Dagli anni Novanta ad oggi, il docente Vili Lehdonvirta dell'Oxford Internet Institute mostra come le piattaforme digitali abbiano acquisito un potere sempre maggiore
Come nasce Cloud Empires? Vili Lehdonvirta, docente dell'Oxford Internet Institute, in apertura racconta come «l’ispirazione sia arrivata grazie ad una mail da parte di uno studente».
«Quest’ultimo, lavorando in un’azienda digitale, aveva riscontrato delle similitudini tra come queste compagnie gestiscono i loro dipendenti e come il governo gestisce i suoi cittadini», aggiunge. Queste similitudini le mostra Lehdonvirta analizzando Amazon, Apple e Upwork: tre, se non forse le tre, delle piattaforme digitali con il numero di utenti più alto sul web.
Il docente ha aperto così l’incontro Cloud Empires, prendendo spunto dal suo ultimo libro (edito in Italia da Einaudi, 2023), che si è tenuto lunedì 23 ottobre, nell’aula magna di Palazzo Pedagaggi del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania.
L’evento, nato come iniziativa per inaugurare il ciclo di lezioni del corso di laurea magistrale in Sociologia delle reti, dell’informazione e dell’innovazione, rientra nel programma nazionale della Settimana della Sociologia che si terrà nei mesi di ottobre e novembre.
Ideatore e moderatore dell’incontro è stato il prof. Davide Arcidiacono, presidente del corso di laurea magistrale, insieme con i docenti Guido Nicolosi (Media e sociologia della cultura) e Luigi Caranti (Etica e società digitale), ha riflettuto e argomentato sulle acute analisi del relatore Vili Lehdonvirta.
Autore, ricercatore, sociologo e professore - basta aprire il suo profilo sul sito dell’Oxford Internet Institute per avere una lista completa dei suoi numerosi conseguimenti – Vili Lehdonvirta ha presentato, in questa occasione, per la prima volta in Italia il suo nuovo libro Cloud Empires, già tradotto in numerose lingue, tra cui cinese e giapponese, e selezionato per il 2023 PROSE Award dall’Association of American Publishers.

Il docente Vili Lehdonvirta nel corso della sua relazione
Ma cosa ha spinto il digitale sempre più in alto e il governo sempre più in basso?
La strada che ha percorso l’evoluzione portando internet e la società a quello che è oggi la mostra sempre Lehdonvirta, tornando indietro di trent’anni, agli anni novanta, «quando internet rappresentava un nuovo tipo di ordine sociale nel quale non ci sarebbero stati organi e autorità oppressivi, bensì una società basata su reti auto-organizzate dove l’informazione è accessibile a tutti». Ma i risultati ottenuti non sono stati quelli sperati.
Lehdonvirta, nel suo intervento, cita l’evento Settembre Eterno (espressione gergale coniata da Dave Fischer per indicare il generale decadimento degli standard culturali e comportamentali degli utenti di Usenet a partire dal settembre del 1993) e l’ambientazione si sposta così ad Oxford, nel Regno Unito.
«Fino agli inizi degli anni novanta, le università erano le prime in classifica come internet provider: ogni anno, a settembre, una nuova ondata di studenti si collegava online – spiega -. Era necessario circa un mese affinché la netiquette venisse assorbita e dunque l’ordine sociale stabilito; coloro che non fossero riusciti a socializzare, ad integrarsi, sarebbero stati ostracizzati».
«In assenza di una qualche autorità, l’ordine sociale era basato su un meccanismo di reciprocità e reputazione, simile alle comunità rurali, ma nel settembre del ’93 il grande afflusso di nuovi studenti, perpetuato fino a novembre, fece sì che da comunità rurale si passò a metropoli online», ha aggiunto.
Il web, dunque, cominciava ad essere popolato da estranei, sempre più estranei che non sapevano come comportarsi online; fu allora che venne coniata l’etichetta “Settembre Eterno” e i principi di reciprocità e reputazione si sgretolarono sotto il peso delle tastiere.
Ma il prof. Lehdonvirta non si è fermato agli anni novanta nel corso del suo racconto, ma è andato indietro nel tempo fino a raggiungere il Medioevo paragonando «i capi di queste imprese digitali a dei sovrani autocrati». «Le imprese rappresentano, invece, le corporazioni delle arti e mestieri, anche note come gilde – ha aggiunto -. Queste associazioni ebbero la capacità di prosperare a livello economico e politico, influenzando, allora, il capo del feudo, ai giorni nostri, il governo.
La trasformazione istituzionale di internet ha avuto un processo estremamente veloce, se paragonata alla graduale rivoluzione borghese, per la quale ci sono voluti circa mille anni».

Lo scrittore Vili Lehdonvirta insieme con gli studenti e docenti presenti all'incontro
Gli Stati chiave dei Cloud Empires
«Stati Uniti e Cina in questi ultimi anni stanno cercando di espandere il loro potere economico nel mondo tramite le nuove infrastrutture virtuali e tecnologiche – ha spiegato il docente inglese – Esistono due dimensioni, la giurisdizione territoriale e la giurisdizione delle piattaforme online, che ovviamente sono in contrasto tra loro e rendono difficili le regolamentazioni tra i due imperi».
A seguire sono intervenuti i docenti Guido Nicolosi e Luigi Caranti.
Per Nicolosi «la specialità di Internet è data dal fatto che la tecnologia è sempre sociale e culturale, non solo economica». «Per comprendere appieno il carattere innovativo di internet bisogna analizzare per prima cosa i suoi aspetti culturali, poiché Internet è un successo culturale», ha aggiunto.
Caranti, invece, si è interrogato su «cosa potrebbe accadere quando l’uomo capirà che la reciprocità e la moralità non sono abbastanza per vivere in un sistema complesso come lo è la società moderna». «Cosa accadrà quando le piattaforme inizieranno a prendere il controllo delle nostre identità digitali? Bisognerà organizzarsi e i lavoratori digitali dovranno unirsi per combattere queste piattaforme», ha detto in chiusura di intervento rispondendo all’interrogativo posto.
Non per niente singolare è stata la scelta di Lehdonvirta di mostrare il Leviatano di Hobbes nella sua presentazione. Siamo costantemente al suo cospetto, eppure in una mano tiene ora il potere digitale, ma in quale? In quella dello Stato? Surclassato dalle piattaforme digitali? O in quella della Chiesa? Sacra come sacro è oggi ogni internet provider?
Tante domande, ma l’unica risposta certa è che l’Eterno Settembre non è solo l’autunno del ’93, non è mai cessato e mai lo farà, poiché la sua eredità continua su Instagram, TikTok, BeReal. Continuerà in una società sempre più digitalizzata e sempre più meno comunità.