazione tecnologica di interesse per le multinazionali di settore che già fanno parte del progetto. E a loro potrebbe essere affidato lo sviluppo commerciale di queste nuove sostanze».

I lavori, aperti al Palazzo centrale dell’ateneo catanese, sono proseguiti al Polo Bioscientifico del Di3A e all’Azienda agraria sperimentale dell’Università di Catania.

Proprio nella struttura di sperimentazione agraria - presieduta dal prof. Salvatore Bordonaro e diretta dall'agronomo Carlo Prato - è in corso, in serra, una prova sperimentale volta a valutare comparativamente in campo numerosi nuovi genotipi di cetriolo individuati nell’ambito del progetto Virtigation e potenzialmente tolleranti all’attacco di Aleirodidi vettori di virus.

Un momento della visita nella serra della Azienda agraria sperimentale di Unict

Un momento della visita nella serra della Azienda agraria sperimentale di Unict