Dialoghi interdisciplinari e performativi al Monastero dei Benedettini in occasione del centenario della nascita del compositore
Nel cuore della città di Catania, all’interno della suggestiva cornice del Coro di Notte del Monastero dei Benedettini — sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche — si è celebrato il centenario della nascita di Aldo Clementi (1925–2025). L’Università di Catania, in collaborazione con il Conservatorio “Vincenzo Bellini”, ha promosso l’incontro di studi intitolato 100 Anni di Aldo.
Nato a Catania nel 1925, Clementi è stato una delle figure più significative del secondo Novecento musicale italiano. Compositore di straordinaria originalità, ha sviluppato a partire dagli anni Sessanta un linguaggio personale fondato su una poetica del tempo sospeso, della densità contrappuntistica e della rarefazione formale. La sua estetica rigorosa e contemplativa continua a esercitare una profonda influenza sulla musica d’oggi.
L’iniziativa si inserisce nel quadro delle attività di valorizzazione del patrimonio culturale e musicale promosse dall’ateneo catanese, confermando il ruolo centrale della ricerca umanistica nella promozione della memoria artistica del Novecento. Il convegno ha reso omaggio a Clementi come innovatore radicale della musica post-dodecafonica, nonché filosofo del suono, maestro della densità contrappuntistica e della contemplazione sonora.

L’intervento della performer Anna Clementi
Un momento di riflessione articolata e interdisciplinare, che ha coinvolto studiosi, compositori e interpreti provenienti da importanti istituzioni italiane e internazionali. Tra questi, in collegamento da Berlino, la soprano Anna Clementi, performer di fama internazionale, ha offerto un intervento particolarmente sentito.
Interprete d’elezione del repertorio sperimentale e d’avanguardia, Anna Clementi ha posto l’accento sulla necessità di rendere accessibile la musica del padre: «Diffondere la sua opera non solo nei contesti accademici e specialistici, ma anche attraverso iniziative aperte al grande pubblico» — ha dichiarato, auspicando «l’inclusione del repertorio di Aldo Clementi nei programmi educativi e la promozione di nuove interpretazioni da parte delle giovani generazioni».
Tra i contributi più rilevanti, quello della storica della musica Angela Ida De Benedictis, affiliata alla Paul Sacher Stiftung di Basilea, tra le maggiori esperte del repertorio novecentesco. Con rigore filologico e sensibilità analitica, De Benedictis ha illustrato i contenuti della collezione di Aldo Clementi, soffermandosi su una significativa scoperta: il ritrovamento di quattro manoscritti giovanili inediti di Luigi Dallapiccola, rinvenuti nel lascito clementiano.
Questa scoperta getta nuova luce non solo sulla produzione di Dallapiccola, ma anche sul dialogo tra generazioni che ha alimentato la riflessione musicale di Clementi, sempre attento alla lezione dei suoi predecessori.

Emanuele Pino al pianoforte
Tra le figure intellettuali che hanno influenzato la formazione del giovane Clementi, va ricordato Alfredo Sangiorgi, pianista e pensatore musicale raffinato, docente e figura centrale nella cultura musicale catanese del secondo dopoguerra. Fu proprio Sangiorgi, con il suo approccio filosofico e strutturale alla musica, a incoraggiare Clementi verso una visione più radicale e consapevole del fare compositivo, preparando il terreno per quella maturazione estetica che avrebbe portato alla definizione del suo stile inconfondibile.
A guidare i lavori dell’incontro, la docente Maria Rosa De Luca, coordinatrice di numerose iniziative musicologiche all’Università di Catania, accanto ad Alessandro Mastropietro, studioso delle avanguardie storiche e contemporanee, Graziella Seminara, musicologa di riferimento per gli studi sul secondo Novecento, Raffaele Pozzi (Università Roma Tre), esperto di estetica musicale, e Roberto Carnevale, compositore e docente del Conservatorio “Vincenzo Bellini”, autorevole voce della musica contemporanea.
In questo contesto è stato ricordato anche un volume fondamentale: nel 2005, in occasione degli ottant’anni di Clementi, le docenti Maria Rosa De Luca e Graziella Seminara, assieme a Salvatore Enrico Failla, curarono il libro Per Aldo Clementi. Nell’occasione dei suoi ottant’anni, pubblicazione che raccoglieva contributi e testimonianze affettuose.

In foto da sinistra il pianista Emanuele Pino, le docenti Seminara e De Luca e i professori Pozzi, Mastropietro e Carnevale
Qualche tempo più tardi, nel 2008, l’Ateneo catanese conferì ad Aldo Clementi la laurea honoris causa in Filologia Moderna, durante una cerimonia solenne presieduta dal rettore Antonino Recca e introdotta dal preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Enrico Iachello. In quella occasione, Clementi tenne una lectio magistralis. Dello stesso anno è la pubblicazione Canoni, figure, carillons. Itinerari della musica di Aldo Clementi, curato dalle professoresse De Luca e Seminara.
Il convegno si è concluso con un momento performativo di grande intensità: l’esecuzione di brani pianistici di Clementi da parte di Emanuele Pino, giovane e promettente allievo del Conservatorio “Vincenzo Bellini”. Il programma ha incluso il Preludio (1944), Loure (1998), Variazione (1999) e Invenzione 4 (2003).
L’inserimento della musica dal vivo all’interno del contesto accademico ha dato forma e suono ai concetti discussi, permettendo al pubblico di entrare nel mondo sonoro di Clementi attraverso l’esperienza diretta dell’ascolto. Un omaggio che ha saputo coniugare passato e futuro, parola e suono, memoria e visione. E che conferma, a cento anni dalla nascita, la vitalità e l’attualità del pensiero musicale di Aldo Clementi.